Cos’è la posizione finanziaria netta (PFN) e come calcolarla

Insieme all’utile operativo e al margine operativo lordo, rappresenta uno dei tre indicatori di riferimento se si vuole capire lo stato di salute di un’azienda e la sua capacità (o incapacità) di generare un livello di cassa in grado di coprire le esigenze di gestione. Stiamo parlando della posizione finanziaria netta. In questo articolo, vedremo nel dettaglio come si calcola e perché è diventato cruciale nella contabilità delle piccole medie imprese.
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Posizione finanziaria netta: definizione
Nella vita di un’azienda è importante poter affrontare gli investimenti con una consapevolezza chiara della propria situazione. Per questo motivo, un imprenditore che voglia mettere in atto strategie di crescita prudenti deve analizzare nel dettaglio il livello del debito della propria impresa. Ma a quali indicatori affidarsi? Una degli indici chiave in grado di fotografare la solvibilità di un'azienda è senza dubbio la posizione finanziaria netta, indicata con la sigla PFN, in inglese net financial position.
La PFN è definita come il totale dei debiti finanziari onerosi, verso banche e altri finanziatori, generati nella gestione aziendale al netto delle liquidità immediatamente reperibili dall'azienda.
Si tratta in altre parole di un indice che esprime la capacità/incapacità dell'impresa di generare un livello di cassa in grado di coprire le attività operative.
Volendo sintetizzare, possiamo dire che la PFN rivela le condizioni della liquidità aziendale e in particolare permette di valutare:
- il livello dell’indebitamento dell’impresa;
- quando la struttura patrimoniale sia più o meno solida;
- la capacità di restituire il debito contratto.
Ampiamente usato da banche, istituti finanziari e corporation, la posizione finanziaria netta solo recentemente è diventata familiare alle piccole e medie imprese che, durante la pandemia, si sono trovate a far fronte a una brusca frenata dei flussi di cassa.
È quindi fondamentale che ogni imprenditore inizi a masticare questo concetto per diverse ragioni: prima di tutto per essere pronto a relazionarsi con il mondo bancario e muoversi bene nella ricerca di capitale terzo. Ma non solo. Il ricorso a questo indice semplifica la messa a punto di un piano industriale a tre anni, rendendo così più semplice comprendere la rischiosità o la capacità del proprio business di produrre liquidità e rimborsare il debito.
Calcolo della pfn: posizione finanziaria netta formula
La posizione finanziaria netta si calcola come la differenza tra il totale dei debiti finanziari, a prescindere dalla loro scadenza, e le attività liquide, ovvero quelle attività finanziarie di cui si può esigere la conversione immediata in moneta o la trasferibilità mediante assegno, ordine di pagamento, ecc.
Per effettuare il calcolo della pnf, la formula è la seguente:
Disponibilità liquide (depositi bancari e postali, assegni, denaro e valori in cassa) + Crediti finanziari a breve termine - Debiti finanziari a breve = PFN di breve termine + Crediti finanziari a medio/lungo termine - Debiti finanziari a medio/lungo termine = Posizione finanziaria netta
Ricordiamo che nei:
Debiti finanziari a breve rientrano:
- debiti verso società di factoring a breve;
- debiti verso società di leasing a breve;
- debiti finanziari verso controllate a breve;
Debiti finanziari a medio/lungo termine
- debiti verso banche;
- prestiti obbligazionari;
- debiti finanziari verso controllate a medio/lungo termine;
- debiti verso altri finanziatori a medio/lungo termine
Va ricordato, a questo proposito che, nel 2021, le nuove indicazioni dell’ESMA (European Securities and Markets Authority) sulla composizione della posizione finanziaria netta hanno chiarito che, tra gli altri, anche i debiti commerciali e gli altri debiti non correnti rientrano nell’ambito delle passività finanziarie non correnti e, quindi, nella determinazione della posizione finanziaria netta.
Come interpretare la posizione finanziaria netta?
Una volta effettuato il calcolo della pnf, seguendo la formula vista nel paragrafo precedente, otterrai un risultato che potrà essere positivo o negativo. Vediamo nel dettaglio che cosa indicano questi due risultati:
Posizione finanziaria netta positiva
Indica un'eccedenza delle disponibilità liquide e finanziarie rispetto all’indebitamento. In questo caso, l’imprenditore ha la sicurezza dell'immediata copertura dei debiti. In pratica, i crediti finanziari e le disponibilità liquide a breve termine superano le passività finanziarie a breve, medio e lungo termine.
Posizione finanziaria netta negativa
Cosa significa dover far fronte a una PNF negativa? La disponibilità liquide e finanziarie sono insufficienti a coprire l’indebitamento finanziario netto. Si tratta quindi di un campanello d'allarme che l’azienda non può sottovalutare se non vuole trovarsi nella condizione di non poter ripianare i debiti e finire in crisi di liquidità.
Posizione finanziaria netta e valutazione azienda
La posizione finanziaria netta viene utilizzata come indicazione della capacità di un'impresa di estinguere tutti i suoi debiti se, idealmente, questi dovessero scadere contemporaneamente in una stessa data, facendo ricorso solo alla liquidità disponibile e alle attività altamente liquide. Tale indicatore aiuta pertanto a determinare se una società è sovraindebitata o ha un debito eccessivo rispetto alle sue attività liquide.
Sono dunque sostanzialmente tre le informazioni fornite:
- il livello complessivo di indebitamento dell’azienda sia a breve che a lungo termine;
- la capacità dell’azienda di restituire il debito, quando questo viene rapportato al fatturato o al margine operativo lordo;
- la solidità della struttura patrimoniale aziendale, quando il debito viene rapportato al patrimonio netto.
Come abbiamo già accennato, calcolare la PFN vuol dire poter affrontare investimenti con una chiara consapevolezza dello stato delle finanze aziendali. Una fotografia nitida della situazione debitoria è senza dubbio un elemento indispensabile per non fare il passo più lungo della gamba e trovarsi a rischio bancarotta.
Quando si analizza il profilo debitorio di un'impresa, un aspetto di cui bisogna tener conto è il monitoraggio delle scadenze. Se la maggior parte dei debiti sono a breve termine, ovvero gli obblighi devono essere rimborsati entro 12 mesi, l’azienda deve generare entrate sufficienti e disporre di attività liquide sufficienti per coprire le scadenze del debito imminenti.
Se invece il flusso di entrate dell'azienda sta solo tenendo il passo con il pagamento dei suoi debiti a breve termine e non è in grado di ripagare adeguatamente il debito a lungo termine, la situazione non si può definire rosea. È solo questione di tempo: prima o poi l'azienda si troverà ad affrontare nuove difficoltà e avrà bisogno di un'iniezione di denaro o finanziamenti.
Posizione finanziaria netta, i limiti
La posizione finanziaria netta presenta l’indubbio vantaggio di fotografare lo stato finanziario di un’azienda in un momento preciso. Tuttavia, l'altro lato della medaglia è che non offre alcun preavviso in merito a eventuali crisi di liquidità a cui l’azienda potrebbe andare incontro, entro un determinato lasso di tempo.
Una corretta gestione finanziaria dovrebbe prevedere eventuali criticità, tensioni che un'azienda potrebbe registrare nel breve/medio termine. Una posizione finanziaria netta positiva al momento non ne esclude dunque una negativa a breve.
Immaginiamo, per esempio, che la società Rossi SPA mostri, nel bilancio d’esercizio dell’anno X, una posizione finanziaria netta positiva pari a 100 mila euro. Sulla carta, ci troveremmo di fronte una situazione che non dovrebbe destare preoccupazioni. Per avere un quadro più preciso bisognerebbe scomporre i dati in rapporto alle scadenze.
Può succedere infatti che, nel breve termine, la differenza tra crediti e disponibilità liquide, da una parte, e debiti a breve sia negativa, in pratica che i secondi siano maggiori dei primi. Ecco dunque che emerge chiaramente come il dato complessivo, seppur positivo, non sia in grado di evidenziare una crisi di liquidità.
Di qui, la necessità di distinguere:
- posizione finanziaria netta a breve termine: crediti a breve + disponibilità liquide – debito a breve.
- posizione finanziaria a medio-lungo termine: crediti a medio-lungo termine + disponibilità liquide – debiti a lungo termine.
Per breve termine, si intendono scadenze entro i 12 mesi, per medio-lungo termine quelle superiori ai 12 mesi. Anche le disponibilità liquide possono essere distinte in immediate e differite. Le prime vengono computate per il calcolo della pfn a breve, le seconde per quella a medio lungo termine.
Attenzione, dunque. Dire che la Rossi SPA ha una posizione finanziaria netta positiva di 100 mila euro potrebbe sembrare un’ottima notizia, ma se il fatturato della stessa azienda viaggia nell’ordine di milioni di euro all’anno, sarebbe sufficiente una variazione negativa anche minima del giro d’affari per ridurre la liquidità e trasformare il saldo attivo in uno passivo.
Come leggere la posizione finanziaria netta
Infine, vale la pena ricordare che la posizione finanziaria netta esprime ulteriormente il suo potenziale conoscitivo se utilizzata per il calcolo di alcuni indicatori, utili a comprendere più a fondo alcuni aspetti dell'attività aziendale.
- Indice di indebitamento finanziario netto
PFN/Capitale proprio: mette in rapporto l'indebitamento netto con il capitale proprio. La crescita dell'indicatore nel tempo, implica un peggioramento della solidità aziendale;
- Indice di copertura finanziaria degli investimenti
PFN/Capitale Investito Netto Operativo: indica la copertura degli investimenti tramite l'indebitamento finanziario netto. Il valore massimo può essere 1. In tal caso, tutti gli investimenti operativi sono effettuati, facendo ricorso al debito;
- Indice di ritorno delle vendite
PFN/Vendite: esprime la capacità delle vendite di coprire l'indebitamento finanziario. Maggiore è l'indicatore, peggiore è la capacità dell'azienda di assorbire l'indebitamento attraverso le vendite;
- Indice di sostenibilità del debito
PFN/EBITDA: indica la sostenibilità del debito in rapporto ai flussi di cassa prodotti dalla gestione caratteristica (espressi dall'EBITDA o margine operativo lordo). Al crescere dell'indice, peggiora la capacità della gestione caratteristica di sostenere l’indebitamento.
Cosa esprime il rapporto PFN/EBITDA?
Soffermiamoci sul rapporto posizione finanziaria netta/EBITDA, indice che è molto utilizzato dalla comunità finanziaria, dai professionisti e dalle banche come valore in grado di svelare l’appetibilità di un’impresa. Abbiamo detto, che questo valore indica la sostenibilità del debito in rapporto ai flussi di cassa prodotti dalla gestione caratteristica. In particolare, questo rapporto esprime quanti anni sono necessari all’azienda per ripagare i debiti finanziari se utilizzasse la totalità dei flussi operativi ” (espressi dall’EBITDA) per tale finalità.
Maggiore è il risultato ottenuto da questo rapporto, minore è la capacità dell’impresa di ripagare il debito contratto. Minore è il rapporto, maggiore dovrebbe essere la capacità delle imprese di creare ricchezza e quindi risorse finanziarie a sufficienza per onorare le proprie obbligazioni. Solitamente si ritiene che tale rapporto debba attestarsi sotto il 3 (quindi 3 anni), mentre 4 rappresenta già una soglia a partire dalla quale la situazione diventa critica.
Come migliorare la posizione finanziaria netta
La posizione finanziaria netta è un importante indicatore di bilancio usato per valutare la performance e la solvibilità di un’azienda. E’ certamente importante sapere cos’è e come calcolarla. Ma è ancora più importante sapere come migliorarla. Questo perché, oltre ai rischi estremi di finire in bancarotta, un alto indebitamento può per esempio chiudere le porte a finanziamenti aggiuntivi qualora ne avessi bisogno per finanziare un progetto di espansione o per rimborsare debiti più vecchi e più costosi. Il livello dell’indebitamento è in sostanza, uno degli aspetti che vengono presi in considerazione dalle banche quando devono concedere prestiti.
Se dunque hai deciso di migliorare la posizione finanziaria netta puoi mettere in pratica alcune strategie:
- Aumentare le entrate. Il passo più logico che un'azienda può compiere per ridurre la propria PFN è quello di aumentare i ricavi delle vendita. Ciò può essere ottenuto ritoccando verso l'alto i prezzi, aumentando la quantità di beni venduti o riducendo i costi. Il denaro extra generato può quindi essere utilizzato per estinguere il debito esistente.
- Gestione delle scorte. La gestione del magazzino è un problema affrontato da molte aziende, a causa del suo impatto non trascurabile sul flusso di cassa. L'inventario può assorbire una quantità molto considerevole del capitale circolante di un'azienda. Mantenere livelli di inventario inutilmente elevati oltre a quanto richiesto per evadere gli ordini dei clienti in modo tempestivo è uno spreco di cassa. Occorre quindi individuare il giusto livello di magazzino per bilanciare la necessità di soddisfare la domanda dei clienti con la minimizzazione dei costi legati al fabbisogno di capitale circolante. Su questo terreno, un indicatore chiave che, come imprenditore o amministratore di un’azienda, non puoi trascurare è il DIO (Days Inventory Outstanding).
- Ristrutturazione del debito. La ristrutturazione del debito fornisce un altro modo per ridurre il rapporto debito/capitale. Se la tua società sta pagando tassi di interesse relativamente elevati su prestiti contratti in passato e magari gli attuali tassi di interesse sono significativamente inferiori, una buona idea da mettere in pratica può essere quella di rifinanziare il debito esistente. Ciò ridurrà sia le spese per interessi sia le rate mensili. Risultato finale: vedrai subito un miglioramento della redditività della società e il suo flusso di cassa, oltre alle riserve di capitale.
- Accorciare i tempi di pagamento dei clienti. Un’altra leva su cui spingere per migliorare la PFN è quella che riguarda crediti verso clienti. Come? Prima di tutto, accorciando i tempi di pagamento. Un consiglio che può apparire scontato ma tutt'altro che facile da raggiungere. Per favorire il raggiungimento di questo obiettivo, potresti per esempio offrire uno "sconto cassa" per chi paga subito. Ma c’è un altro modo per tenere bassi i crediti, e, di conseguenza, la PFN, ovvero il ricorso al factoring e in particolare a quello che si chiama factoring pro soluto: uno strumento che permette all’azienda di cedere un credito per ottenere liquidità immediata e, allo stesso tempo, tutelarsi dal rischio di insolvenza del cliente ceduto. Tecnicamente si tratta di contratto tramite cui un soggetto - il cedente - cede in via definitiva tutti i crediti presenti e futuri che vanta nei confronti di un cliente a un altro soggetto - il Factor, in cambio di una serie di servizi (gestione e riscossione dei crediti ceduti, garanzia di eventuali inadempimenti da parte del soggetto debitore, ecc.). Acquisendo i crediti in via definitiva, il Factor si assume il rischio di mancato pagamento nel caso di insolvenza del debitore.
- Allungare i tempi dei pagamenti ai fornitori. Allungare i tempi di pagamento ai fornitori vuol dire poter contare su una liquidità maggiore. Ma come fare? Il segreto è nelle relazioni: mantenendo una comunicazione amichevole e regolare con i fornitori, avrai maggiori possibilità di ottenere condizioni di pagamento favorevoli. Potrai per esempio proporre pagamenti anticipati a fronte di uno sconto. L'arte della negoziazione è una parte essenziale dell’attività imprenditoriale e potrebbe aiutarti a convincere i tuoi fornitori a offrire condizioni migliori. Tutto questo consentirà di ridurre il Capitale Circolante Netto e, di conseguenza, consente di migliorare la PFN.
Per concludere
Come è facilmente intuibile dalle formule analizzate in questo articolo, il calcolo della pfn può risultare piuttosto ostico per chi non ha dimestichezza con la contabilità aziendale. Ma allo stesso tempo, il suo utilizzo appare necessario per l'imprenditore che vuole accendere i fari sulla liquidità, indicatore di fondamentale importanza per le piccole e medie imprese.
Tanto più in una fase come quella attuale in cui le piccole aziende si trovano a dover affrontare livelli di rischio crescenti per via dell'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'impennata dell'inflazione.
Un regolare flusso di denaro in entrata è vitale per poter pagare salari e fatture, e allo stesso tempo, investire nella crescita.
Ecco perché, se sei a capo di un'azienda, dovresti sempre avere la consapevolezza delle possibili minacce e opportunità alle quali la tua azienda può andare incontro nel futuro.
Per questo appare importante:
- Fare spesso delle previsioni sulla propria posizione attuale in relazione ai flussi di cassa attesi e agire di conseguenza;
- Stare sempre allerta e in guardia riguardo possibili minacce, come ad esempio debitori, fatture particolarmente ingenti e date di rimborso prestiti.
Il calcolo del cash flow presenta non pochi problemi se si fa ricorso a Excel: l'utilizzo dei fogli di calcolo, per quanto utili, presentano numerose criticità: a partire dai rischi di errore, passando per la perdita di tempo fino alla senso di frustrazione che talvolta comporta l'inserimento manuale dei dati.
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