Crisi di liquidità: cos’è e come risolverla

Tempo di lettura: 10 min

La carenza di liquidità aziendale è un problema molto serio per le imprese che, se non trattato nella maniera e nei tempi opportuni, rischia di condurre al fallimento. Per evitare di entrare in crisi di liquidità è fondamentale monitorare in maniera attenta e puntuale il proprio flusso di cassa e assicurarsi che i movimenti in entrata e uscita siano sempre regolari, continui e in linea con le previsioni. In questo articolo vediamo insieme in cosa consiste esattamente una crisi di liquidità, come riconoscerne i segnali, quali accorgimenti si possono adottare per prevenirla e, quando ormai è troppo tardi, come superarla.

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Cosa significa crisi di liquidità?

La crisi di liquidità – intesa come assenza o scarsa disponibilità di denaro – consiste nell’incapacità di un’azienda di far fronte con il proprio flusso di cassa alle obbligazioni e alle spese (dal pagamento dei fornitori, al versamento delle imposte, dal saldo dei debiti con le banche fino all’acquisto di merci e materiali). Tale fenomeno riguarda soprattutto le piccole e medie imprese e si verifica quando la società ha consumato gran parte delle risorse con cui sostiene la sua attività. In altri termini, la crisi sopraggiunge quando la liquidità aziendale non risulta sufficiente a coprire tutti i costi e a garantire il corretto funzionamento del business: una situazione che, se non correttamente gestita, può condurre anche al fallimento.

Il tema della crisi di liquidità è strettamente correlato al concetto di cash flow o flusso di cassa. In un’azienda in salute il cash flow segue generalmente un andamento positivo, in cui l’ammontare delle entrate supera quello delle uscite; un’azienda in carenza di liquidità, al contrario, registra un cash flow negativo, spendendo più di quanto incassa.

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Crisi di liquidità aziendale: quali cause?

Il sopraggiungere di una crisi di liquidità è implicabile nella gran parte dei casi alla mancanza di un sistema di controllo e gestione della liquidità adeguato, che permetta di avere sempre sott’occhio la situazione economico-finanziaria dell’impresa e intervenire tempestivamente in caso di anomalie. Di seguito esaminiamo alcuni dei fattori che, senza un controllo adeguato, possono condurre alla fatidica crisi.

1. Clienti che non pagano

L’insolvenza da parte dei clienti è una delle principali cause per la mancanza di liquidità. Ritardi occasionali e di ammontare modesto non rappresentano generalmente un problema per la salute dell’azienda, ma quando le dilazioni sono frequenti e l’importo dei crediti insoluti diventa elevato, sopraggiungono le difficoltà.

2. Sovraindebitamento

Un’altra causa diffusa per la mancanza di liquidità è l’eccessiva presenza di debiti che possono sussistere nei confronti delle banche, del fisco, dei fornitori o anche dei dipendenti. All’origine del problema possono esserci anche prodotti finanziari inadeguati, che prevedono magari interessi troppo alti o tempistiche inadatte per l’azienda.

3. Prezzi di vendita troppo bassi

L’attribuzione del giusto prezzo ai propri prodotti o servizi è un aspetto da non sottovalutare. Quando, per errori di valutazione, i prezzi della merce venduta risultano troppo bassi rispetto ai costi sostenuti si generano inevitabilmente problemi di tesoreria.

4. Calo di lavoro improvviso

Periodi di crisi inaspettati e imprevedibili – com’è stato ad esempio con la pandemia di Covid – o anche scelte di marketing errate possono condurre a un calo repentino delle vendite che, se non accompagnato da una riduzione delle spese, è destinato a prosciugare le casse aziendali.

5. Crescita troppo rapida

Anche una crescita molto rapida può rappresentare un problema per i flussi aziendali. Maggiori ordini richiedono infatti maggiori investimenti, che non sempre l’impresa risulta in grado di sostenere.

6. Mancato controllo sugli acquisti

Le condizioni d'acquisto negoziate con i fornitori dovrebbero essere costantemente rivalutate e, quando non più in linea con i prezzi di mercato, rinegoziate. In caso contrario, il rischio è di andare incontro a perdite di liquidità sostanziose.

Carenza di liquidità: come capire se l’azienda va male?

Per prevenire l’insorgenza di una crisi di liquidità è fondamentale imparare a identificare i primi segnali di pericolo, così da poter adottare per tempo tutti gli accorgimenti necessari a ribilanciare i flussi aziendali. Si tratta di segnali ben riconoscibili, ma che molto spesso, tendono a essere sottovalutati o ignorati dagli imprenditori, facendo precipitare la situazione fino a un punto di non ritorno. Tra questi troviamo:

  • Mancanza sistematica dei fondi per pagare imposte e contributi in maniera regolare;
  • Difficoltà costanti nel pagamento dei fornitori, soprattutto quelli strategici per il corretto funzionamento dell’attività;
  • Ripetuti arretrati nel pagamento delle rate di mutui e finanziamenti o frequente superamento dei fidi concessi dalle banche;
  • Rifiuto da parte delle banche di anticipare le fatture di clienti importanti (servizio che permette alle aziende di monetizzare le proprie fatture per ottenere liquidità immediata);
  • Bisogno di presentare alle banche bilanci “abbelliti” (una pratica scorretta, benché diffusa in Italia, sintomo di cattiva salute dell’impresa) per paura di ricevere un rifiuto;
  • Incapacità di remunerare regolarmente il lavoro del titolare dell’azienda;
  • Decisioni finanziarie importanti prese sul momento, invece che in base a un’accurata pianificazione, guidate più da valutazioni “emotive” o di convenienza fiscale che da considerazioni economiche e finanziarie;
  • Mancanza di fondi per realizzare nuovi investimenti, che sarebbero invece necessari per la crescita e lo sviluppo del business.

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Come risolvere i problemi di liquidità

La prima azione che viene in mente di intraprendere per rimpinguare le casse aziendali è aumentare il fatturato: una soluzione che, tuttavia, può risultare non solo inadeguata, ma in alcuni casi addirittura controproducente. Questo perché un’attività già in crisi, che fatica a portare avanti l’operatività ordinaria, difficilmente sarà in grado di affrontare i cambiamenti e gli investimenti necessari per aumentare il volume di lavoro e incrementare il fatturato.

Scartata quindi questa prima opzione, esistono diversi strumenti a cui ricorrere per risanare un’azienda in difficoltà, da valutare in base alle circostanze, ai fattori che hanno determinato la crisi e alle caratteristiche della società. Vediamo alcuni esempi.

1. Liquidare i crediti

Una prima soluzione per recuperare liquidità in tempi brevi potrebbe essere la cessione dei propri crediti a una banca, che può anticipare le fatture dei clienti insolventi. Chi sceglie questa strada – sempre se le condizioni lo permettono – deve comunque prendere in conto il rischio che i clienti continuino a non pagare: in questo caso bisognerà non solo restituire alla banca gli anticipi ottenuti, ma anche corrispondere interessi e commissioni, aumentando ulteriormente il buco da colmare. Una possibile alternativa è l’invoice trading, uno strumento fintech per la cessione del credito dove, in molti casi, il rischio viene assunto dal cessionario.

2. Rinegoziare i contratti con clienti e fornitori

Per evitare che la presenza di numerosi crediti insoluti prosciughi completamente le casse aziendali può essere utile rivedere gli accordi stabiliti con clienti e fornitori, ad esempio proponendo ai primi uno sconto in fattura in cambio del saldo immediato e negoziando con i secondi termini di pagamento più gestibili per quanto riguarda tempi e modalità.

3. Rivedere i costi di gestione e liquidare i beni non strategici

In tempi di crisi occorre revisionare i costi di gestione e valutare attentamente la presenza di spese che possono essere ottimizzate o addirittura evitate. Una via per ridurre le uscite e ottenere liquidità in tempi rapidi è la vendita dei beni non più necessari per l’attività o sostituibili con alternative meno costose (ad esempio alcuni mezzi di produzione e determinati materiali).

4. Cedere lavoro ad altre imprese

La cessione del proprio lavoro ad altre imprese (fornitori o competitor) è una soluzione efficace soprattutto per le aziende che hanno accettato commissioni che non sono in grado di portare a termine per mancanza di risorse. Ciò permette di ridurre le spese legate alla produzione, evitando ulteriori perdite di liquidità, e ottenere comunque un guadagno, corrispondente a parte dei profitti generati dall’impresa subappaltatrice.

5. Reperire finanziamenti esterni

Quando la situazione risulta particolarmente critica diventa inevitabile ricorrere a un finanziamento esterno, scegliendo la via tradizionale (che prevede l’intervento di una banca) oppure utilizzando strumenti alternativi. Tra questi troviamo ad esempio i minibond, obbligazioni o titoli di debito che permettono alle società non quotate di aprirsi al mercato dei capitali, oppure il crowdfunding, una sorta di finanziamento collettivo che consente a startup e PMI innovative di raccogliere capitali rivolgendosi direttamente alla “folla del web” (crowd).

Crisi di liquidità aziendale: come evitarla con Agicap

Prevenire è sempre meglio che curare: una gestione ottimale del flusso di cassa aziendale costituisce la migliore garanzia per evitare problemi di liquidità. In particolare, sono indispensabili non solo l’analisi e la valutazione dei flussi attuali, ma anche la programmazione dei flussi futuri. Un’adeguata pianificazione della liquidità rappresenta infatti uno strumento imprescindibile, soprattutto in un contesto economico delicato e mutevole com’è quello in cui ci troviamo oggi.

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Una corretta gestione della tesoreria, inoltre, permette non solo di mantenere l’azienda in salute, ma anche di assicurarne la crescita e l’ulteriore sviluppo. Infatti, attraverso il costante monitoraggio dei flussi finanziari è possibile prendere decisioni più consapevoli sull’opportunità di effettuare nuovi investimenti, senza mettere a repentaglio la sopravvivenza del business.

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