La tesoreria è il denaro di cui un’azienda dispone in cassa e sui propri conti in banca; ne consegue che la gestione della tesoreria o del flusso di cassa è una missione indispensabile cui il dirigente deve dedicare molta attenzione. Ogni anno ci sono aziende costrette a confrontarsi con imprevisti (scioperi, cali improvvisi di attività, etc) che comportano importanti problemi di tesoreria e, in alcuni casi, obbligano i responsabili alla chiusura. Le difficoltà fanno parte della vita di un’impresa e trovarsi ad affrontare problemi di tesoreria non implica per forza dover chiudere, soprattutto se si seguono i consigli raccolti qui di seguito per gestire al meglio la situazione!
In questo articolo
1 – Identificare la causa dei problemi di tesoreria
Problemi di redditività
Fatturato insufficiente
È una causa nota che può portare un’azienda ad avere problemi di tesoreria. Un fatturato troppo basso può diventare problematico per il flusso di cassa dell’azienda, perché avere insufficienti entrate di liquidità mette l’azienda in difficoltà quando deve pagare le proprie spese. Diverse possono essere le cause di un fatturato insufficiente:
- Mancanza di tempo dedicato alla promozione commerciale attiva o promozione inefficace
- Posizionamento inadeguato (prodotti/offerte dell’azienda ampiamente più cari rispetto alla concorrenza)
- Presenza di nuovi competitor nello stesso mercato
- Strategia di marketing o di comunicazione che non funziona
- Gamma di prodotti non sufficientemente diversificata
- Clienti scontenti che acquistano meno o hanno smesso di acquistare
Spese troppo elevate che minano la salute finanziaria dell’azienda
Può darsi che ci siano troppi dipendenti da pagare, contratti svantaggiosi con i fornitori, troppe spese fisse o una bolletta dell’energia elettrica troppo elevata. insomma, esistono numerose voci di spesa in un’azienda. Se alcune di esse si rivelano troppo pesanti la tesoreria, ovvero la cassa dell’azienda, può rapidamente degradarsi. Per identificare le spese superflue è opportuno applicare un metodo strutturato; passare accuratamente al setaccio le voci di spesa e delle fatture e identificare gli importi anormalmente alti nel budget di tesoreria previsionale aziendale. Se c’è un dubbio, è opportuno consultare le tariffe abitualmente praticate, monitorare il sito web dei concorrenti, far realizzare nuovi preventivi. Se possible, meglio provare a confrontare i livelli di spesa con quelli di aziende simili. Se, per esempio, la voce fornitori è due volte quella di aziende simili si potrebbero probabilmente realizzare delle economie.
Margine commerciale troppo debole
Il margine commerciale si può calcolare grazie alla seguente formula:
Prezzo di vendita merci - IVA - costo d’acquisto delle merci vendute
È un punto che bisogna regolarmente sorvegliare dal momento che si può benissimo vendere in grandi quantità senza peraltro realizzare un margine sufficiente sulle vendite. Ma al di là dell’aspetto globale, è interessante ragionare caso per caso: determinando il tasso di margine su ciascun prodotto, su ciascuna offerta. Sarà più facile identificare quelli che non fanno guadagnare abbastanza rispetto alle previsioni. Numerose sono le aziende cui tocca affrontare problemi di gestione di tesoreria poiché vendono in perdita, magari senza saperlo!
Problemi di pagamento clienti
Dilazioni di pagamento troppo importanti
È spesso un punto non considerato dai dirigenti, mentre invece è un punto chiave! Un’azienda può in effetti vendere quanto si augura, se non ha di che supportare le dilazioni di pagamento lato clienti, dovrà vedersela con dei problemi di tesoreria.
Allo stesso tempo, un business redditizio può ritrovarsi in una situazione delicata, ovvero in situazione di insolvenza! Questo può capitare anche quando si ha una eccellente value proposition e una clientela importante.
Quando si accordano dilazioni di pagamento ai clienti, bisogna fare attenzione a mantenere dei margini di manovra: non si è al riparo dal subire ritardi di pagamento. Il fattore chiave è duplice: saper giocare d’anticipo e scegliere in modo giudizioso le dilazioni di pagamento, argomento su cui torneremo nella seconda parte di questo articolo.
Troppi insoluti
Peggio ancora dei ritardi di pagamento, gli insoluti sono un autentico flagello per la tesoreria delle PMI. Risultato: si generano delle perdite, la tesoreria non riesce più a starci dietro, ci si ritrova nell’impossibilità di pagare i fornitori.Una volta entrati in questo circolo vizioso diventa molto difficile uscirne: è a causa degli insoluti ricorrenti che molte aziende si ritrovano ogni anno a dover dichiarare fallimento. Per limitare i rischi a questo livello, meglio pensare a tenere d’occhio la solvibilità dei clienti prima di accordare loro agevolazioni di pagamento. Si possono ugualmente sottoscrivere assicurazioni del credito che permettono di ammortizzare lo shock in caso di mancati pagamenti. Come si suol dire, meglio prevenire che curare.
Problemi di magazzino
Cattiva gestione del magazzino
Il fatto di avere uno magazzino troppo importante è problematico per un’azienda. Più il magazzino è elevato, più si ha liquidità immobilizzata, meno si avrà tesoreria disponibile. Per affrontare i problemi di tesoreria che si verificano, occorre garantire la più precisa gestione del magazzino aziendale, stando contemporaneamente attenti a non avere un magazzino troppo limitato per evitare l’esaurimento delle scorte. Un inventario realizzato superficialmente può allo stesso tempo causare problemi di tesoreria: se, per esempio, ci si dimentica di prendere in considerazione una porzione di magazzino, ci si può ritrovare con del “denaro dormiente” senza neanche notarlo. Non solo non si riuscirà a smaltirlo finché non si recupera liquidità, ma per tutto il tempo questo stock dimenticato continuerà a pesare sulla tesoreria dell’azienda.
Riserva di tesoreria insufficiente
Abbiamo menzionato l’esempio più eloquente ma le difficoltà di tesoreria non derivano necessariamente da vendite insufficienti: un’azienda può in effetti chiedersi come affrontare problemi di tesoreria sebbeno non abbia problemi di fatturato. Da dove viene il problema, allora? Dal capitale circolante, anche detto “riserva di tesoreria”. Il capitale circolante è la somma di denaro di cui un’azienda dispone per pagare le proprie spese (salari, fornitori, affitti…) prima di incassare. Se il fabbisogno di capitale circolante è superiore ai capitali di cui dispone, andrà incontro a delle difficoltà di tesoreria. Da qui, deriva l’importanza di impostare un monitoraggio del flusso di cassa regolare.
Per esempio, una società dispone di un capitale circolante di 50.000 €. All’inizio del mese di marzo, ha firmato alcuni grandi contratti che dovrebbero portarle un totale di 600.000 €. Però i clienti pagano solo dopo 60 giorni, cioè all’inizio di maggio. A fine marzo l’azienda si ritrova a far fronte a un’insufficienza di tesoreria: i suoi 50.000 € non bastano per pagare gli stipendi, l’acquisto delle materie prime presso i fornitori e l’insieme delle spese (energia elettrica e altre.).
C’è dunque in atto una vera sfida intorno al fabbisogno di capitale circolante per l’azienda. Non ci si deve far ingannare da un buon volume di vendite!
Crisi e imprevisti: altre cause che generano problemi di tesoreria
Crisi e imprevisti
L’imprevisto è per definizione imprevedibile. Scioperi, macchinari in panne, esaurimento scorte da parte di fornitori, furto di materiale, nuovo concorrente non identificato in precedenza o, negli anni più recenti, Covid-19. Molti imprevisti possono sopraggiungere nel corso della vita di un’azienda. Non è possibile prevedere ogni cosa ma non è eccesso di zelo consigliare di tenersi pronti a eventuali situazioni difficili. Non è raro che un dirigente trascuri la parte di imprevisto che la sua attività comporta e sia portato a chiudere l’azienda al primo evento non previsto. Inoltre, non bisogna essere troppo conservativi nella previsione; meglio conservare margini di manovra per essere in grado eventualmente di superare lo shock.
Crisi di crescita
Il business è florido, gli ordini numerosi e perdipiù si sta per lanciare un nuovo prodotto! Ma va tutto male, malgrado la crescita (troppo) rapida. La crisi di crescita è proprio dietro l’angolo! In generale si caratterizza con una domanda troppo importante e un’incapacità dell’azienda di rispondere a essa senza mettere a rischio la propria cassa.
Una giovane impresa, per esempio, vede improvvisamente esplodere la domanda per il proprio nuovo prodotto: per potersi dotare di mezzi supplementari decide di acquistare nuovi macchinari e di assumere personale. Si assiste dunque a un calo del flusso di cassa non compensato da un aumento delle vendite, poiché sia il tempo necessario per ricevere e avviare le nuove macchine sia il tempo per formare il personale sono troppo lunghi. Quest’azienda è resa dunque più fragile dal suo investimento e non arriva più a tenere il ritmo: ritardi di fabbricazione, clienti scontenti. Ci si ritrova così con uno stock di nuovi prodotti impossibili da smaltire, visto che i clienti si sono dileguati. Al tempo stesso, i creditori pressano per essere rimborsati. Questi sintomi, tipici della crisi di crescita, possono causare problemi di tesoreria importanti.
2 - Agire rapidamente per limitare i danni
Per porre rimedio a qualsivoglia situazione critica, conviene prima di tutto creare più scenari di previsione dell’andamento della tesoreria. Saranno utili ad assumere le decisioni giuste in considerazione del contesto e a gestire meglio gli imprevisti.
Non si è mai troppo pessimisti nella stesura degli scenari. Sempre meglio prepararsi per il peggio! Conviene stabilire 4 situazioni di impatto:
Caso Base: non cambia nulla, l’attività non risente dell’imprevisto o ne è toccata solo marginalmente.
Caso Medio: riduzione del 30% del fatturato
Caso Grave: riduzione del 60% del fatturato
Caso Peggiore: lo scenario peggiore, assenza totale degli incassi
Su questo punto, Agicap può essere di aiuto. Il nostro gestionale di tesoreria integra un modulo dedicato agli "scenari" in cui è possibile definire e misurare l’impatto di diversi scenari sul flusso di cassa, insomma sulla tesoreria dell’azienda.
Una volta avuta una visione d’insieme, ecco qualche misura da adottare:
Aumentare il fatturato
Fare procacciamento per tempo
Questa soluzione è la più evidente! La vendita è spesso considerata un fattore cruciale per un’azienda. E per vendere, bisogna fare attività di procacciamento! È frequente che un’azienda esposta a problemi di tesoreria abbia un fatturato troppo basso dovuto a vendite insufficienti. La prima cosa da fare è dunque raggiungere più persone: rilanci telefonici, promozioni esclusive, campagne email, organizzazione di appuntamenti, partecipazione a fiere ed eventi, assunzione di commerciali, etc. Attenzione però: un’intensa attività di procacciamento non è necessariamente la soluzione più efficace per una PMI. Sarebbe conveniente, per l’azienda in questione, preferire un targeting preciso ed efficace per poter raggiungere un pubblico più probabilmente interessato alla propria offerta.
Aumentare i prezzi per quanto possibile
È una scelta obbligata che molti dirigenti non osano fare. È comprensibile, in un certo senso: mal realizzato, un aumento di prezzo può far fuggire la clientela, che è l’ultima cosa di cui si ha bisogno se la cassa va a rotoli.
Per contro, se si prepara il terreno e si procede tappa dopo tappa, l’aumento dei prezzi è un modo piuttosto efficace di migliorare i margini e di rimpinguare le casse.
Meglio però evitare di procedere con rialzi di prezzo dall’oggi al domani: conviene lasciar intendere ai clienti che un aumento è da prevedere per le future settimane. D’altra parte, nulla obbliga ad alzare tutti i prezzi. Si può attuare invece una strategia mirata a far salire l’importo dello scontrino medio dei clienti, in particolare grazie a package di più elementi. E si cerchi di giustificare, di spiegare l’aumento dei prezzi quando è possibile farlo: una modalità di consegna più veloce con un tracciamento in tempo reale, un servizio clienti disponibile regolarmente, un’offerta più ricca, etc.
Testare nuovi canali di vendita
Se si è una PMI, magari si utilizza un solo canale di distribuzione per vendere i prodotti. E se si provassero nuovi modi per commercializzarli? Si può pensare a come i clienti preferirebbero procurarsi i prodotti: rapidamente tramite un ordine espresso online? Vivendo un’esperienza appagante in un negozio fisico? Ai giorni nostri si può anche vendere sui social media, il solo limite è l’immaginazione! Attenzione però, alcuni canali di distribuzione possono adattarsi più di altri al business dell’azienda. Idem, anche se la vendita a distanza è potenzialmente più rapida, genera delle spese supplementari, di cui il cliente non intende magari farsi carico. D’altra parte, la vendita diretta può essere un modo eccellente di aumentare i margini! Consigliamo allora di analizzare il proprio modo di vendere e di agire di conseguenza per risanare la tesoreria.
Rivedere la strategia di comunicazione
Oggi non si comunica più nello stesso modo in cui si comunicava 50 anni fa, in particolare nel mondo aziendale: con l’avvento di social media e siti web, attualmente una buona strategia di comunicazione può far aumentare le vendite di molto e a far riassorbire i buchi di tesoreria di cui un’azienda soffre.
Se questo è un punto su cui si intende lavorare, ecco qui le domande da porsi per meglio definire gli obiettivi di comunicazione e per rivedere la strategia sottostante:
- Qual è il mio target? Posso suddividerlo in varie sottocategorie?
- Qual è il mio posizionamento rispetto ai concorrenti diretti? Come mi differenzio?
- Quale messaggio devo far passare per essere coerente con il mio posizionamento?
- Posso determinare l’obiettivo – o gli obiettivi – della mia strategia di comunicazione?
Diminuire o rimandare le spese
I problemi di tesoreria possono derivare da varie cause e le spese troppo cospicue fanno parte di queste. Ma attenzione, qui non andiamo a parlare di provvedimenti austeri o di licenziamenti di massa. Lo scopo è più quello di far luce sulle spese superflue, quelle evitabili per poter risanare le casse dell’azienda.
“Ho dei problemi di tesoreria, come rimediare? Abbassare le mie spese dovrebbe essere semplice” si dirà un imprenditore o un responsabile d’azienda.
Se l’idea è lodevole, la sua applicazione pratica non è per forza evidente, e giungere a identificare le spese superflue non è sempre così facile e immediato.
Bisogna innanzitutto analizzare le spese voce per voce. E se si tentasse di comparare il piano di tesoreria previsionale che ci si era prefissati con quanto realmente realizzato? Ci si renderà velocemente conto che certe voci di spesa sono andate molto oltre le previsioni. Si deve allora cominciare a sistemare le spese fisse. Qui di seguito, alcuni esempi di spese che si possono diminuire:
- Affitto
- Fornitori
- Abbonamento a software
- Pagamento di energia elettrica, acqua, gas, benzina
- Spese di marketing e comunicazione
- Mutui
- Gestione del magazzino
Poi si procede in ugual modo con le spese variabili.
Fatto l’inventario delle spese, bisogna vedere se ci sono degli importi eccessivamente elevati; se è possibile, bisogna provvedere ad abbassarli: riduzione degli sprechi, rinegoziazione di contratti in termini più vantaggiosi, acquisti consolidati per far calare il costo unitario e via dicendo.
Impossibile ridurre le spese? Perché allora non posticiparle? Non bisogna aspettare di essere in difficoltà per agire su questa leva! Di seguito una breve liste delle spese che possono essere rimandate o congelate:
- Congelamento dei contributi pensionistici e della previdenza sanitaria
- Dilazione delle tasse fondiarie, dell’imposta societaria e di tutti I tipi di imposta
Ottimizzare il magazzino e le immobilizzazioni
Liberarsi del magazzino dormiente
È una sfida notevole per ogni azienda obbligata a conservare una parte della propria produzione come dormiente, in attesa di essere venduta. Bisogna tenere a mente che le scorte di magazzino sono praticamente denaro immobilizzato. Un’azienda può trovarsi presto in difficoltà a causa di un magazzino troppo importante, al di là di quanto previsto. Basta che un prodotto venda male e che la quantità prodotta sia troppo importante perché le spese di stoccaggio esplodano e danneggino la tesoreria dell’azienda.
Che fare allora? Distruggere le scorte di magazzino? Smaltirle gratuitamente? Questo rappresenterebbe una palla al piede e farebbe perdere parecchio denaro. D’altra parte, dall’istante in cui si nota che uno dei prodotti non vende e che le unità rimanenti rischiano di giacere in magazzino per lungo tempo, meglio non esitare a lanciare campagne promozionali per liberarsene al più presto.
Attenzione, se da una parte lo scopo non è quello di realizzare un margine astronomico (l’auspicio è infatti quello di svuotare il magazzino prima di tutto per limitare le spese), dall’altra parte meglio non vendere in perdita! Ne consegue che conviene fare in modo di ottimizzare le scorte di magazzino e di limitarle al massimo. Meglio per esempio privilegiare un fornitore in grado di consegnare rapidamente, anche se è un po’ più caro: questo può consentire di diminuire le scorte e di affrontare i problemi di tesoreria dell’azienda.
Saper privilegiare soluzioni alternative all’acquisto
Si ha bisogno di acquistare un’auto nuova per l’agente appena assunto. Il leasing o il noleggio a lungo termine sono un modo molto interessante che può sollevare l’azienda da un’insufficienza di capitale circolante. Se si acquista la vettura in leasing si pagherà qualche centinaio di euro al mese, secondo il modello, invece di doversi far carico di diverse decine di migliaia di euro in un sol colpo. Ciò lascia una riserva di tesoreria più importante per pagare le spese fisse dell’azienda e attendere i vari saldi da parte dei clienti.
Ridurre le dilazioni di pagamento concesse ai clienti, negoziare dilazioni più lunghi con i fornitori
Limitare i ritardi di pagamento, ricompensare i clienti che pagano in contanti
Quando un’azienda deve affrontare problemi di tesoreria, la priorità per imprenditore e dirigenti, è quella di far rientrare denaro nelle casse il più rapidamente possibile, per non ritrovarsi in stato di insolvenza nei confronti dei vari creditori. È quindi necessario creare una riduzione del fabbisogno di capitale circolante per assicurarsi un rapido rientro di liquidità. A cominciare dai clienti.
Se prima l’azienda poteva garantire un pagamento a 60 giorni per la maggior parte di essi, meglio privilegiare il pagamento a 30, e vedere denaro contante da quel momento in poi. Si teme di veder fuggire i clienti se li si “invita” a pagare direttamente? È possibile provare a offrire loro uno sconto per ogni fattura saldata in contanti (attenzione, non è questione di offrire il 50% dell’intero importo, il 4 o 5% possono già essere significativi). Ciò mostrerà che l’azienda non ha cattive intenzioni, tanto più che, per la maggior parte, le società amano realizzare delle economie sulle proprie fatture, anche quando devono pagare prima per poterne godere.
Infine, ci si può prendere un po’ di tempo per identificare i clienti che sembrano poco affidabili: clienti sotto amministrazione controllata, clienti con un cattivo rating del credito o semplicemente clienti con cui si siano avuti già in passato dei problemi (in particolare per ritardi di pagamento). Una volta compilata la lista, bisogna essere inflessibili ed esigere da questi partner un pagamento in contanti: ne va del futuro dell’azienda e la tesoreria non è in piena salute, meglio non dimenticarlo.
Pagare i fornitori il più tardi possibile
Rispetto a questo consiglio, va fatto invece il ragionamento inverso: lo scopo è ANCHE quello di conservare il massimo di liquidità in cassa. Servirà per stabilizzare le finanze e far rimettere in pista l’azienda. Sempre nell’ottica di evitare lo stato di insolvenza, conviene negoziare dilazioni vantaggiose con i principali fornitori, dando magari la priorità ai partner di lunga data, essendo questi ultimi più disposti ad accordare il tempo di cui si ha bisogno. Quando si beneficia di dilazioni di pagamento, conviene poi attendere gli ultimi giorni prima di pagare le fatture: è un buon modo per limitare il fabbisogno di capitale circolante.
Accedere a finanziamenti
Negoziare un prestito bancario
La negoziazione di un prestito di liquidità permette di disporre di una linea di credito rapidamente. Tuttavia, si tratterà di negoziare con la banca per dimostrare di essere capaci di ben gestire la tesoreria per poter alla fine rimborsare il debito. Di fatto, se si giunge a presentare un dossier convincente che provi la credibilità del business con prospettive di sviluppo interessanti, si sarà già fatto un grande passo in avanti. Ma una volta ottenuto il prestito, attenzione a tenere correttamente conto degli interessi da rimborsare.
Ottenere uno scoperto autorizzato
La negoziazione di uno scoperto autorizzato è un’altra possibilità di finanziamento che può essere salvifica in numerose situazioni. Idealmente, conviene negoziare un’autorizzazione allo scoperto quando va tutto bene: non solo si potranno ottenere dei vantaggi, ma anche nel giorno in cui la situazione dovesse degradarsi, sarà possibile beneficiare dello scoperto gratuitamente. Ancora una volta, non bisogna dimenticare che contrattare uno scoperto impegna a rimborsare interessi più o meno alti. È bene dunque calcolarlo debitamente a livello previsionale per non farsi sorprendere.
Altri modi di finanziarsi
Altre modalità di finanziamento più “esotiche” possono anch’esse essere pertinenti per affrontare problemi di tesoreria.
- Il factoring permette di “vendere” le proprie fatture a una banca per poter mettere mano all’ammontare corrispondente in caso di bisogno. È un’alternativa molto utile nel caso i clienti dell’azienda godano di dilazioni di pagamento importanti, quando la tesoreria è al minimo.
- Il finanziamento partecipativo o crowdfunding (specie attraverso piattaforme come Kickstarter/Eppela) è ugualmente un metodo che può funzionare, ma non fine a sé stesso. L’idea è infatti quella di fare appello alla generosità degli internauti raccontando loro in dettaglio il proprio progetto di business e fissando degli obiettivi di donazione da raggiungere, superati i quali l’azienda sarà in grado di ripartire. Attenzione, questa modalità non è così semplice come sembra. Bisogna veramente arrivare a raccontare bene la storia dell’azienda e convincere eventuali donatori ad interessarsi al caso.
- Infine, il canale “lovemoney”. Dietro questa espressione si nasconde in realtà una pratica semplicissima che consiste nel chiedere un aiuto finanziario a familiari e amici. Ancora una volta, non è che sia la soluzione da privilegiare direttamente, ma in alcuni casi il finanziamento di questo tipo può permettere di cominciare a rimettersi in sesto.
Utilizzare un software di gestione di tesoreria
Il nostro ultimo consiglio è imperniato sulla tecnologia! Sia di vivere l’era digitale, sia di servirsi di strumenti capaci di facilitare la vita e a rimettere sui binari la tesoreria aziendale. Se è vero che molte PMI usano Excel per gestire il flusso di cassa e dunque la tesoreria, oggi esistono gestionali dedicati per permettere ai responsabili di tali aziende di semplificare le previsioni di tesoreria.
Agicap è un gestionale di tesoreria che permette a dirigenti e imprenditori di automatizzare le loro previsioni e di avere così una migliore visione delle loro entrate e uscite future, sempre tenendo conto dei tempi dei pagamenti. Più affidabile e più facile da utilizzare rispetto a Excel, è concepito specialmente per rispondere alle esigenze degli imprenditori e dei responsabili di PMI perché possano gestire la tesoreria più efficacemente, con un guadagno di tempo ed evitando cattive sorprese.
In sintesi
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Un problema di tesoreria si manifesta? Conviene reagire immediatamente per identificarne la causa – o le cause: troppi ritardi di pagamento, scorte di magazzino troppo importanti, fatturato insufficiente… La lista è lunga, e questo può a volte dare l’impressione di cercare il proverbiale ago in un pagliaio. Allora, per evitare di perdere troppo tempo, bisogna organizzarsi: spulciare le fatture emesse alla ricerca di un non pagato, sfogliare il forecast e confrontarlo alle diverse spese che si è dovuto pagare per assicurarsi di non aver dimenticato un‘uscita importante… Conta molto procedere in modo organizzato se si vuole evitare di passare troppo tempo alla ricerca dell’origine del problema di tesoreria. Se, malgrado gli sforzi, non si giunge a capire da dove provengono le difficoltà, meglio non esitare a rivolgersi a un supporto esterno (come un consulente in gestione aziendale), perché possa spalleggiare l’azienda prima che sia troppo tardi.
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Una volta determinata l’origine del problema di tesoreria, bisogna muoversi senza perdere un secondo: troppe aziende chiudono a causa di difficoltà minori degenerate per negligenza. Per sradicare un problema di tesoreria persistente, c’è a disposizione una moltitudine di opzioni: finanziamenti, autorizzazioni di scoperto, razionalizzazione delle scorte, ottimizzazione delle dilazioni di pagamento o ancora aumento dei prezzi… In funzione dei problemi incontrati, alcune di queste opzioni saranno più giudiziose di altre. Ecco perché bisogna essere sicuri prima di avviare una qualsiasi azione correttiva!