Cos’è il fabbisogno di capitale circolante e come ottimizzarlo

Tempo di lettura: 7 min.

Conosci già il fabbisogno di capitale circolante della tua impresa? Parliamo di un parametro imprescindibile nella gestione aziendale, perché è in grado di fornire indicazioni precise per le tue future decisioni amministrative. Avere una conoscenza approfondita del capitale circolante necessario, quindi, è una risorsa più che preziosa per la tua impresa. In questo articolo, troverai informazioni utili per approfondire un concetto cardine della gestione aziendale. A partire dalla sua definizione.

Il fabbisogno di capitale circolante (o Working Capital Requirement)

Di quanta liquidità ha bisogno il tuo business perché si riveli un’attività performante? La risposta a questa domanda già ci fornisce un punto di partenza pratico per addentrarci nel concetto di fabbisogno di capitale circolante.

Il fabbisogno di capitale circolante (in inglese «Working Capital Requirement», o più semplicemente «WCR») è la quantità di denaro necessaria – nel breve periodo – a mantenere operativa un’attività economica coprendo le spese aziendali, tra cui rientrano:

  • le spese di ricerca e di sviluppo, che non interessano solo la fase di avvio di un business, ma riguardano anche il perfezionamento di un prodotto o l’implementazione di nuove funzionalità a un servizio già esistente;
  • i costi di produzione, che siano fissi o variabili (acquisto di materie prime, compensi e stipendi, affitto, utenze, etc.);
  • le spese pubblicitarie, ovvero tutto ciò che è legato alla promozione, che sia online e offline;
  • le polizze assicurative, (assicurazioni obbligatorie per legge, polizze su macchinari e professionisti);
  • eventuali debiti da rimborsare, per esempio il rimborso di un finanziamento o un mutuo;
  • etc.

👉 Tutto sulla capital circolante:

Dunque spese a breve termine, e soprattutto a cadenza regolare, che necessitano di denaro perché possano essere coperte senza dover ricorrere, per esempio, alla richiesta di liquidità aggiuntiva tramite un prestito. Nella gestione di un’attività economica, è di fondamentale importanza che ci sia sempre denaro disponibile per fronteggiare questo tipo di costi. Eppure riuscirci non è un’impresa semplice. Infatti, tra le entrate (da cui attingi per poter pagare le spese) e le effettive spese che devi affrontare non esiste quasi mai un equilibrio perfetto.

Al contrario, è facile che si creino dei gap – in altre parole dei buchi – che impediscono il corretto fluire delle risorse finanziarie. È il caso, per esempio, delle situazioni in cui:

  • ti fai pagare periodicamente: pertanto ci sono crediti verso i clienti che incassi in certi periodi dell’anno, con un picco di ricavi periodico ma minore liquidità negli altri mesi;
  • devi saldare in anticipo le fatture: specie se relative all’acquisto di materie prime, necessarie nella fase iniziale della produzione quando non sono ancora partite le vendite;
  • hai previsto un incremento dei ricavi: quindi hai iniziato a vendere, fatturare e incassare di più con un conseguente – e ovvio – aumento dei costi di produzione.

Sono tutte situazioni di disequilibrio che, a prescindere dall’impostazione che hai dato al tuo business, sono difficili da evitare sul lungo periodo. Se consideri infatti l’andamento di un’attività economica su base annuale, è evidente che possano esserci mesi in cui la liquidità raggiunge il suo picco e altri in cui, per via delle spese da pagare, ne avrai invece poca a disposizione.

Il fabbisogno di capitale circolante è però un dato facilmente prevedibile perché tiene conto di tutti i costi, anche a fronte di un cambiamento sostanzioso nei livelli di produzione e fatturato. Conoscere il working capital requirement rappresenta, in tal senso, una vera arma di difesa contro ogni rischio aziendale.

Perché è importante saper calcolare il fabbisogno di capitale circolante?

Come già accennavamo prima, la mancanza di costanza nei flussi di cassa in entrata e in uscita induce spesso i manager a commettere errori e passi falsi.

Capita infatti che un aumento inatteso del fatturato spinga verso investimenti importanti, o a una gestione più “rilassata” delle risorse finanziarie aziendali, col rischio di trovarsi presto o tardi a corto di liquidità.

Senza dimenticare che un calcolo corretto del fabbisogno di capitale circolante è fondamentale anche nelle prime fasi di un’impresa – ovvero quando sta per avviarsi.

Non a caso, il business plan di una nuova attività economica deve lasciare spazio anche al working capital requirement perché sia completo. Sapere in anticipo quanto capitale circolante serve a un’impresa è un dettaglio non da poco, specie per chi non sa ancora come muoversi nella gestione della liquidità aziendale.

Quello che, infatti, sfugge spesso ai manager che muovono i primi passi è la differenza tra il concetto di utile e il concetto di capitale circolante.

L’utile in un’azienda è la differenza tra i ricavi e i costi in un dato periodo. Si tratta certamente di un’informazione importante, che dà un’idea dell’andamento degli affari. Il capitale circolante riguarda invece la liquidità che hai in cassa, e quindi tutto ciò che può essere trasferito in contanti o usato sin da subito per coprire una spesa o pagare un fornitore.

Se è vero che l’utile rappresenta un dato importante, va sottolineato però che si tratta di un dato che rischia di confondere: l’utile infatti non dice nulla sulla liquidità disponibile, ovvero sul denaro che puoi effettivamente spendere in un determinato momento.

E come abbiamo già scritto, non sempre la vendita di un prodotto o servizio arriva in concomitanza con la sua produzione. Perciò potresti aver prodotto (e speso) moltissimo in un dato periodo dell’anno, ma veder arrivare i primi pagamenti dopo diverso tempo.

Insomma, per valutare se la tua attività è in grado di far fronte alle spese, non devi guardare agli utili ma al capitale circolante. E per capire quanto gliene serve – e quindi arrivare a una corretta previsione del fabbisogno – ci vuole un calcolo preciso.

Vorresti ricevere un esempio di tabella di previsione? Scarica il tuo Excel gratuito!

IT - Modello Excel - Piano di tresoreria

Il valore del capitale circolante netto per valutare il tuo fabbisogno

Per fare una giusta valutazione del fabbisogno di capitale circolante della tua impresa, hai bisogno di alcuni dati imprescindibili. In particolare, devi conoscere il valore delle:

  • attività correnti, ovvero la liquidità disponibile, ma anche tutto ciò che sarà trasformato in liquidità entro un anno, e quindi: prodotti nel magazzino, crediti da riscuotere, pagamenti anticipati in entrata, ecc.
  • passività correnti, ovvero i soldi da spendere entro un anno, e che riguardano: finanziamenti da rimborsare, fatture da saldare, ratei passivi e qualsiasi altro debito a breve termine.

A partire da questi dati, possiamo calcolare il capitale circolante netto (o anche CCN) attraverso questa formula:

capitale circolante netto = attività correnti – passività correnti

Il valore del capitale circolante netto ti aiuterà, in seguito, ad avere una visione più chiara dei livelli di liquidità necessari alla tua impresa. Inoltre, una volta utilizzata la formula, potresti trovarti di fronte a scenari la cui analisi offre uno spunto interessante per capire lo stato di salute finanziario della tua azienda.

Per esempio, potrebbe emergere una situazione in cui il capitale circolante netto è in positivo. Ciò vuol dire che il tuo business ha abbastanza risorse finanziarie per poter coprire le sue spese.

Al contrario, se il risultato è un numero negativo, la formula ti indicherà una situazione in cui le risorse che hai a disposizione non sono sufficienti e pertanto avrai bisogno – probabilmente nel breve termine – di un prestito di liquidità da cui attingere per far fronte alle spese.

L’analisi di questo dato, inoltre, ti fornisce anche un’altra informazione utile. È il caso per esempio di quelle attività economiche che hanno troppo capitale circolante: una situazione di questo tipo è indice di una gestione imprecisa delle risorse, che non vengono per esempio reinvestite allo scopo di migliorare il rendimento.

Ottimizza il fabbisogno di capitale circolante con questi consigli

Il fabbisogno di capitale circolante si genera quindi da un gap temporale tra il denaro in entrata e il denaro in uscita nel corso del periodo di attività dell’impresa. Incassi ed esborsi raramente coincidono, rischiando di rendere necessario sul lungo periodo il ricorso a finanziamenti sempre più cospicui.

Una soluzione per tenere sotto controllo il fabbisogno di capitale circolante può essere una gestione più regolare dei pagamenti e degli incassi.

👉 Tutto sull'ottimizzazione del capitale circolante:

Potresti per esempio scegliere di accorciare i tempi di incasso delle tue fatture. Se, per esempio, hai stabilito un saldo entro sessanta giorni, una strategia efficace per gestire il WCR potrebbe essere dimezzarlo, chiedendo il pagamento entro il mese lavorativo.

Allo stesso tempo, potresti lavorare sul rapporto con i tuoi fornitori, provando a estendere i tempi di pagamento. Si tratta certamente di una soluzione più complicata: non sempre i fornitori si dimostrano disponibili a una simile rinegoziazione. Ma quando puoi contare su partner di lunga data, un’operazione del genere risulta più facile e molto utile per gestire i flussi di denaro. Tempi più lunghi di pagamento, infatti, ti consentono di recuperare la liquidità che ti serve per far fronte alle spese, lavorando su strategie di vendita o impostando diversamente il rapporto con i tuoi clienti.

Un’altra possibilità riguarda invece la gestione dell’inventario, e in particolare il ricambio della merce. Per tenere sotto controllo il fabbisogno di capitale circolante, infatti, una strada che può rivelarsi efficace potrebbe essere quella di liquidare tutta la merce già a disposizione prima di acquistarne di nuova. Questa soluzione, però, potrebbe rivelarsi pericolosa, perché potresti andare incontro a carenze di inventario che rischiano di compromettere il rapporto con i tuoi clienti.

Per concludere, l’uso di un software per la gestione dei flussi di cassa, come Agicap, può aiutarti a tenere sotto controllo il fabbisogno di capitale circolante, perché ti permette facilmente di monitorare la tesoreria in tempo reale e fare previsioni per il futuro.

Con Agicap puoi:

  • monitorare lo stato della tesoreria in tempo reale, scaricando con un clic i tuoi movimenti bancari
  • realizzare scenari previsionali per il futuro grazie al nostro previsionale dinamico
  • integrare facilmente i tuoi tool di contabilità
  • creare report aggiornati da condividere con investitori e banche
  • avere una visione di gruppo (o per singola entità) in caso di gruppi di aziende.

Cosa aspetti, prova Agicap gratuitamente e senza impegno!

CTA Blog Agicap Italia


Iscriviti alla nostra newsletter

Potrebbe interessarti anche