Rischio aziendale: tipologie, come si valuta

Il rischio aziendale è un tema chiave per chiunque si trovi a gestire un’impresa. Gli imprevisti, in qualsiasi attività economica, sono di diversa natura e sono sempre dietro l’angolo. Queste minacce potrebbero derivare dall’ambiente economico esterno, comprese le forze macroeconomiche ben al di fuori del controllo della direzione (come l'inflazione, i tassi di cambio o i tassi di interesse…), rischi specifici del settore, come il livello di concentrazione, il rischio normativo, o fattori che riguardano la gestione dell’azienda. In questo articolo analizzeremo cosa si intende per rischi aziendali, quali sono le principali categorie e come si procede alla loro valutazione.
Come si può definire il concetto di rischio?
Quando si parla di rischio aziendale ci si riferisce all’esposizione di un'impresa a tutta una serie di fattori che possono minacciare la capacità di un'azienda di raggiungere i propri obiettivi finanziari, incidere negativamente sui profitti o, nel caso peggiore, portare al fallimento.
I fattori che possono convergere per creare un rischio aziendale sono numerosi e di diversa natura. Per semplicità si possono identificare due tipologie di rischi, interni ed esterni all’azienda.
Si parla di rischi interni, quando le responsabilità per eventi che causano perdite o il fallimento dell’impresa sono interne all’azienda. Pensiamo ad esempio a una strategia sbagliata di vendita, o all’espansione su un mercato estero che si rivela un flop, piuttosto che a eccessivo ricorso all’indebitamento. Insomma, tutti rischi legati alla capacità dell’azienda di competere sul mercato.
Altre volte le fonti di rischio sono esterne all’azienda, quindi imprevedibili. Qualche esempio? Pensiamo alla pandemia da COVID-19, un evento non calcolato che ha, complice il successivo lockdown, mandato a picco la domanda di molti prodotti e servizi (pensiamo al settore dei viaggi, per esempio), creando allo stesso tempo strozzature sul fronte delle forniture di alcuni beni. Stesso discorso è successo lo scorso anno con lo scoppio della guerra in Ucraina, e la conseguente crisi energetica, che da mesi sta mettendo a dura prova i costi delle aziende, oltre a quelle delle famiglie.
Alla luce dell’imprevedibilità che caratterizza il rischio aziendale è dunque impossibile per un'azienda proteggersi completamente dai pericoli. Esistono tuttavia alcuni strumenti di mitigazione del rischio associati alla gestione di un’impresa che, se ben utilizzati, possono talvolta evitare o comunque ridurre le conseguenze negative di tali minacce sulla redditività e sulla liquidità aziendale.
Quali sono le principali tipologie di rischio aziendale?
In generale, il rischio aziendale può essere suddiviso in alcune tipologie principali:
Rischio finanziario
Deriva dall'uso eccessivo della leva finanziaria e si verifica quando un'azienda per esempio fa molto affidamento sul debito come fonte di finanziamento.
Una società che fa largo uso del debito finisce per subire in maniera significativa gli effetti dell'aumento dei tassi di interesse. È quello che sta succedendo negli ultimi mesi per effetto dell’aumento del costo del denaro da parte della Banca Centrale Europea: il rialzo dei tassi di interesse ha messo imprese e famiglie nella condizione di dover far fronte ad aumenti significativi nei costi di finanziamento. Per avere un’idea più precisa. Se a dicembre 2021 l'interesse medio applicato per i prestiti alle imprese era sotto l'1,3%, a dicembre 2022, al termine di un anno di rialzi dei tassi, il costo era quasi triplicato, avvicinandosi al 3 e mezzo per cento (dati ABI). L'aumento di esborso, oltre ad appesantire i bilanci aziendali, ha avuto anche l'effetto di far diminuire le richieste di liquidità. Nell'anno solare 2022 le domande sono infatti calate del 5,7% rispetto al 2021, con una contrazione più marcata per le imprese individuali rispetto alle società di capitali, che hanno dimensioni maggiori (dati CRIF)
I rischi finanziari comprendono:
- rischi di liquidità: è il rischio connesso alla difficoltà di smobilizzare un’attività in tempi rapidi e a un prezzo di mercato, ovvero di accedere tempestivamente alle risorse finanziarie necessarie all’azienda a costi sostenibili;
- rischi di credito: è il rischio di incorrere in perdite a causa dell’inadempienza o dell’insolvenza della controparte.
- rischi di mercato: è legato a oscillazioni del valore di attività/passività a seguito di variazioni delle condizioni di mercato (prezzo, tasso, cambio, commodity)
Rischi di compliance
Esprimono il rischio derivante dalla mancata conformità a leggi, regolamenti o normativa interna. Tali rischi possono dare origine a effetti negativi connessi a sanzioni, penali, ammende, perdite economiche e, nei casi più gravi, a danni alla reputazione aziendale con conseguenti perdite, richieste di risarcimento, perdita di immagine, ecc.
Rischi strategici
Sono quei rischi che potrebbero minacciare l’attuale posizione competitiva e il conseguimento degli obiettivi strategici dell’azienda. Possono in particolare essere legati a variabili macroeconomiche, al sistema economico e finanziario, a iniziative messe in atto da clienti e fornitori, all’evoluzione dello scenario normativo, all’evoluzione della tecnologia, ecc.
Rischi operativi
Sono i rischi di perdite insiti nell’operatività aziendale, derivanti da errori umani; dal non corretto funzionamento dei processi interni e dei sistemi; da comportamenti non leciti connessi a condotte fraudolente di manager, di dipendenti o di esterni; rischi di natura legale; inadeguati comportamenti nelle condotte con clienti e fornitori; ecc.
Rischi reputazionali
Una copertura negativa nei media o recensioni pessime sono rischi che sono sempre esistiti, ma che negli ultimi anni sono sempre più amplificati dai social media. Ogni volta che la reputazione di un'azienda viene rovinata corre il rischio di perdere clienti e di soffrire la fedeltà alla marca.
Rischi puri
I rischi puri sono legati a eventi esterni in grado di influire negativamente sull’azienda. Rientrano in questa categoria i rischi cosiddetti “assicurabili” e cioè associati a eventi come calamità naturali, a danni, a infortuni o incidenti che in genere possono arrecare a terzi danni, come anche atti terroristici, rapine, furti, ecc.
Mappatura dei rischi aziendali in Italia
Al di là delle categorie generali, i tipi di rischi a cui le imprese sono esposte non sono sempre gli stessi. Nel corso degli anni, i cambiamenti intervenuti nell’ambiente in cui le imprese operano hanno modificato la mappatura dei rischi aziendali. Si pensi solo ai rischi legati all’ambiente o alle minacce informatiche, pericoli che negli ultimi anni si sono moltiplicati in via esponenziale fino a salire in cima alle preoccupazione di manager e dirigenti di impresa.
Indicazioni molto interessanti a questo proposito arrivano dall’Allianz Risk Barometer, che ogni anno elenca i principali rischi percepiti dalle aziende a livello globale.
Stando alle aziende italiane, nel 2023, secondo l’ultimo sondaggio Allianz, i rischi informatici e l’interruzione di attività rappresentano i principali due timori delle aziende del nostro Paese, (rispettivamente con il 47% e il 37% delle risposte). Segue a ruota, al terzo posto, una new entry: ovvero la crisi energetica, diventata un vero e proprio incubo per il 32% delle imprese.
Vediamo nel dettaglio la Top 10 dei rischi in Italia, in ordine di importanza, secondo l’ultimo Allianz Risk Barometer:
- Rischi informatici;
- Interruzione delle attività (anche della supply chain);
- Crisi energetica (carenza/interruzione della fornitura/fluttuazione dei prezzi)
- Cambiamenti nello scenario macroeconomico (inflazione/deflazione, programmi di austerity, aumento dei beni di consumo primari);
- Cambiamenti climatici (rischi fisici, rischi operativi, rischi finanziari e rischi di reputazione derivanti dal riscaldamento globale)
- Cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare (sanzioni economiche, protezionismo, disgregazione dell’Eurozona);
- Catastrofi naturali (tempeste, inondazioni, terremoti);
- Incendio, esplosioni;
- Cambiamenti nei mercati (aumento della competizione/arrivo di nuovi operatori, fusioni e acquisizioni, stagnazione e fluttuazione del mercato)
- Rischi politici (guerra, terrorismo, rivolte)
Mitigazione del rischio aziendale: come funziona il risk management
Di fronte al proliferare di rischi di diversa natura, le aziende non possono fare altro che investire tempo e denaro nella gestione del rischio aziendale, quella che viene definita come risk management, ovvero uno dei processi metodici di identificazione e creazione di risposte a potenziali eventi che rappresentano rischi per il raggiungimento degli obiettivi strategici.
Per attivare una corretta gestione dei rischi aziendali è necessario prima di tutto procedere all’identificazione del rischio aziendale. La domanda da porsi è la seguente: che rischi sopporta la tua impresa?
Individuare i fattori esterni e interni che possono incidere negativamente sulla performance aziendale e analizzarli in modo completo è fondamentale per procedere alla definizione del piano di azione.
Il lavoro di analisi del rischio aziendale, però, non può considerarsi concluso con la semplice individuazione del rischio.
Per stabilire una corretta strategia di risk management è necessario valutare le conseguenze che ciascun rischio può avere sull’azienda. L’analisi, in questo caso, può essere qualitativa o quantitativa. Più l’analisi sarà precisa, più sarà facile prepararsi alla fase successiva, quella dell’elaborazione di un piano per affrontare eventuali rischi prima che diventino troppo grandi.
Una volta chiariti i rischi potenziali e il loro impatto vanno implementate delle strategie per gestirli. Alcuni rischi possono essere mitigati, prevenuti e ridotti: ovvero si può ridurre la probabilità che si verifichino o diminuire l’entità del loro impatto.
Per capirci. Frequenti aggiornamenti software possono ad esempio rendere più difficili gli attacchi informatici, backup frequenti ne diminuiscono l’impatto. Ci sono poi dei rischi che possono essere trasferiti ad un’assicurazione, ad esempio, o a un partner, altri ancora infine possono essere assunti consapevolmente, totalmente o in parte.
Ovviamente rischi e obiettivi aziendali mutano nel tempo. Va quindi attuato un continuo monitoraggio dell’evoluzione dei rischi e dello stesso processo di risk management.
Sintetizzando, i passi specifici da intraprendere nella gestione del rischio aziendale sono:
- Identificare i rischi che influiscono sui tuoi obiettivi aziendali;
- Analizzare i rischi calcolando le conseguenze per ogni rischio;
- Rispondere al rischio adottando la strategia appropriata necessaria per mitigare il rischio;
- Monitorare i rischi e le opportunità in modo costante.
Per concludere
I rischi nell'era odierna della digitalizzazione e del cambiamento climatico si sono moltiplicati in numero e complessità. In questo contesto, un’organizzazione aziendale che possa definirsi efficiente dovrà ottimizzare la risposta ai rischi e migliorare il processo decisionale all'interno di ogni settore di un'organizzazione. Il mancato calcolo della propensione al rischio e la gestione del rischio può portare a controversie, una reputazione rovinata e una riduzione degli asset.
Se è vero che sul mercato esistono polizze assicurative che coprono tutta una serie di rischi aziendali (dall’incendio, agli attacchi informatici, passando dalle calamità naturali), la migliore assicurazione contro i rischi è la prevenzione. Molti potenziali pericoli possono essere affrontati attraverso la formazione dei dipendenti, la manutenzione delle attrezzature e dei locali fisici della tua azienda, solo per fare qualche esempio.
Nel caso dei rischi finanziari, un’arma da non sottovalutare è il monitoraggio costante della liquidità. Gestire bene il flusso di cassa significa seguire le entrate e le uscite monetarie e monitorare numerosi indicatori per sapere quale strategia adottare (prestiti e investimenti, tra gli altri). Una gestione di tesoreria fatta male può rapidamente mettere l’azienda in pericolo.
A grandi linee, tuttavia, un’azienda può dirsi al sicuro dal rischio di liquidità quando può:
- convertire rapidamente le attività liquide in contanti;
- accedere ai prestiti e diversificare le fonti di finanziamento.
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