Cosa si intende per leva finanziaria

Con il termine “leva finanziaria” (in inglese “leverage”) si fa riferimento alla possibilità di contrarre debiti allo scopo di incrementare i profitti. In ambito finanziario, il leverage è uno strumento di investimento tanto efficace quanto insidioso, in grado di generare guadagni significativi, ma anche perdite cospicue, se utilizzato in maniera incauta. Nel contesto dell’economia aziendale, la leva, o rapporto di indebitamento, rappresenta anche un indicatore dello stato di salute di un’impresa. In questo articolo vediamo insieme cosa si intende per leva finanziaria, in quali contesti si utilizza e quali sono le sue caratteristiche principali.
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Leva finanziaria: cos’è
Nell’ambito del linguaggio finanziario, il concetto di leva finanziaria indica uno strumento che permette di compiere investimenti per un importo superiore al capitale effettivamente posseduto, beneficiando, di conseguenza, di un rendimento potenziale maggiore. Anche conosciuta come “leverage”, la leva finanziaria consente quindi di contrarre debiti allo scopo di aumentare i profitti generati e può essere utilizzata sulla maggior parte dei mercati, come il forex, le azioni, gli indici, i bond, ecc. Un esempio di operazione che utilizza la leva finanziaria è il leveraged buyout, una procedura che permette di acquisire una società tramite l’indebitamento della stessa.
Il ricorso alla leva finanziaria aumenta il rendimento che si può ottenere da un investimento, ma espone, altresì, al rischio di perdite importanti. Questo perché tanto i guadagni quanto le perdite vengono calcolati sull’investimento complessivo (che comprende sia il capitale effettivamente posseduto, sia quello preso in prestito) e risultano quindi, nel bene e nel male, amplificati.
Leva finanziaria: come funziona
Tramite la leva finanziaria si possono acquistare o vendere attività finanziarie impiegando un capitale superiore a quello che si ha effettivamente a disposizione, beneficiando di un rendimento potenziale superiore a quello diretto. Ciò è possibile grazie all’intervento di un intermediario (broker o banca) che si incarica di colmare la differenza tra il capitale investito e l’importo necessario per l’acquisto di un titolo o di un altro asset. Si tratta, in pratica, di una strategia di investimento che permette di realizzare profitti potenzialmente elevati prendendo del denaro in prestito.
Leva finanziaria: esempio
Per comprendere meglio il funzionamento delle leve finanziarie prendiamo in esame un esempio molto semplice. Ipotizziamo che tu voglia investire su un titolo, avendo a disposizione un capitale di 1.000€, prevedendo di ottenere un guadagno del 30%.
La prima scelta che puoi fare è operare senza leva, acquistando il titolo per 1.000€. In questo caso, se le cose andassero come avevi previsto e il titolo subisse effettivamente un rialzo del 30%, ti ritroveresti con 1.300€ in tasca, guadagnando quindi 300€ (il 30% di 1.000€). Nel caso opposto, rimarresti invece con 700€.
L’altra strada che puoi prendere è il ricorso alla leva finanziaria. Ad esempio, potresti decidere di investire i tuoi 1.000€ utilizzando una leva 1:10, che ti permette di decuplicare il tuo capitale. Così facendo, finiresti per investire in totale 10.000€: i 1.000€ che possiedi più 9.000€ forniti da un intermediario. A questo punto, se le tue previsioni di rendimento si rivelassero esatte, guadagneresti 3.000€ (il 30% di 10.000€) su un capitale iniziale di 1.000€, ottenendo dunque un profitto del 300%. Tuttavia, nella situazione opposta, ti ritroveresti con soli 7.000€ in tasca e con la necessità di restituire i 9.000€ presi in prestito, registrando una perdita considerevole.
La leva finanziaria ti offre anche un’altra possibilità, oltre a quella di massimizzare gli utili: conseguire lo stesso guadagno che otterresti senza leva, ma immobilizzando meno capitale. Riprendendo l’esempio sopra, utilizzando la leva 1:10 potresti guadagnare gli stessi 300€ che guadagneresti con l’acquisto diretto, riducendo però di 10 volte il capitale utilizzato (100€ invece di 1.000€).
In conclusione, la leva finanziaria permette sia di accedere a rendimenti superiori rispetto a quelli che ci si potrebbe permettere con il proprio capitale (ma anche maggiori perdite, quando le cose vanno male) sia, da un altro punto di vista, di ottenere gli stessi guadagni, ma impegnando un capitale inferiore.
Leva finanziaria nel trading
La leva finanziaria si è diffusa nel mondo del trading per rispondere alle esigenze dei piccoli investitori di accedere ai mercati finanziari, in quanto permette loro di investire più soldi rispetti a quelli che effettivamente possiedono sul proprio conto. In pratica, quando si fa trading con la leva finanziaria, si versa solo una piccola parte del valore complessivo del prodotto su cui si vuole investire, poiché la parte restante viene messa a disposizione dal broker sotto forma di prestito.
In altri termini, la leva finanziaria consente ai trader di realizzare un investimento utilizzando il capitale preso in prestito da un broker e, dunque, di massimizzare i guadagni a fronte di un esborso minimo. Tale esborso, definito margine o requisito di deposito, corrisponde alla somma di denaro che il broker richiede al trader di avere sul conto come garanzia e rappresenta una percentuale dell’investimento totale.
Margine e rapporto di leva sono strettamente correlati, in quanto l’uno determina il valore dell’altro: più la leva è alta, minore è il margine richiesto e, viceversa, più la leva è bassa, maggiore è il margine necessario.
Il denaro che rimane nel conto del trader una volta sottratto il margine richiesto dal broker a garanzia delle posizioni aperte viene chiamato invece margine disponibile (o utilizzabile) e può essere impiegato per aprire nuove posizioni.
Leva finanziaria: vantaggi e rischi
Come si può evincere da quanto detto finora, la leva finanziaria rappresenta un’arma a doppio taglio. Si tratta, infatti, di un vero e proprio amplificatore dei risultati ottenibili da un investimento, sia in positivo (dal punto di vista dei guadagni), sia in negativo (per quanto riguarda le perdite). Di seguito riassumiamo pro e contro delle leve finanziarie.
Il vantaggio principale offerto dalla leva è che permette di vincolare solo una piccola parte del proprio capitale e, dunque, di conservare una maggiore liquidità in portafoglio, che può essere utilizzata per altri investimenti. In questo modo si possono realizzare diversi investimenti contemporaneamente, invece che solamente uno o due, così da diversificare meglio il proprio capitale rispetto a quanto sarebbe stato possibile acquistando i beni in maniera diretta. La leva finanziaria, di conseguenza, consente di ambire a rendimenti più elevati di quelli che potremmo permetterci, rendendo accessibili anche i mercati più elitari (altrimenti riservati agli investitori più facoltosi).
Per contro, come già più volte ribadito, investire con la leva finanziaria significa assumersi rischi più ampi. Se usato in maniera imprudente – ad esempio perché si è optato per leve troppo alte o perché non sono state fatte delle previsioni accurate – questo strumento può generare perdite significative.
Bisogna considerare, poi, la possibilità della cosiddetta chiamata a margine, o margin call, che si verifica quando i il margine utilizzabile (ovvero il denaro disponibile sul conto) scende sotto una certa soglia e, in mancanza di un’integrazione dei fondi, comporta la chiusura di tutte le posizioni aperte per evitare che le perdite superino il capitale posseduto.
Per concludere, sebbene la leva finanziaria rappresenti indubbiamente uno strumento di investimento valido, è bene utilizzarlo con assoluta cautela, soprattutto in mancanza di una solida esperienza, in quanto può pregiudicare in maniera significativa il proprio budget.
Leva finanziaria e azienda
Dal punto di vista dell’economia aziendale il concetto di leva finanziaria assume un significato differente: essa rappresenta, nello specifico, un indicatore dello stato di salute dell’impresa. Anche chiamata rapporto di indebitamento, la leva finanziaria segnala il grado di indebitamento di un’azienda e corrisponde al rapporto tra il capitale totale (capitale proprio + capitale di terzi) e il solo capitale proprio.
Maggiore è il rapporto di indebitamento di un’azienda, maggiore è il rischio associato a un investimento su di essa e, dunque, maggiori saranno i tassi di interesse applicati da chi concede prestiti. Di conseguenza, un’azienda con un rapporto di indebitamento alto, oltre a essere esposta al rischio di fallimento, tenderà a ricorrere sempre meno ai finanziamenti esterni, in quanto meno convenienti, e cercherà altri mezzi per procurarsi nuove risorse (ad esempio un aumento di capitale, nel caso di società per azioni).
Il ricorso all’indebitamento può quindi essere conveniente per un’azienda soltanto finché i rendimenti che si ottengono utilizzando i capitali ottenuti in prestito superano il costo degli interessi da pagare sul debito.
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