Fattura non pagata, come comportarsi

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Quello delle fatture non pagate è un problema sempre più ricorrente per le piccole-medie imprese. Specialmente in un periodo di crisi economica che coinvolge gran parte delle aziende italiane ed europee. Vuoi sapere come comportarti per far sì che ti venga accreditato il compenso che ti spetta? Leggi la guida che ti aiuterà a salvaguardare la liquidità della tua azienda.

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Risultano delle fatture non pagate in azienda e questo giustamente ti crea non pochi problemi. Ma cosa devi fare per riuscire a ottenere il credito che ti spetta? Prima di continuare, vediamo quali sono gli aspetti a cui devi porre attenzione durante un’attesa di pagamento.

Se la fattura non viene riscossa, un primo problema potrebbe essere di tipo contabile. Monitorare diverse fatture non pagate significherebbe impiegare più dipendenti al controllo del loro stato. Per non parlare dei possibili storni da fare qualora il credito fosse insoluto e bisognerebbe agire per vie legali.

In ogni caso, vediamo di seguito quale procedura dovresti prendere in considerazione per riscuotere il pagamento.

Fattura non pagata: come recuperare il credito non ricevuto

Una fattura non pagata è palesemente un problema. Indipendentemente dalla quantità di fatture non riscosse, anche un solo credito insoluto potrebbe crearti problemi. Un’azienda vive di liquidità e, quando tale solidità viene a mancare, non ci sono i presupposti per farla andare avanti in modo sano.

Tuttavia, ti suggeriamo una serie di soluzioni informali su come sollecitare una fattura non pagata pur non intervenendo per via legale come, ad esempio, tramite un’agenzia di recupero crediti.

Mancato pagamento fattura elettronica: contatto informale

Se i termini pattuiti per il pagamento sono scaduti, la fattura non risulta pagata e non sai cosa fare, ti suggeriamo di scrivere una email informale o chiamare il tuo cliente e ricordargli del credito non riscosso.

L’email o il messaggio potrebbe essere simile a questo:

Gentile NOME CLIENTE, dal momento in cui sono trascorsi i termini pattuiti da quando è stato concluso il lavoro, _non abbiamo ancora ricevuto il pagamento relativo alla fattura n_° NUMERO FATTURA. Ci auguriamo che non si siano verificati problemi di ricezione o di diversa natura. Per qualsiasi evenienza, siamo a sua disposizione.”

In questo testo, ti accorgerai di due elementi importanti:

  • il dettaglio relativo al numero di fattura
  • la frase “da quando è stato concluso il lavoro”.

Nel primo caso, il numero della fattura è un dettaglio utile da riportare per dare tutti gli elementi necessari al cliente per risalire al documento a cui fa riferimento la tua richiesta. Tuttavia, non si tratta di un dato obbligatorio da riportare, poiché il pagamento può essere riscosso a lavoro concluso anche prima di emettere la fattura. Quest’ultima è comunque un documento importante a livello burocratico per dimostrare il servizio svolto/il prodotto venduto.

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Come recuperare i soldi da fatture non pagate con una diffida formale

Un’altra soluzione valida per recuperare il credito da fatture che non sono state pagate è la messa in mora o diffida formale. Affinché abbia una validità legale, dovrai inviare una lettera scritta oppure un messaggio di posta elettronica certificata (PEC).

Nel primo caso è indispensabile che la lettera sia inviata al debitore come raccomandata con ricevuta di ritorno. Tale opzione ti consentirà di poter comprovare l’effettiva e conseguente ricezione del cliente che ti deve il pagamento.

Per la PEC, invece, un’osservazione importante va fatta sugli allegati: nonostante la posta elettronica certificata abbia un valore legale, qualora dovessi allegare un file quest’ultimo potrebbe non essere portato come prova in tribunale. Dunque ti suggeriamo di fare un copia e incolla dell’allegato sul corpo della PEC in modo tale che tu possa stare al sicuro nel caso in cui tale prova dovesse finire nelle mani di un giudice.

Come sollecitare una fattura non pagata con il decreto ingiuntivo

Se il debitore dovesse continuare a rifiutarsi di pagare, a questo punto non ti resta che sollecitare una fattura non pagata tramite un decreto ingiuntivo. La procedura potrebbe essere più veloce ed economica rispetto a una causa diretta in tribunale.

Con il decreto ingiuntivo, il giudice ti inviterà a depositare la documentazione idonea a comprovare il credito che ti spetta. Al debitore verrà notificata un’ingiunzione in cui gli verranno concessi 40 giorni di tempo per restituire il debito.

Prima di tale periodo, il debitore potrà agire in due modi:

  1. ammettere l’obbligazione: in questo caso sarà costretto a pagare fin da subito il credito che spetta al creditore.
  2. opporsi: chiederà al giudice di annullare il decreto contro di lui.

Nel secondo caso, si darebbe vita a una causa (obbligatoriamente) attraverso la quale la risoluzione è prevista esclusivamente in tribunale.

Sarà la sentenza finale a decretare rispettivi torti e ragioni di ambe le parti. Il debitore potrà ricevere la revoca del pagamento se il giudice lo riterrà opportuno, oppure essere condannato al pagamento del debito aggiungendo alla cifra iniziale anche le spese legali.

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Fattura emessa e non pagata: la risoluzione tramite esecuzione forzata

In caso di fattura emessa e non pagata, l’ultima spiaggia per poter recuperare il proprio denaro è tramite esecuzione forzata. Tramite il tuo avvocato, ti verrà suggerito di notificare al debitore prima la sentenza e successivamente il precetto.

La fase del precetto è quella decisiva: si tratta di un iter processuale attraverso il quale il debitore viene intimato al pagamento previo titolo esecutivo, ovvero con forte rischio di pignoramento. Per pignoramento si intende il sequestro di qualsiasi bene del debitore, indipendentemente che sia bene immobile, stipendio o conto corrente.

Il debitore avrà 10 giorni di tempo per pagare la cifra che ti spetta.

Il pignoramento dei beni è a discrezione del giudice, il quale valuterà se pignorare beni mobili, immobili oppure crediti ottenuti da terzi (stipendio, conti bancari, canoni d’affitto o pensione).

Un’altra domanda che devi porti è quando una fattura non pagata va in prescrizione. Questo perché scaduto tale termine, non potrai più avvalerti del credito che non sei riuscito a riscuotere.

Il termine di prescrizione dipende dal rapporto tra creditore e debitore. Nel caso di aziende, il tempo massimo solitamente è di dieci anni, che si riducono a tre anni per i professionisti quali medici, notai, avvocati, ingegneri e così via. Cinque anni, invece, è il tempo previsto per i contratti frazionati in più tempo, ad esempio per quelli mensili o semestrali.

Ti ricordiamo che la diffida formale è una soluzione per interrompere la prescrizione, purché venga tenuta in considerazione. Per fare un esempio pratico, ipotizziamo che tu spedisca al debitore, una diffida formale in data 10 marzo 2022 e che il destinatario la riceva il 15 marzo 2022. Per legge, dovrai tenere in considerazione la data di ricezione della messa in mora e non di quella di invio.

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