Come si calcola il profitto di un'azienda?

Potrebbe sembrare una domanda superflua, ma nella realtà, quando si parla di un'impresa che fa profitto, è necessario intendersi su quali sono i parametri utilizzati per misurarlo. Un conto è dire che si guadagna, un’altra cosa è calcolare la redditività in modo concreto. Di solito l’imprenditore, che ha il polso della sua impresa, fa riferimento a tutta una serie di strumenti per misurare la profittabilità. Si tratta di indicatori di diverso tipo e specie. In questo articolo ci occuperemo di quelli che vengono utilizzati più frequentemente.
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Gli indici di redditività dell’impresa
Prima di inoltrarci nell'analisi dei singoli indicatori, è necessaria una premessa. Si parla di impresa che fa profitto, quando i suoi ricavi generati da un'attività aziendale superano le spese, i costi e le tasse per sostenere l'attività in questione. Tutti i profitti guadagnati vengono restituiti agli imprenditori, che scelgono di intascare i contanti o reinvestirli nell'azienda.
Una prima formula generale che possiamo dedurre è:
Profitti = ricavi totali - costi totali
Per misurare la redditività dell’impresa, esistono tutta una serie di indicatori sintetici che, oltre ad analizzare aspetti particolari della redditività, favoriscono un confronto più agevole tra bilanci di annualità differenti o anche di imprese diverse. È dunque importante conoscere questi indici, e prendere confidenza sul modo con cui si calcolano, poiché soprattutto nei rapporti con le banche vengono utilizzati con una grandissima attenzione.
In questo articolo, ci concentreremo su tre indici principali:
- ROI, redditività del capitale investito nell’impresa;
- ROE, redditività del capitale proprio;
- ROS, redditività delle vendite
ROI (return on investment)
Misurare il ROI (return on investment) in italiano (ritorno sull’investimento) significa rispondere alla domanda: quanto rende complessivamente il capitale investito nella propria attività?
Attenzione, in questo caso, quando parliamo di capitale investito, non parliamo solo della liquidità dell’imprenditore, ma di tutto quello che il titolare dell'impresa è riuscito a raccogliere sia mettendoci i suoi soldi sia quelli, ad esempio, presi a prestito dalle banche.
Il ROI viene calcolato attraverso un’operazione nella quale vengono inseriti il reddito operativo (o EBIT) al numeratore ed il capitale investito netto operativo al denominatore.
La formula del ROI è, dunque, la seguente:
ROI = Reddito operativo/Capitale investito netto
- Il reddito operativo fa riferimento alla cosiddetta gestione caratteristica, ovvero l’attività tipica di una certa impresa. Si trova nel conto economico ed è un valore ex imposte, proventi o oneri finanziari;
- Il capitale investito netto (CIN), invece, si trova all’interno dello stato patrimoniale e rappresenta l’ammontare degli investimenti per produrre in un dato periodo, per esempio durante l'arco di un anno;
ROI: un esempio
Un esempio per capire meglio come si calcola il nostro indicatore. Immaginiamo di avere un risultato operativo di 10.000 euro e 500 euro di capitale investito netto operativo:
- ROI= 10.000/500= 20
In questo caso, 20 indica che per ogni euro investito nella nostra attività principale, il guadagno è pari a 20 euro.
ROE (return on equity)
Se il ROI accende i riflettori sul totale dei soldi investiti da un imprenditore, indipendentemente dalla sua provenienza, il ROE (return on equity), concentra l’attenzione su quanto rende il capitale conferito all'azienda dai soci a titolo di capitale proprio o di rischio.
Si calcola mettendo al numeratore l’utile netto dell’esercizio e al denominatore il patrimonio netto dei soci o dell’imprenditore (capitale sociale, utili anni precedenti e riserve).
ROE = Utile Netto/Capitale Proprio * 100
In altre parole, questo indice è in grado di valutare come il management sia riuscito a gestire i mezzi propri per aumentare gli utili aziendali. Il ROE non è solo determinato dalle scelte compiute nell’ambito della gestione caratteristica, ovvero del core business di un’azienda, ma anche dalle decisioni in merito alla gestione finanziaria e patrimoniale.
ROE: un esempio
Abbiamo visto la formula utilizzata per calcolare il ROE, ora mettiamola in pratica. Immaginiamo di voler investire in un’azienda X quotata in Borsa il cui utile netto sia di 60.000 euro e il patrimonio netto di 500.000 euro.
Sostituiamo i dati che abbiamo appena trovato nella formula del ROE e avremo:
ROE = (60.000/500.000) x 100 = 12%
Nel nostro esempio avremo quindi un return on equity del 12% e possiamo affermare che il denaro investito in questa società X rende il 12%.
Per giudicare la validità del ROE di una società spesso lo si confronta con il rendimento risk-free, ovvero il rendimento di quelle attività senza rischio (solitamente ci si riferisce ai titoli di stato).
Un esempio: se nell’impresa sono stati investiti 1 milione di euro a titolo di capitale di rischio, che rendono il 2%, probabilmente, sarebbe stato meglio prendere quei soldi e investirli in titoli di stato, poiché, si rischia di meno e, talvolta, si ottiene un rendimento superiore al 2%.
La differenza fra il ROE e il rendimento risk-free determina il premio al rischio, il premio che viene concesso all’investitore/finanziatore per scegliere di conferire capitali verso un’impresa, investimento più rischioso rispetto a quello di acquistare un titolo di stato. Maggiore sarà il ROE di una società, maggiore sarà l’appetibilità dell’azienda sul mercato azionario. In caso di ROE, ci si trova in una situazione così grave da erodere i mezzi propri.
ROS: return on sales
Abbiamo visto finora, la redditività confrontata agli investimenti, vediamo infine come si calcola la redditività media delle vendite. L'indicatore di riferimento, in questo caso, è il ROS (return on sales). Si tratta di un indice che misura la marginalità media ottenuta dal fatturato, ovvero quanto si guadagna dalle vendite prima delle imposte e degli oneri finanziari.
Si ottiene dividendo il reddito operativo e le vendite dell’esercizio.
ROS= reddito operativo/vendite*100
In altre parole, il ROS misura l'efficienza operativa dell'impresa. Un indice elevato è sintomo di buona salute operativa e commerciale dell'impresa.
Grazie al ROS è possibile fare comparazioni con le imprese che operano nello stesso settore. Se nel settore di riferimento la redditività delle vendite è dell'8% e l’azienda in questione ha un ROS del 2%, è molto probabile che ci siano delle criticità da affrontare, che potrebbero riguardare i prezzi di vendita o i costi di produzione.
ROS: un esempio
Prendiamo il caso di un'azienda che genera 100.000 euro di vendite e sostiene 90.000 euro di costi totali per generare i propri ricavi. Quest’ultima sarà meno efficiente di un'azienda che genera 50.000 euro di vendite ma mostra solo 30.000 di costi totali.
Azienda X:
Profitto operativo: 100.000-90.000=10.000
ROS: 10.000/100.000*100=10%
Azienda Y:
Profitto operativo: 50.000 -30.000= 20.000
ROS: 20.000/50.000*100= 40%
Se il team di gestione dell'azienda desidera aumentare l'efficienza, può concentrarsi sull'aumento delle vendite, oppure può concentrarsi sulla riduzione delle spese mantenendo inalterate le entrate.
Per concludere
Il calcolo degli indici analizzati in questi articoli dovrebbe rientrare nelle attività di contabilità che ogni imprenditore effettua per misurare la redditività della propria impresa. Solo in questo modo potrà valutare l’evoluzione della propria azienda nel tempo, ma anche raffrontare la propria situazione a quella di aziende concorrenti nel stesso settore.
Rispetto a dinamiche di mercato in continua trasformazione, quando si parla di redditività è importante poter effettuare le analisi su dati “freschi”, quindi aggiornati con frequenza. Una volta individuati gli indici di redditività su cui concentrarsi per soddisfare i propri bisogni informativi, è opportuno monitorarli nel tempo, così da poter mantenere dei riferimenti precisi. In caso di scostamenti significativi, sarà poi bene interrogarsi sui motivi che li hanno determinati. E agire di conseguenza.
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