Aziende in crisi: alcuni consigli per affrontare le difficoltà e mantenere il business in salute

Gli eventi degli ultimi anni hanno messo a dura prova le aziende italiane e i casi di crisi e fallimenti sono diventati sempre più numerosi. Come si fa a mantenere in salute la propria azienda e assicurarsi che non vada incontro a difficoltà finanziarie? La parola d'ordine è programmazione. Ma non solo. In questo articolo troverai alcuni suggerimenti da mettere in pratica per evitare che il tuo business si ritrovi in crisi e scongiurare il rischio di chiusura. Consigli che valgono sempre, ma che risultano ancora più importanti in un momento, come quello attuale, in cui la situazione economica pone le imprese di fronte a numerose sfide.
Imprese italiane sotto stress, cresce il rischio chiusura
Negli ultimi anni le piccole e medie imprese italiane hanno dovuto affrontare numerose sfide: prima il complesso periodo della pandemia, da cui alcune non sono mai riuscite del tutto a risollevarsi, poi la guerra in Ucraina, l'inflazione, i prezzi energetici alle stelle, l'aumento del costo del denaro, il caro bollette... Tutti questi fattori hanno messo a dura prova la sopravvivenza di numerose PMI, portandole sull'orlo del fallimento.
Stando a una stima di Confcommercio, sono circa 120 mila le imprese italiane a rischio fallimento nel 2023, per via dei costi e delle spese sempre più insostenibili, con la conseguente perdita di 370mila posti di lavoro. Si tratta prevalentemente di imprese artigiane, esercenti/attività commerciali o piccoli imprenditori che sono “scivolati” nell’area dell’insolvenza e, conseguentemente, sono stati segnalati dagli intermediari finanziari alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. Di fatto, questa “schedatura” preclude a queste attività di accedere a un nuovo prestito. Per i destinatari di questa misura è come se fossero stati condannati alla “morte civile”.
Ricordiamo, a questo proposito, che chi è schedato presso la Centrale dei Rischi difficilmente può beneficiare di un aiuto economico dal sistema bancario, rischiando, molto più degli altri, di chiudere. Gli imprenditori che “finiscono” in questa black list della Banca d’Italia non sempre lo devono a una cattiva gestione finanziaria della propria azienda. Nella maggioranza dei casi, infatti, questa situazione si verifica a seguito dell’impossibilità da parte di molti imprenditori di riscuotere i pagamenti dei committenti, che magari nel frattempo sono giunti al fallimento, innescando una pericolosa reazione a catena.
Premesso che la situazione economica attuale non è certo delle migliori, esistono però una serie di azioni che come titolare d'impresa puoi mettere in atto per porre il tuo business al riparo dalla crisi. Ne vedremo alcune in questo articolo. Ma prima di entrare nel dettaglio delle azioni da intraprendere, ricordiamo che da poco più di un anno, dopo una lunga gestazione, è entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi d’Impresa (approvato con il Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019, ma diventato efficace solo nel 2022), ovvero un insieme di 391 articoli che rappresenta il nuovo riferimento normativo in materia di procedure concorsuali e crisi da sovraindebitamento.
Come capire se l'azienda è in crisi: il Codice della Crisi d’impresa
Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, entrato in vigore il 15 luglio 2022, nasce con un doppio intento:
- consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese da una parte;
- salvaguardare la capacità imprenditoriale di coloro che vanno incontro a un fallimento di impresa dall’altra.
Il fallimento, come atto terminale della vita aziendale, così come è stato inteso fino ad oggi, non è più visto come la condizione normale a cui giungono le imprese in crisi, ma come un processo da evitare a tutti i costi grazie a procedure interne all’azienda, in grado di evidenziare sin da subito anomalie sul fronte della liquidità.
In questa nuova formulazione acquisiscono rilevanza fondamentale gli strumenti di prevenzione della crisi (allerta interna ed esterna e procedimento di composizione assistita), che rappresentano una sorta di "kit per la diagnosi" di cui tutte le imprese devono disporre per mettere sotto osservazione nel breve periodo i flussi di cassa e, in un orizzonte medio-lungo, il business plan. Questo offre all’azienda la possibilità di intervenire per tempo e, nell’ipotesi più rosea, rimettersi in sesto.
All’interno della nuova cornice normativa, il titolare di un’impresa deve prima di tutto dotarsi di sistemi informativi per monitorare la situazione economico-finanziaria con l’obiettivo di rilevare prima possibile eventuali segnali di crisi e attivarsi tempestivamente ai primi sintomi preoccupanti.
Al di là dei nuovi obblighi di legge, esistono tuttavia una serie di buone abitudini che come imprenditore o amministratore di una piccola e media impresa puoi adottare per evitare di far finire il tuo business sulla rotta sbagliata. Le vediamo nelle prossime righe.
Crisi aziendali: le cause principali
Vuoi che la tua azienda rimanga il più possibile al sicuro dal rischio di fallimento? La prima cosa da fare è capire i motivi comuni per cui le imprese tendono ad allontanarsi dalla solvibilità e andare in bancarotta. Solo tenendo bene a mente quello che non si deve fare, puoi evitare di finire in un corto circuito che può rivelarsi fatale per la sopravvivenza del tuo business.
Ecco alcune delle ragioni più comuni per cui si arriva al fallimento:
- Gestione superficiale delle finanze aziendali. Per mantenere la propria azienda in salvo da una possibile crisi non basta generare profitti, ma è altrettanto importante assicurarsi di gestire il denaro incassato in maniera corretta e attenta, facendo attenzione a non spenderlo troppo rapidamente o a realizzare investimenti sbagliati.
- Indebitamento eccessivo. La presenza di una certa quantità di debiti è perfettamente normale per un'azienda, purché non si oltrepassi un certo livello. In generale, si parla di indebitamento eccessivo quando i debiti aziendali superano il patrimonio netto.
- Problemi nella selezione e gestione del personale. Il successo di un business è determinato in buona parte dalle persone che ci lavorano. Assumere le persone sbagliate (dal punto di vista delle competenze, dell'esperienza, ecc.) e/o non preoccuparsi adeguatamente del benessere e della soddisfazione del proprio team, può influenzare in maniera irrimediabile la qualità del lavoro e i risultati generati, mettendo l'azienda in serio pericolo.
- Difficoltà ed errori nella pianificazione. Una programmazione ottimale delle attività è la chiave per garantire il buon andamento dell'impresa ed evitare carenze di liquidità. Per effettuarla, è fondamentale disporre di informazioni complete e accurate, a partire dalle quali elaborare previsioni che serviranno come base per le decisioni strategiche. In assenza di stime attendibili sui principali indicatori economici, infatti, è facile cadere in errore.
Come salvare un'azienda in crisi: elenco soluzioni
Cosa fare se, per via di uno o più dei fattori precedentemente elencati, ci si accorge che la propria azienda è sull'orlo del baratro? In questo caso è importante correre subito ai ripari, così da invertire la rotta prima che sia troppo tardi e assicurare la sopravvivenza del business. In generale, quando in un’impresa si verifica una crisi di liquidità, temporanea o prolungata che sia, la cosa fondamentale da fare è concentrarsi nella ricerca di nuova liquidità. Di seguito vediamo un elenco delle soluzioni che si possono adottare.
- Rinegoziazione dei contratti
Dai un'occhiata ai tuoi debiti. Analizza tutti i contratti con i fornitori, assegna loro una priorità e quindi inizia a rinegoziare i pagamenti, cercando di ridurre gli importi o di estendere i termini. Mentre alcuni potrebbero storcere il naso, altri accetteranno di buon grado un compromesso. Ricorda: i tuoi fornitori di certo non vogliono che tu fallisca! Per questo è molto probabile che vengano incontro alle tue richieste.
- Recupero di eventuali crediti insoluti
Contatta i clienti che ti devono dei soldi e occupati della loro riscossione. Un'altra cosa che puoi fare è richiedere ai tuoi clienti il pagamento anticipato di attività future, magari proponendo loro in cambio uno sconto.
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- Riduzione dei costi del personale e aumento della produttività
Per quanto doloroso possa essere, di fronte a una situazione di carenza di liquidità, a volte è inevitabile effettuare dei tagli sul personale per risparmiare sui costi fissi. Cerca di fare tutto il lavoro possibile con il minor numero di persone. Soprattutto quando la situazione è difficile, è meglio lavorare più ore con un gruppo più piccolo che meno ore con un gruppo più grande.
- Finanziamenti, agevolazioni e contributi per aziende in crisi
Un'altra strada che puoi percorrere in caso di difficoltà è il ricorso agli strumenti della finanza agevolata, un modo alternativo al credito bancario per recuperare liquidità. Tra questi troviamo, ad esempio, i contributi a fondo perduto, che vengono generalmente concessi per coprire delle spese già sostenute, oppure i finanziamenti agevolati, che presentano un tasso inferiore a quello di mercato.
Prevenire le crisi di liquidità: quale strategia seguire
Nel precedente paragrafo, abbiamo elencato alcune delle azioni che si possono intraprendere una volta verificata la presenza di squilibri importanti nei flussi di cassa. Non sempre, tuttavia, tali accorgimenti si rivelano efficaci: in molti casi, infatti, potrebbe essere troppo tardi per risollevare la situazione per via di una situazione di cassa eccessivamente compromessa. Ecco perché la chiave per evitare le crisi d’impresa è "prevenire" più che "curare". A questo principio si ispira il nuovo Codice della Crisi d’impresa ed è lo stesso che dovrebbe essere attuato nella gestione quotidiana di un'attività.
In particolare, se vuoi assicurati di mantenere sempre le tue finanze in equilibrio è fondamentale:
- Tenere sempre sotto controllo i flussi di cassa. Solo monitorando i principali indicatori di liquidità puoi tenere sotto controllo lo stato di salute del tuo business. In particolare fai attenzione che i volumi di vendite si traducano in cassa e, quindi, in redditività. Il detto anglosassone “Volume is vanity, profit is sanity, but cash is reality” dovrebbe essere la regola da seguire sempre: inseguire i volumi rischia di far perdere di vista il presidio della qualità della clientela e quindi del credito commerciale;
- Calcolare il punto di pareggio. I costi fissi sono l’ostacolo più importante verso la redditività: non conoscere e non monitorare il valore del proprio break even point rischia di far prendere decisioni errate.
Conclusioni
Come abbiamo visto in questo articolo, la crisi d’impresa si previene innanzitutto con un'attività regolare di programmazione e prevenzione. Questo, a sua volta, implica un’analisi costante della liquidità e una simulazione degli scenari futuri, al fine di:
- mantenere un’esposizione finanziaria equilibrata;
- valutare la sostenibilità dei debiti;
- migliorare il trend degli indicatori finanziari e il rating;
- garantire la stabilità del business nel lungo periodo.
Tutto ciò risulta ancora più importante in un panorama macroeconomico difficile come quello attuale, dove ogni passo falso può rivelarsi fatale.
Fondamentale, in particolare, è tenere sempre sotto controllo il proprio cash flow: un processo più facile in teoria che in pratica, soprattutto se viene fatto in maniera manuale, tramite l'utilizzo di fogli di calcolo Excel.
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