Qual è il valore minimo di vendite che mi consente di non andare in perdita? Se sei un imprenditore sai bene che dalla risposta a questa domanda dipende il successo o il fallimento della tua attività imprenditoriale. La ricerca di quel valore, che in contabilità aziendale si chiama punto di pareggio, o in inglese break even point, è frutto di un calcolo piuttosto semplice. In questo articolo vedremo nel dettaglio che cos’è e perché è importante.
Cosa significa punto di pareggio in economia aziendale? Definizione
Nella contabilità aziendale, il punto di pareggio (in inglese, break even point o break even, abbreviato in BEP) è il punto in cui la quantità prodotta di un certo articolo consente di raggiungere un livello dei ricavi pari ai costi sostenuti per la sua produzione. Tale valore può essere espresso in termini monetari, ma anche come numero di unità vendute.
Se questo concetto viene esteso a un’azienda, il break even point (BEP) non è altro che il momento in cui un progetto o un'impresa diventa finanziariamente sostenibile, ovvero quando la quantità di ricavi prodotti riesce a coprire la totalità dei costi aziendali.
Se si supera il punto di pareggio si ha un profitto. Viceversa, sotto quel livello, si misura una perdita. Come si può facilmente intuire, il punto di pareggio è indicatore rilevante per il successo di un’impresa, sia nella fase di startup sia nella gestione continuativa.
Per poter calcolare il punto di equilibrio, quella che in gergo si chiama Break even analysis, serve mettere in correlazione tre indicatori aziendali, ovvero costi, ricavi e volumi di produzione.
Vediamo nel dettaglio in cosa consiste il calcolo.
Come si calcola il Break even point (BEP)? La formula
Si ha equilibrio tra costi di produzione e ricavi di vendita quando vale l'equazione seguente:
Prezzo * quantità = costi fissi + costi variabili * quantità
Da qui la formula più semplice e più utilizzata per calcolare il punto di equilibrio:
Punto di equilibrio (BEP) = Costi Fissi / (Prezzo di vendita di una unità di prodotto – Costo variabile di una unità di prodotto)
- Costi fissi: sono quelli che l’imprenditore deve sostenere anche non producendo nulla. Esempi di costi fissi per un'azienda sono le spese mensili l’affitto, ammortamenti, manodopera fissa;
- Prezzo di vendita per unità: rappresenta quanto un'azienda addebiterà ai consumatori solo per uno dei prodotti per cui viene eseguito il calcolo;
- Costi variabili per unità: sono direttamente legati alla produzione di un prodotto, come la manodopera assunta per realizzare quel prodotto, i costi per l’acquisto delle materie prime, i consumi energetici ecc. I costi variabili spesso oscillano e sono in genere la spesa maggiore di un'azienda.
Ricorda che la ripartizione dei costi aziendali in fissi e variabili non è sempre semplice, in quanto alcuni costi fissi nel breve periodo possono trasformarsi in variabili con il passare del tempo.
Punto di equilibrio: come si trova? Un esempio
Facciamo un esempio per capire meglio. L’azienda X ha costi fissi pari a 45.000 Euro mentre il prezzo di vendita di una singola unità di prodotto Y è di 250 Euro e il costo variabile della singola unità Z è di 100 Euro.
Quindi:
- CF = 45.000
- PV = 250
- CVU = 100
La formula è la seguente:
BEP = Costi fissi / (Ricavi unitari – costi variabili unitari)
quindi:
BEP = 45.000 / (250 – 100) = 300
Il risultato indica che l’azienda deve produrre e fatturare 300 unità del prodotto Z per raggiungere il punto di pareggio e coprire i costi. Sotto tale limite, l’azienda sta lavorando in perdita mentre sopra tale soglia accumula utili.
Tieni presente che la differenza tra ricavi unitari e costi variabili unitari, genericamente indicata come margine di contribuzione, non è nient'altro che quella parte di ricavo totale che contribuisce alla copertura dei costi fissi prima e successivamente alla formazione dei profitti. Il punto in cui il margine di contribuzione comincia a generare un profitto è proprio il punto di equilibrio di cui stiamo parlando.
Il punto di pareggio nel business plan
Anche se, come abbiamo accennato, il punto di pareggio è uno strumento di controllo efficace in tutte le fasi della vita di un'azienda, lo è ancora di più nelle prime battute, ovvero nella fase di start-up.
Non è infatti un caso che durante la stesura del business plan, la break-even analysis (o analisi del punto di pareggio) ricopra un ruolo centrale, in quanto permette di evidenziare il fatturato minimo che dev'essere raggiunto dall'azienda per poter sostenere i costi senza affrontare delle perdite.
Punto di pareggio: il grafico
Spesso il punto di pareggio trova rappresentazione attraverso un grafico che si compone di due assi, con medesima origine e perpendicolari tra loro. Il primo, quello orizzontale, è quelle delle quantità di produzione/vendita. Il secondo, quello verticale, è quello degli euro di ricavo/costo.
Il punto dove queste grandezze si pareggiano è appunto il break even point.
Break-even analysis: perché è importante l'analisi del punto di pareggio
Molti imprenditori hanno familiarità con il termine "punto di pareggio" ma non ne comprendono appieno il significato o la sua importanza. Come abbiamo detto, il punto di pareggio è il numero di unità che deve essere venduto per coprire tutti i costi fissi di produzione di tali unità.
Identificarlo è dunque essenziale per identificare il valore minimo di vendite che deve essere raggiunto per generare un profitto. Se un imprenditore conosce il punto di pareggio, può prendere decisioni informate su prezzi, livelli di produzione e altri fattori che incidono sui profitti.
Facciamo un esempio per capire meglio. Se come imprenditore decidi di abbassare i prezzi dei tuoi prodotti, probabilmente venderai più unità, ma genererai anche profitti inferiori per unità.
Allo stesso modo, se decidi di aumentare i livelli di produzione, i costi fissi verranno distribuiti su più unità, ma allo stesso tempo dovrai far fronte a un livello superiore di costi variabili.
Insomma, qualunque decisione tu decida di prendere, dovresti sempre tenere d'occhio il punto di pareggio e adeguare i prezzi e i livelli di produzione in modo da garantire redditività alla tua impresa.
Facile a dirsi, penserai. Ma nella pratica? Ci sono alcune strategie che, come imprenditore, puoi adottare per raggiungere il punto di pareggio.
Eccone alcune:
- Monitora i costi fissi e variabili. Ciò ti consentirà di calcolare con precisione il punto di pareggio;
- Tieni traccia dei cambiamenti nei tuoi costi. Se i tuoi prezzi cambiano, probabilmente cambierà anche il punto di pareggio;
- Adegua i prezzi e i livelli di produzione secondo necessità. Se non raggiungi il punto di pareggio, potresti dover ridurre i costi o aumentare la produzione;
- Occhio alla scelta di fornitori. Data la natura dei costi variabili, le eventuali correzioni potrebbero consistere nella scelta di fornitori con prezzi più vantaggiosi, o anche nella riduzione degli sprechi nel processo produttivo. Una volta effettuata la scelta, tieni sempre monitorati i pagamenti, in modo da non creare un ampio gap tra fatture in entrate e in uscita. Come? Prova Agicap Payment, il tool che ti aiuta a raccogliere, verificare, convalidare e pagare le fatture fornitori.
- Controlla attentamente il tuo punto di pareggio. Sapendo con precisione qual è il punto di pareggio, puoi gestire meglio la tua attività per garantire la redditività.
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Punto di pareggio: i limiti
Calcolare il punto di pareggio, abbiamo visto, è essenziale per dar vita o gestire un’attività imprenditoriale di successo.
Nonostante la sua utilità nella riduzione dei rischi, la break even analysis presenta tuttavia dei limiti:
- Ignora infatti le fluttuazioni periodiche. Questo vuol dire che se da un lato ti aiuta a capire quante unità di prodotto vendere nel corso del mese, allo stesso tempo non vedrai come cambiano le cose se le vendite fluttuano di settimana in settimana o in base alla stagione o nel corso dell’anno;
- Non considera le rimanenze di magazzino: la formula del Break Even Point tiene conto del fatto che le unità prodotte corrispondono a quelle vendute e fatturate, ma non analizza il mercato e la domanda;
- Non mette in luce gli effetti finanziari legati ai flussi di cassa. L’analisi del punto di pareggio prende in esame solamente i costi e i ricavi che, in molti casi, hanno dinamiche distanti dalle entrate e uscite. Per mettere in luce questi due indicatori fondamentali nella vita aziendale, dovresti affidarti a una buona gestione dei flussi di cassa. Solo attraverso un'analisi della liquidità e la costruzione di previsioni sul cash flow è possibile avere un quadro preciso su come programmare spese e investimenti. Il calcolo del cash flow presenta non pochi problemi se si fa ricorso a Excel: l'utilizzo dei fogli di calcolo, per quanto utili, presentano numerose criticità: a partire dai rischi di errore, passando per la perdita di tempo fino alla senso di frustrazione che talvolta comporta l'inserimento manuale dei dati. Sulla scia di queste considerazioni, sono sempre più numerose le aziende che fanno ricorso a un software per la gestione del flusso di cassa. Ci hai mai pensato?
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