Come aumentare il tuo patrimonio netto: consigli e strategie

Tempo di lettura: 0 min
Blogpost - Pink - 2 rafters upside down

Il patrimonio netto è un elemento fondamentale del bilancio di ogni azienda ed è generalmente noto che un suo aumento è un buon segnale per l'andamento economico aziendale. In questo articolo, vediamo come e quando si può aumentare il patrimonio netto con uno sguardo critico: non solo un'analisi legata al bilancio e agli aspetti tecnici, ma faremo anche un approfondimento di quali potrebbero essere le modalità migliori per aumentare il patrimonio netto e in quale momento storico per l'azienda.

IT - CTA - Excess Cash Ebook

Il patrimonio netto è una voce importantissima del bilancio, iscritta tra le passività dello Stato Patrimoniale e destinata ad avere una doppia tendenza: non viene modificata spesso, cioè può rimanere identica anche per diversi anni. È però una voce che difficilmente resta uguale per tutta la vita dell'azienda.

L'auspicio è che gli affari vadano sufficientemente bene da permettere al patrimonio netto (a volte abbreviato in PN) di essere aumentato in diversi modi. Infatti, il patrimonio netto, prima ancora di entrare in elementi legati ai libri contabili, è anche un aspetto importante al di fuori dell'azienda. Non è raro, soprattutto per aziende in crescita, che anche stakeholders, fornitori e possibili futuri partner guardino al patrimonio netto per scoprire la solidità dell'azienda (ricordiamo che si tratta di un dato pubblico per le società, facilmente consultabile da chiunque).

Da questo punto di vista possiamo sciogliere subito un potenziale falso mito: non è vero che qualsiasi azienda debba avere un patrimonio netto consistente per avere solidità, ma non è neanche vero il contrario; un importante patrimonio netto potrebbe non bastare per dimostrare la solidità di un'azienda. Ecco perché nel corso di questo articolo andiamo a capire quali sono gli elementi che danno solidità all'azienda in relazione al patrimonio netto e quindi anche quali sono i migliori modi e momenti per andare ad aumentarlo o diminuirlo.

Cosa si intende per patrimonio netto secondo OIC? Cosa sono i "mezzi propri"

Chiaramente, iniziamo dal significato del patrimonio netto, mentre nel successivo paragrafo vedremo come si calcola da un punto di vista di bilancio, stato patrimoniale, in particolare. Il patrimonio netto è innanzitutto il termine corretto dal punto di vista tecnico per definire quello che viene anche nominato capitale proprio, mezzi propri o capitale di rischio.

Da queste parole, si intuisce che si tratta di quanto è stato apportato in azienda dai soci e in genere nella fase iniziale corrisponde al capitale sociale. Il patrimonio netto è definito dal principio OIC 28, dove OIC è l'Organismo Italiano di Contabilità che ha stabilito alcune regole riconosciute per quanto riguarda il bilancio e, in particolare, il principio 28:

"ha lo scopo di disciplinare i criteri per la classificazione delle voci di patrimonio netto e la rilevazione e movimentazione delle voci di patrimonio netto in occasione di operazioni tra società e soci in qualità di soci, nonché le informazioni da presentare nella nota integrativa."

Oltre a questa prima definizione, va specificato che non si può parlare di patrimonio netto senza alludere al suo calcolo. Esso è infatti, come definito anche da OIC 28: "La differenza tra le attività e le passività di bilancio". Proviamo a capire meglio cosa significa non solo dal punto di vista logico e matematico, ma anche in termini di significato. In questo modo, diventa possibile cominciare a comprendere anche le dinamiche di cambiamento di questo valore che è il vero focus principale di questo articolo.

IT - income balance scheme

Come si calcola il patrimonio netto? Il suo ruolo nello stato patrimoniale e la differenza con il patrimonio lordo

Perché si chiama così? Se esiste un patrimonio netto esiste evidentemente anche un patrimonio lordo... infatti è proprio così. Il patrimonio netto, come già annunciato nelle ultime righe del paragrafo precedente, è dato da una differenza: Attività di Stato Patrimoniale - Passività di Stato Patrimoniale.

Da cosa sono composte queste due voci? Lo vediamo in questo paragrafo più tecnico dal punto di vista delle voci di bilancio. Le attività di stato patrimoniale sono composte da:

  • Immobilizzazioni, ovvero quell'insieme di beni materiali e immateriali che sono nella vita dell'azienda per più di un anno (si pensi a impianti e macchinari, ad esempio);
  • Magazzino, ovvero il valore di tutta la merce che si ha "in casa", all'interno del proprio magazzino e quindi di proprietà dell'azienda (è un vero e proprio asset);
  • Crediti, ovvero l'insieme delle somme ancora da riscuotere in genere dai clienti, costituiscono una promessa di incasso e per questo motivo in alcuni casi vengono precauzionalmente abbassati leggermente (si può stimare che almeno una piccola parte dei crediti non venga effettivamente incassata per varie ragioni);
  • Liquidità, ovvero l'effettiva disponibilità liquida presente in cassa (letteralmente) o nei conti correnti aziendali.

Rientrano invece nelle passività, oltre al patrimonio netto stesso, le seguenti voci:

  • Debiti finanziari, cioè debiti "puri", contratti ad esempio con una banca o altro istituto finanziario;
  • Debiti operativi, cioè debiti più strettamente correlati all'attività, infatti sono anche detti debiti commerciali e in genere hanno una durata più breve.

In altri casi, la riclassificazione di bilancio prevede una suddivisione temporale in debiti a breve termine e debiti a medio/lungo termine. Come detto, anche il patrimonio netto fa parte delle passività e dunque possiamo concludere che: il patrimonio lordo è pari al totale delle passività, mentre il patrimonio netto è pari al patrimonio lordo meno i debiti di qualsiasi natura.

All'interno dello stato patrimoniale, il patrimonio netto ha un ruolo particolare, perché tutte le operazioni ordinarie dell'azienda non lo intaccano, ma ad ogni esercizio viene aggiunta la parte relativa all'utile che, però, nella maggior parte è solo di passaggio: una volta che l'utile viene distribuito agli azionisti o ai soci, il patrimonio netto torna all'ammontare precedente (o gode di un leggero aumento).

Nel successivo paragrafo, vediamo proprio la composizione del PN e di conseguenza tutti i modi per aumentarlo.

Qual è la composizione del patrimonio netto? Significato finanziario e contabile

Il primo aspetto da chiarire è relativo alla composizione del patrimonio netto, un elemento importante dello stato patrimoniale che ha una struttura piuttosto rigida (stabilita per legge) e il cui aumento non dipende solo dalle scelte aziendali puntuali, ma anche da alcuni scelte fatte a livello statutario.

Innanzitutto, la composizione del patrimonio netto è la seguente:

  • Capitale Sociale, ovvero il totale di quanto apportato dai soci al momento della costituzione ed eventualmente anche successivamente. Si tratta in genere della voce più consistente dell'intero PN e in fase di costituzione potrebbe anche essere l'unica voce;
  • Riserva legale, cioè una quota che l'azienda è obbligata per legge a costituire destinando una percentuale degli utili annuali. Serve a proteggere la stabilità finanziaria dell'azienda e può essere utilizzata per coprire perdite o per altre finalità previste dalla legge;
  • Riserva sovrapprezzo azioni, cioè la differenza tra il valore nominale delle azioni emesse e il prezzo effettivamente pagato dagli azionisti al momento dell'acquisto. Viene utilizzata per assorbire eventuali perdite o per finanziare progetti di investimento, come vedremo anche in seguito;
  • Riserva per azioni proprie, cioè l'ammontare delle azioni acquistate e detenute dall'azienda stessa. Serve a finanziare future acquisizioni o investimenti, oppure può essere utilizzata per ridurre il capitale sociale;
  • Riserva per utili non distribuiti, ovvero la parte di utili accumulati dall'azienda che non sono stati distribuiti agli azionisti sotto forma di dividendi. Questa riserva può essere reinvestita nell'azienda per finanziare progetti di crescita o utilizzata per altri fini strategici;
  • Altre riserve, cioè tutte le altre riserve non classificate nelle categorie precedenti, come ad esempio riserve per svalutazioni, per rivalutazioni, per rischi e oneri futuri, eccetera. Queste riserve servono a coprire eventuali perdite o a finanziare specifici progetti o impegni futuri dell'azienda.
  • Utili (o perdite) dell'esercizio, rappresentano il risultato netto ottenuto dall'azienda durante l'esercizio contabile, ossia la differenza tra i ricavi e i costi sostenuti nel corso dell'anno (risultato di conto economico). Gli utili aumentano il patrimonio netto dell'azienda, mentre le perdite lo riducono.
  • Fondo per rischi e oneri, ovvero un fondo pensato per far fronte a eventuali rischi o obbligazioni future di natura incerta, come ad esempio eventuali cause legali in corso o rischi ambientali. Serve a garantire la stabilità finanziaria dell'azienda anche a fronte di imprevisti e a proteggere gli interessi degli azionisti.

IT - what makes equity change

Aumentare il patrimonio netto: ecco come farlo e perché

In questo paragrafo e nei successivi sottoparagrafi, vediamo esattamente quali sono le modalità per fare un aumento di patrimonio netto e soprattutto perché scegliere quella determinata modalità.

Aumento di capitale a pagamento

In questo caso, l'aumento di capitale sociale porta ad un aumento di patrimonio netto grazie ai conferimenti dei soci o all'acquisto di nuove azioni emesse da parte degli azionisti. Si tratta di una forma di aumento molto immediata che significa una cosa molto semplice: chi investe in quel momento nell'azienda è perché crede nella sua crescita nel prossimo futuro.

Infatti, ci sono sostanzialmente due motivazioni principali per cui si può scegliere di fare un aumento di capitale:

  • immettere liquidità per nuovi investimenti;
  • ricostituire il capitale sociale durante una fase finanziariamente negativa.

Nel primo caso si tratta di uno scenario positivo, anzi addirittura espansivo: l'aumento di capitale è volto a finanziare nuove operazioni aziendali e arriva in momenti finanziariamente positivi. Può valutare questa opzione se stai valutando per la tua azienda la possibilità di entrare in nuovi mercati, ampliare la produzione di beni o servizi o acquisire una nuova fetta di mercato.

Nel secondo caso invece abbiamo una situazione più critica, in cui serve intervenire con un aumento di capitale per consolidare i conti in un momento finanziariamente negativo. Potrebbe essere il momento giusto se la tua azienda sta attraversando una fase di crisi a causa di introiti previsti che invece non si sono verificati. L'aumento di capitale funge da vero e proprio sostegno che "sostituisce" gli introiti persi, ma attenzione perché si tratta di una soluzione non attuabile ogni volta che la liquidità è in sofferenza.

In genere, l'aumento di capitale avviene con l'emissione di nuove azioni (si tratta di solito di Spa) che vengono offerte con priorità agli azionisti e solo successivamente al mercato se gli azionisti non esercitano la propria opzione e vi sono ancora azioni disponibili. In caso di frazionamento delle azioni, può anche essere modificato il valore nominale delle stesse.

Un altro aspetto a cui prestare attenzione è l'equilibrio di leadership a seguito di un aumento di capitale, in quanto potrebbero modificarsi anche in maniera sostanziale gli equilibri a livello di quote e quindi di assemblea degli azionisti. Se vuoi procedere con questa strategia, attenzioni quindi a tutti questi aspetti e soprattutto attenzione in particolare alla liquidità ed alle motivazioni per cui si è arrivati a tale situazione (lo approfondiamo in seguito).

IT - patrimonio netto negativo

Aumento di capitale a titolo gratuito

In questo caso le considerazioni sono più semplici, perché si tratta di una situazione di stabilità in cui cominciano a esserci voci consistenti all'interno delle riserve, per varie ragioni.

Se quindi la tua azienda è in questa situazione, il suggerimento è quello di valutare un aumento di capitale sociale per migliorare la solidità dell'azienda e la percezione da parte di clienti, fornitori e stakeholders in generale. Bisogna però specificare che in questo caso l'aumento è relativo al capitale sociale, perché in realtà il patrimonio netto rimane invariato.

In questo caso gli equilibri interni rimangono invariati, perché l'aumento gratuito va ad aumentare le azioni di ogni socio proporzionalmente a quante già ne possiede, quindi in assemblea dei soci gli equilibri saranno esattamente i medesimi.

Aumento in conto capitale, perché farlo?

L'aumento in conto capitale è una particolare tipologia di aumento che iscrive la somma sottoscritta dagli azionisti "in conto capitale", in quanto per poter iscrivere da subito l'aumento nel capitale sociale è necessaria qualche formalità (come l'iscrizione nel Registro delle Imprese) che richiede dei tempi tecnici.

Se però l'aumento è urgente per sanare una situazione economicamente preoccupante, si può utilizzare comunque questa modalità per far comparire la nuova somma nel patrimonio netto anche se formalmente non fa parte del capitale sociale.

Una volta iscritto l'aumento nel Registro delle Imprese, si può procedere allo spostamento da "aumento in conto capitale" a "capitale sociale".

Aumento (o diminuzione) da utile o perdita d'esercizio: attenzione al PN negativo

Un altro elemento da valutare nelle considerazioni circa il patrimonio netto è certamente l'utile o perdita d'esercizio: si tratta del vero "termometro" del PN, perché ogni anno lo intacca in qualche modo, a volte anche solo momentaneamente, a volte costituendo una vera e propria soluzione per farlo crescere nel tempo.

Infatti, ogni anno il conto economico porta a un risultato d'esercizio che ci dice se l'azienda è stata in grado di produrre un valore oppure no. In caso di valore positivo, questo è l'iter:

  • determinazione dell'utile dopo le tasse e spostamento nel patrimonio netto;
  • copertura di eventuali perdite dell'anno precedente;
  • riduzione a causa della quota che viene spostata nella riserva legale (ed eventuale riserva statutaria), le quali rimangono comunque all'interno del PN;
  • suddivisione tra gli azionisti con residuo (a causa dell'arrotondamento) che viene spostato nella riserva straordinaria, sempre nel PN.

Eventualmente, si può valutare l'autofinanziamento come soluzione per far crescere il patrimonio netto in maniera permanente: anziché farvi entrare l'utile e poi assegnarlo agli azionisti come dividendo, si utilizza questa cifra per far crescere il patrimonio netto tramite le riserve o direttamente tramite l'aumento gratuito visto in precedenza.

Se sei un imprenditore o un decisore d'impresa puoi valutare questa soluzione come modalità per far crescere il patrimonio netto in fasi di difficoltà (ma sarà più difficile convincere gli azionisti) o in fase di crescita, con l'ottica di finanziare nuove operazioni di mercato, espansione e crescita del business in generale.

Se invece ci si ritrova con una perdita d'esercizio la situazione è ben diversa, perché si tratta dell'unico valore che viene iscritto nel patrimonio netto con segno negativo. Innanzitutto, attenzione a fare in modo che il PN non vada mai sotto i criteri di legge (il cosiddetto "PN negativo") e, in generale, un ottimo suggerimento è quello di smaltire la perdita il prima possibile, senza continuare a rimandare il problema assegnando la perdita all'esercizio successivo.

Infatti, la perdita può essere coperta in tre modi:

  • Rinvio della perdita a nuovo;
  • Ripianamento per versamento soci/azionisti;
  • Ripianamento per utilizzo riserve.

Utilizzare le riserve è la modalità più semplice e immediata**, naturalmente se l'ammontare delle riserve è sufficiente. Il ripianamento tramite versamento soci è un'ottima soluzione a livello contabile, ma non sempre semplice nel concreto: significa richiedere uno sforzo ai soci o agli azionisti che NON fa aumentare il capitale sociale, ma di fatto permette di non far diminuire il patrimonio netto.

Possiamo definirla una strategia sensata, ma di difficile applicazione. Il rinvio della perdita a nuovo esercizio è invece un modo per rimandare la questione, ma lasciando il PN intaccato negativamente e quindi portandosi una "cicatrice" che potrebbe non essere ben vista da parte degli stakeholders. La legge permette anche di utilizzare una modalità ibrida dei tre senza alcun limite, l'unico interesse del legislatore in questo caso è quello di non lasciare la perdita nel bilancio aziendale.

La perdita è già di per sé uno scenario negativo, ma in caso si dovesse presentare la soluzione migliore è quella di smaltirla velocemente e, possibilmente, intervenire in maniera consistente se la cosa dovesse ripetersi negli anni.

Cosa succede quando si fa un aumento di capitale?

Nelle righe precedenti abbiamo visto gli scenari di aumento di capitale e le motivazione che potrebbero portarti a valutare questa possibilità per la tua azienda, ma tirando le somme è evidente che il focus principale deve essere sulla solidità aziendale: il patrimonio netto è un dato come tanti altri, va circostanziato e capito, ragionando in ottica di prevenzione di problemi e turbolenze, non certo come un rimedio di facile applicazione.

Inoltre, un aumento di capitale ha anche conseguenze a livello non strettamente economico-finanziario: fa crescere la fiducia di investitori e stakeholders (soprattutto in caso di aumento a pagamento) e valorizza gli elementi aziendali che non hanno un valore strettamente materiale.

Si pensi ad esempio all'avviamento che un compratore può decidere di pagare** nel momento in cui valuta di acquisire un'azienda: è letteralmente il sovrapprezzo che egli paga rispetto al valore strettamente contabile, cioè rispetto al patrimonio netto. Si capisce dunque quanto il numero iscritto a bilancio nel patrimonio netto non sia necessariamente rappresentativo del valore dell'azienda per il mercato. Far crescere la percezione del valore aziendale passa attraverso un'attenta e lungimirante gestione, ma anche attraverso decisioni concrete che accrescono il valore percepito dell'azienda, proprio come un aumento di capitale, ad esempio.

Agicap: l'alleato dei conti aziendali. Ecco le sue funzioni

Una volta capito che le decisioni aziendali non solo solo orientate al tenere in ordine i conti, ma anche a valorizzare l'impresa, capiamo quale strumento può aiutare in questo fondamentale compito.

Tenere sotto controllo i costi aziendali è comunque un aspetto fondamentale per garantire il conseguimento della redditività, ma anche la presenza di liquidità in cassa, un aspetto su cui le aziende spesso non si soffermano abbastanza.

Infatti, comunemente si ritiene che sia sufficiente una situazione in cui ricavi > costi per non aver problemi di liquidità, ma non è sempre così. Infatti, non questa dicitura non considera un aspetto fondamentale, cioè il tempismo con cui i soldi entrano ed escono dalla cassa, ovvero proprio quello che si chiama flusso di cassa.

Tenere sotto controllo il cash flow può non essere semplice, quindi come ci si può riuscire più agilmente? Molte imprese utilizzano uno strumento ormai obsoleto, ma per molti comodo e ormai d'abitudine: Excel. Esso nasce come strumento comodo e tutto sommato intuitivo per registrare dati e consultarli, ma quando le esigenze specifiche lo richiedono, non può essere sufficiente.

Utilizzare invece un software dedicato, come Agicap, è la soluzione ideale per avere sempre sott’occhio in tempo reale la situazione di cassa della tua azienda.

Agicap è un tool semplice e intuitivo, grazie al quale risparmierai tempo e fatica, perché potrai:

  • sincronizzare automaticamente tutti i tuoi conti bancari;
  • integrare i dati di contabilità in pochi clic;
  • realizzare scenari di previsione;
  • creare report in modo semplice e veloce;

Tenere sotto controllo il cashflow non è mai stato così semplice e senza pensieri, perché Agicap solo semplifica la gestione finanziaria quotidiana, ma offre anche strumenti potenti per la pianificazione strategica e la previsione, garantendo così la stabilità e il successo a lungo termine delle PMI.

Una struttura dei costi flessibile e sempre sotto controllo passa anche per un buon software di gestione aziendale, un vero e proprio vantaggio competitivo da non sottovalutare.

Inoltre, realizzare scenari di previsione e creare report significa fare esattamente quanto dicevamo nel paragrafo precedente: essere lungimiranti e operare scelte consapevoli e razionali. Un aumento di capitale è una di queste scelte e vedere come impatta su redditività, liquidità e prospettiva aziendale è fondamentale. Senza considerare che questa consapevolezza basata sui numeri offre anche la possibilità di valutare come aumentare il capitale, dato che abbiamo potuto scoprire diverse soluzioni.

Non ti resta che capire qual è la miglior soluzione per la tua azienda in questo preciso momento storico, portando poi la tua analisi all'attenzione del resto dei decisori aziendali attraverso report intuitivi e decision oriented.

Per sperimentare direttamente tutti i benefici di Agicap, richiedi ora la prova gratuita per scoprire come funziona il software e come può aiutarti a 360° nella gestione aziendale, scoprendo un nuovo livello di utilizzo dei numeri e di consapevolezza delle vere opportunità che il presente ed il futuro offrono alla tua azienda.

New call-to-action

Iscriviti alla nostra newsletter

Potrebbe interessarti anche