Debiti di funzionamento in bilancio: un'analisi dettagliata

I debiti di funzionamento costituiscono un elemento chiave nella gestione finanziaria delle aziende. Saperli definire e poter contare su adeguati strumenti di gestione può fare davvero la differenza, se vuoi portare la tua attività imprenditoriale al livello successivo. In questo articolo, trovi un approfondimento e qualche consiglio utile per il tuo business.
Cosa intendiamo con debiti (e crediti) di funzionamento?
I debiti di funzionamento sono un concetto chiave all'interno di un’azienda. Insieme ad altre tipologie di debito – e di credito, all’estremo opposto – rappresentano un elemento essenziale per il corretto funzionamento (da qui il loro nome) dell'impresa stessa.
In breve, i debiti di funzionamento sono somme di denaro che un'azienda deve pagare entro un certo periodo, un periodo definito dall’accordo tra debitore e creditore. Sono debiti che sorgono a seguito di una dilazione di pagamento concordata con uno o più fornitori.
Spieghiamolo meglio con un esempio pratico.Nella tua azienda è arrivata una fornitura di materie prime per un valore pari a 5mila euro. Soltanto una parte di questa fornitura viene pagata sul momento, in una prima tranche di 1.300 euro. Il resto del pagamento verrà suddiviso in tre tranche periodiche, dilazionate nel tempo (una ogni trenta giorni).
Anche se parte della merce risulta non ancora pagata, rimane comunque in tuo possesso. Di fatto, hai acquistato dei beni di cui puoi già usufruire – pur non avendoli pagati. Questo significa che hai ricevuto un credito dal tuo fornitore, un credito (di funzionamento, appunto) che deve essere risarcito entro una certa scadenza e che, in caso di violazione dell’accordo, può essere soggetto a variazioni (penale, interessi moratori, ecc.)
La merce che non hai pagato, insomma, finisce direttamente nel tuo capitale di debito, inclusa nella categoria di debiti di funzionamento (detti anche debiti di regolamento o debiti commerciali).
Trattandosi, perciò, di debiti contratti per l’acquisto di beni necessari – come le materie prime, appunto – o anche per investimenti in operazioni di ristrutturazione e manutenzione, è necessario definirli di funzionamento. Senza di questi l’azienda sarebbe costretta a fermarsi: ricorrere al capitale di debito è infatti uno step cruciale per permettere all’azienda di aumentare il suo valore nel tempo.
Quanti tipi di debiti include il capitale di debito? Verso i fornitori, di regolamento, finanziari, ecc.
Il capitale di debito è però un sistema complesso. Si compone infatti di diverse tipologie di debito, ognuna con le sue caratteristiche specifiche. Quelle che elencheremo qui sotto sono indicate nel Principio Contabile OIC 19 (con riferimento all’art. 2424 del Codice Civile) che riguarda proprio i debiti:
- obbligazioni
- obbligazioni convertibili
- debiti verso soci per finanziamenti
- debiti verso banche
- debiti verso altri finanziatori
- acconti
- debiti verso fornitori
- debiti rappresentati da titoli di credito
- debiti verso imprese controllate
- debiti verso imprese collegate
- debiti verso controllanti
- debiti tributari
- debiti verso istituti di previdenza e di assicurazione sociale
- altri debiti
Ognuno di questi trova posto nella sezione D dello stato patrimoniale, tra le passività contabilizzate all'interno dell’azienda.
I debiti di funzionamento sono qui definiti debiti verso fornitori. Quando sentiamo parlare di debiti verso i fornitori, debiti di regolamento o debiti di funzionamento odebiti commerciali, bisogna tenere a mente che si tratta della stessa cosa seppur espressa in modi diversi.
Debiti di funzionamento e debiti di finanziamento: quali sono le principali differenze?
La suddivisione più importante è tra debiti di funzionamento e debiti di finanziamento. Quest’ultimi, definiti anche debiti finanziari, riguardano la liquidità che arriva dalle banche – quindi i finanziamenti a breve, medio o lungo termine.
Rientra tra questi anche il leasing che, pur avendo a che fare con la concessione di un bene da utilizzare (es. un’attrezzatura o una macchina), rimane comunque un finanziamento messo a disposizione da una banca o una società finanziaria.
La distinzione principale tra queste due categorie di debiti riguarda sia il tipo di risorsa concessa (credito/debito) sia gli attori coinvolti. Nel caso del debito di funzionamento, avremo un accordo tra l'azienda, che acquista un bene o un servizio, e il creditore, sempre rappresentato dai fornitori, che concede una dilazione di pagamento. La risorsa concessa è quindi tangibile o legata agli aspetti operativi dell'azienda.
D'altra parte, il debito di finanziamento coinvolgeun istituto finanziario che mette a disposizione dell'azienda una somma di denaro, di solito senza specifiche restrizioni sull'utilizzo, almeno nella maggior parte dei casi. Inoltre, per i debiti di finanziamento sono previsti degli oneri finanziari che gravano ulteriormente sugli equilibri di cassa all’interno dell’azienda.
Conoscere la differenza tra debiti di funzionamento e debiti finanziari non è solo essenziale per una corretta compilazione dello stato patrimoniale dell'azienda, ma rappresenta anche un pilastro fondamentale per una gestione efficace della situazione finanziaria aziendale.
Una maggiore consapevolezza ti consente di ottenere una visione più chiara e dettagliata delle tue attività finanziarie interne. Questo significa che potrai valutare con precisione quali sono i tuoi obblighi a breve termine nei confronti dei fornitori, e quali gli impegni finanziari a lungo termine con gli istituti finanziari, inclusi interessi e scadenze.
La gestione dei debiti di funzionamento: quando scadono, come gestirne l'aumento?
Per mantenere un controllo efficace dei debiti di funzionamento bisogna intanto partire da uno stretto monitoraggio delle singole scadenze. Registrare le fatture dei fornitori ed esaminarle periodicamente è già un passo importante, perché ti risparmia il rischio di ritardi, scadenze dimenticate e interessi di mora certamente poco utili per le tue casse aziendali.
Inoltre, è buona prassi calcolare di volta in volta il Days Payable Outstanding (DPO), ovvero il numero medio di giorni che la tua azienda impiega per pagare i debiti ai fornitori. Ottimizzare il DPO, per esempio allineandolo ai periodi di cash flow positivo, contribuisce a mantenere livelli di liquidità adeguati e a rendere così più sostenibile l’indebitamento aziendale.
Che i livelli di liquidità siano alti è, tra l’altro, fondamentale. E questo vale soprattutto quando i debiti di funzionamento aumentano, mettendo a rischio la solvibilità dell’impresa. In questo senso, è consigliabile lavorare a una migliore gestione della tesoreria: per esempio accelerando i tempi di incasso, oppure pianificando con attenzione investimenti e spese.
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In conclusione, il monitoraggio dei debiti di funzionamento rappresenta un pilastro fondamentale per assicurare solidità all’azienda e favorirne la crescita. Ma con quali strumenti puoi ottenere un risultato davvero efficiente?
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