Che cos'è il cash flow, e come si calcola?

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Una definizione di cash flow

Il cash flow (o flusso di cassa ) esprime la variazione della liquidità aziendale in un determinato periodo, calcolato sulla differenza tra le entrate monetarie (cash inflow) e uscite (cash outflow). Si tratta, perciò, di una grandezza utile per l'analisi finanziaria di un'azienda, perché permette di determinare quanto l'azienda è in grado di far fronte – nel breve termine – ai suoi obblighi finanziari. È anche per questo che l'espressione cash flow, con il tempo, è stata considerata un sinonimo di autofinanziamento, ovvero la capacità di far fronte agli impegni grazie alle proprie risorse interne, quindi senza ricorrere a finanziamenti esterni. Sebbene le formule di cash flow e autofinanziamento differiscano, l'associazione tra le due misure è sensata: la liquidità in cassa permette, infatti, di affrontare imprevisti o flessioni nella domanda, dunque offre alle aziende un livello di solidità fondamentale.

La formula (o le formule) del cash flow

Quando si parla di cash flow ci si riferisce in realtà a più di una formula, perché di cash flow ne esistono diverse tipologie – che vedremo tutte in seguito. Di base, però, se parliamo di flusso di cassa di un'azienda, presumibilmente in un dato periodo, basta calcolare:

 

Liquidità finale (es. fine dell'esercizio, 31/12)

-

Liquidità iniziale (es. inizio dell'esercizio, 01/01)

=

Flusso di cassa aziendale

È bene notare che la formula del cash flow indicata qui sopra viene utilizzata, per lo più, nelle analisi periodiche della liquidità. Analisi che – idealmente – andrebbero basate su un monitoraggio puntuale di tutte le operazioni monetarie (quindi di incassi e pagamenti) per dare un risultato quanto più preciso possibile.

Se invece ci spostiamo nell’ambito della contabilità, il calcolo del cash flow assume una forma diversa. In questo caso, il riferimento per la formula è l’ OIC 10 , ovvero il principio contabile che disciplina la redazione del rendiconto finanziario (detto anche cash flow statement ). Nell'OIC 10 non si parla di un generico cash flow, ma di tre componenti interconnesse di flussi finanziari

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    flusso di cassa da attività operative

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    flusso di cassa da attività di finanziamento

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     flusso di cassa da attività di investimento

Queste tre categorie rappresentano la base strutturale con cui, in ambito contabile, si analizza la dinamica dei flussi di cassa. Comprenderle è essenziale per leggere correttamente un rendiconto finanziario e per distinguere le diverse “anime” del cash flow aziendale. È proprio da qui che partiamo per esplorare le principali declinazioni del flusso di cassa.

Il flusso di cassa e le sue declinazioni

Parlare di cash flow e basta potrebbe essere riduttivo. Il dato sul flusso di cassa, infatti, è utile se contestualizzato a certi aspetti della gestione aziendale oppure rapportato ad altre grandezze. Nell'ambito dell'analisi finanziaria troviamo quindi diverse declinazioni di cash flow, ognuna delle quali offre una prospettiva specifica sulla capacità dell’azienda di generare liquidità. Tra queste, alcune si rivelano particolarmente utili per valutare la sostenibilità operativa e la solidità finanziaria di un'impresa. Parliamo di:

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    cash flow operativo, da investimento e finanziario

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    free cash flow (FCF)

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    retained cash flow (RCF)

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    discount cash flow (DCF)

Qui sotto, per ognuna, abbiamo indicato una definizione e una formula che possono tornare utili nelle fasi di analisi e pianificazione finanziaria.

Il cash flow operativo, da investimento e finanziario

Come abbiamo già detto, la prima distinzione che viene fatta – già in fase di rendiconto finanziario – è quella che divide il cash flow in tre componenti, a seconda della tipologia di operazioni monetarie considerate nel calcolo.

Il flusso di cassa operativo (o cash flow from operations)

Il flusso di cassa operativo, detto anche cash flow from operations o operating cash flow, calcola i flussi finanziari che derivano dalla gestione caratteristica dell'azienda – quindi dalla produzione e vendita di beni e servizi. Rientrano tra questi:

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    le spese di produzione (es. acquisto di materie prime)

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    gli incassi da vendite o royalty

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    i pagamenti di imposte e tasse

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    etc.

È importante non confondere le voci del cash flow operativo con quelle del conto economico. Se è vero infatti che il conto economico pone il focus sulla gestione caratteristica, intesa come una delle aree fondamentali per giungere a un risultato operativo, bisogna sempre saper distinguere fra ricavi e incassi, così come tra costi e spese.

L'OIC 10 prevede due formule per il calcolo del flusso di cassa operativo: una con metodo diretto, l'altra con metodo indiretto. Vediamo un esempio:

Formula del cash flow operativo con metodo diretto

In cassi da clienti

Altri incassi

(Pagamenti a fornitori per acquisti)

(Pagamenti a fornitori per servizi)

(Pagamenti al personale)

(Altri pagamenti)

(Imposte pagate sul reddito)

Interessi incassati/( pagati)

Dividendi incassati

= Flusso finanziario dell’attività operativa

Per approfondire il calcolo del cash flow operativo con metodo indiretto, leggi: Come funziona il rendiconto finanziario con il metodo indiretto.

Flusso di cassa da attività di investimento

Il flusso di cassa da attività di investimento (o investing cash flow) riguarda invece, nello specifico, l'acquisto o la cessione di immobilizzazioni – siano esse materiali, immateriali e finanziarie. Qui rientrano operazioni come:

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    acquisto di fabbricati

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    cessione di titoli

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    acquisto di brevetti

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    etc.

La formula per calcolare l'investing cash flow , secondo l'OIC 10, è la seguente:

Formula del cash flow da investimento

Immobilizzazioni materiali

(Investimenti)

Disinvestimenti

Immobilizzazioni immateriali

(Investimenti)

Disinvestimenti

Immobilizzazioni finanziarie

(Investimenti)

Disinvestimenti

Attività finanziarie non immobilizzate

(Investimenti)

Disinvestimenti

(Acquisizione di rami d’azienda al netto delle disponibilità liquide)

Cessione di rami d’azienda al netto delle disponibilità liquide

= Flusso di cassa da attività da investimento

Flusso di cassa da attività finanziarie

Il flusso di cassa da attività finanziarie (o financing cash flow) include tutte le operazioni che comportano una variazione delle risorse finanziarie dell’azienda legate al capitale di debito o al capitale di rischio. Si tratta, in sostanza, dei movimenti di cassa che derivano dal finanziamento dell’impresa o dalla remunerazione dei soci. Rientrano in questa categoria:

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    gli incassi derivanti dall’emissione di azioni

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    il pagamento di dividendi agli azionisti

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    i prestiti ricevuti o rimborsati

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    etc.

L'OIC 10 suggerisce di distinguere in modo chiaro le operazioni relative al capitale di rischio da quelle riferite al capitale di debito, così da fornire una rappresentazione trasparente della struttura finanziaria aziendale. A questo punto, la formula di sintesi del flusso di cassa da attività finanziarie potrebbe essere rappresentata così:

Formula del cash flow da attività finanziarie

Mezzi di terzi

Incremento (decremento) debiti a breve verso banche

Accensione finanziamenti

(Rimborso finanziamenti)

Mezzi propri

Aumento di capitale a pagamento

(Rimborso di capitale)

Cessione (acquisto) di azioni proprie

(Dividendi (e acconti su dividendi) pagati)

= Flusso di cassa da attività finanziarie

Il free cash flow (flusso di cassa libero)

Il free cash flow (o FCF) è una misura che indica la liquidità effettivamente disponibile per l’impresa, cioè quella che resta a disposizione una volta coperte tutte le spese operative e gli investimenti necessari al mantenimento della sua attività. In altre parole, è il “residuo” di cassa su cui l’azienda può decidere liberamente – es. distribuendolo agli azionisti oppure scegliendo di investirlo in qualche asset.

Si tratta di una metrica fondamentale: il FCF ci dice, infatti, qual è la reale capacità dell’impresa di generare valore nel tempo, perché elimina le distorsioni dovute alla sola logica contabile e fotografa ciò che davvero resta in cassa. Per intenderci, la logica contabile tradizionale si basa sul principio di competenza, quindi registra ricavi e costi nel momento in cui maturano, non quando avviene l’effettivo incasso o pagamento. Il cash flow – in particolare il cash flow operativo – già ci aiuta a correggere questa visione, perché tiene conto dei movimenti di cassa reali legati alla gestione aziendale: entrate da vendite effettivamente incassate, uscite per fornitori, stipendi, tasse, ecc.

Tuttavia, il free cash flow va oltre: non si limita a calcolare la liquidità generata dalle operazioni, ma sottrae anche gli investimenti necessari per mantenere attiva o far crescere l’azienda – come l’acquisto di macchinari, software, brevetti o altri asset durevoli (CapEx).

In questo senso, il free cash flow ci libera da due livelli di “distorsione”:

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    quella contabile, perché considera solo cassa effettiva (non ricavi/costi teorici);

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    quella legata alla gestione, perché sottrae ciò che l’azienda deve reinvestire per restare in piedi.

È quindi una metrica ancora più concreta, perché risponde a una domanda chiave: dopo aver lavorato, pagato tutti, versato le tasse e reinvestito nell’azienda, cosa mi resta davvero in cassa?

La formula per calcolare il free cash flow tiene conto allora dell'EBIT, cioè del reddito operativo, ma anche di ammortamenti e accantonamenti, nonché del capitale circolante netto.

 

EBIT

-

imposte

+

ammortamenti

+

accantonamenti

±

variazioni del capitale circolante netto

free cash flow

Il free cash flow, però, così come il cash flow in senso generico, è un concetto limitante. Come grandezza, può essere calcolata tenendo conto di diversi aspetti di gestione aziendale, e quindi ponendo il focus sull'attività operativa, sugli investimenti o sulla struttura finanziaria. Proprio per questo motivo, esistono – anche qui – diverse varianti di free cash flow , pensate per rispondere a esigenze di analisi differenti. Vediamole qui di seguito.

Free cash flow from operations (FCFO)

Il free cash flow operativo misura la liquidità generata dalla gestione caratteristica dell’impresa, al netto degli investimenti effettuati. È un indicatore utile per capire se l’attività del core business è sostenibile nel tempo e quindi in grado di autofinanziarsi. La sua formula è:

 

Cash flow operativo

-

investimenti in capitale fisso (CapEx)

=

free cash flow operativo

Un FCFO positivo indica un business solido e potenzialmente in crescita; uno negativo, al contrario, può segnalare una fase di investimento – non necessariamente negativa – oppure anche un’attività in difficoltà.

Free cash flow to firm (FCFF)

Il free cash flow to firm (o FCFF) è semplicemente un altro modo di definire il free cash flow operativo (FCFO). Non si tratta quindi di due misure diverse, ma della stessa grandezza espressa con una diversa finalità. In entrambi i casi, la formula rappresenta la liquidità disponibile dopo aver coperto tutte le uscite operative e gli investimenti necessari.

Questa liquidità può essere utilizzata per remunerare tutti i finanziatori dell’impresa, sia quelli che forniscono capitale di rischio (azionisti), sia quelli che forniscono capitale di debito (banche, obbligazionisti). È per questo che, quando si parla di FCFF, ci si riferisce spesso al flusso di cassa “per l’impresa nel suo complesso” – al netto di tutte le uscite, ma ancora prima della distribuzione tra debito e capitale proprio.

Free cash flow to equity (FCFE)

Il free cash flow to equity (o FCFE) rappresenta invece la liquidità  disponibile per gli azionisti, sembre dopo aver pagato i debiti e tenuto conto delle esigenze di reinvestimento. In pratica, è ciò che può essere distribuito come dividendo, senza compromettere la continuità aziendale. La formula in questo caso è:

 

Free cash flow from operations

-

interessi netti

+

aumento del debito finanziario netto

=

free cash flow to equity

Il FCFE è particolarmente utile per chi investe in azioni, perché indica quanto valore potenziale può tornare al capitale proprio. Un FCFE positivo e stabile è spesso un ottimo segnale per gli investitori.

Unlevered free cash flow

L’ unlevered free cash flow è il flusso di cassa libero prima del pagamento degli oneri finanziari, quindi indipendente dal livello di indebitamento (leva finanziaria) dell’azienda. Viene usato per valutare la performance operativa senza gli effetti della leva finanziaria e rappresenta la base del metodo DCF più neutrale.

La formula è la stessa del free cash flow, che di base è unlevered. La distinzione, insomma, serve più che altro a 

Il retained cash flow

Il retained cash flow (o RCF), in italiano flusso di cassa trattenuto, rappresenta la parte di flusso di cassa che l’azienda decide di trattenere, dopo aver remunerato gli investitori con dividendi o altre distribuzioni di capitale. Anche in questo caso si tratta di una metrica utile a valutare la capacità di un’impresa di autofinanziarsi nel tempo, cioè di rafforzare la propria posizione finanziaria senza ricorrere a capitale esterno.

Rispetto al semplice cash flow – inteso qui come variazione della liquidità in un dato periodo –, il retained cash flow tiene conto sia delle risorse impiegate per la gestione operativa dell'azienda sia la remunerazione dei soci. Per questo, è particolarmente interessante per chi vuole capire quanto l’azienda può reinvestire o se è in grado di la propria struttura finanziaria – es. per ridurre il debito o affrontare nuove sfide.

Il retained cash flow può essere calcolato con la seguente formula.

 

flusso di cassa da attività operative

-

CapEx

-

dividendi pagati

=

retained cash flow

Il discounted cash flow

Con  discounted cash flow , più che una semplice grandezza, si intende un metodo di valutazione che serve a stimare il valore attuale di un’azienda, o di un investimento, partendo dai flussi di cassa futuri attesi. L’idea alla base è semplice: il denaro che incasseremo in futuro vale meno del denaro che abbiamo oggi – per via dell’inflazione, del rischio e del costo-opportunità del capitale. Il metodo DCF consente quindi di “attualizzare” i flussi di cassa previsti, riportandoli al loro valore presente.

Un elemento cruciale del metodo DCF è la scelta del tasso di sconto (o tasso di attualizzazione), che serve a riportare i flussi di cassa futuri al loro valore presente. Non esiste un unico tasso valido per tutti i casi, ma diversi modelli utilizzabili a seconda del tipo di analisi e del soggetto valutato (impresa, progetto, azione, ecc.). Il tasso più comunemente usato nella valutazione aziendale è il WACC (Weighted Average Cost of Capital), ovvero il costo medio ponderato del capitale. Altri tassi di sconto possibili sono invece:

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    il CAPM (Capital Asset Pricing Model)

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    il risk-free rate

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    il DDM (Dividend Discount Model)

La formula base del discounted cash flow, che usa il WACC come tasso di sconto, è:

DCF = Σ [FCFₜ / (1 + WACC)ᵗ]

Dove:

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    FCFₜ è il free cash flow dell’anno t,

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    t è il numero dell’anno considerato,

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    WACC è il tasso che attualizza ciascun flusso.

Perché è importante fare cash flow analysis

In un contesto economico sempre più instabile e competitivo, avere a disposizione un team finanziario che dedica del tempo all'analisi del cash flow può fare la differenza. Perché il cash flow offre una panoramica accessibile e immediata della solidità aziendale. In altre parole, mostrano – nell'immediato – se un'azienda è capace di restare in piedi oggi, e di crescere bene domani.

Analizzando il cash flow dell'azienda, è possibile:

Una buona cash flow analysis consente di:

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    prevedere e gestire i momenti di tensione

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    valutare la sostenibilità delle scelte strategiche

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    misurare l’efficacia della gestione operativa

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    aumentare la credibilità dell'azienda (es. con le banche)

Oggi più che mai, il valore di un’impresa non si misura solo nei bilanci, ma nella sua capacità di generare liquidità in modo stabile e prevedibile. Anche per questo il cash flow è una misura orientativa, vale a dire in grado di guidare imprenditori, manager e decision maker nella crescita strategia dell'azienda.

In definitiva, se il profitto dice quanto bene stai andando, il flusso di cassa dice se puoi sostenere questa crescita. Il flusso di cassa è la misura che unisce questi due aspetti.

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