Secondo una definizione comune, quando si parla di azienda ci si riferisce a un'organizzazione economica che nasce dall'insieme di più elementi (persone, beni e operazioni) combinati e coordinati per lo svolgimento di una determinata attività. All'interno dei beni, un ruolo chiave nella vita aziendale viene svolto dalle immobilizzazione materiali. Si tratta, in estrema sintesi, di beni tangibili di uso durevole, che fanno parte dell’organizzazione permanente dell’impresa, la cui utilità economica si estende oltre i limiti di un esercizio. Vediamo che cosa sono e come vengono classificate nel bilancio delle imprese.
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Immobilizzazioni materiali, definizione
Il patrimonio netto e le operazioni principali di un'azienda dipendono fortemente dalle sue risorse, e quindi, anche dalle cosiddette immobilizzazioni materiali, che insieme a quelle immateriali (concessioni, licenze, marchi...), rappresentano i cosiddetti beni strumentali, cioè tutti i fattori produttivi a lungo ciclo di utilizzo, che rappresentano la struttura tecnico organizzativa dell’azienda necessaria per lo svolgimento dell’attività produttiva tipica, ovvero il core business.
In questo articolo ci occuperemo delle immobilizzazioni materiali. Che cosa sono, di preciso? Partiamo dalla definizione. Si tratta di beni fisici, i cui costi vengono sostenuti in un dato momento, ma i cui benefici vanno oltre l’esercizio corrente essendo di medio-lunga durata. Questi beni non sono destinati alla vendita o alla trasformazione, ma concorrono alla produzione di beni e servizi. Si tratta di beni immobili, o mobili, o macchinari.
Come attività a lungo termine, le immobilizzazioni materiali costituiscono la seconda parte della sezione patrimoniale del bilancio e sono iscritte al costo sostenuto per l’acquisto.
Cosa rientra nelle immobilizzazioni materiali
Secondo l' art. 2424 del codice civile, le immobilizzazioni materiali vengono suddivise in cinque grandi gruppi:
Terreni e fabbricati:
- terreni (ad esempio: pertinenze fondiarie degli stabilimenti, terreni su cui insistono i fabbricati, fondi e terreni agricoli, moli, ormeggi e banchine, cave, terreni estrattivi e minerari, sorgenti);
- fabbricati strumentali per l’attività della società (ad esempio: fabbricati e stabilimenti con destinazione industriale, opere idrauliche fisse, silos, piazzali e recinzioni, autorimesse, officine, oleodotti, opere di urbanizzazione, fabbricati ad uso amministrativo, commerciale, uffici, negozi, esposizioni, magazzini e altre opere murarie);
- fabbricati che non sono strumentali per l’attività della società, ma che rappresentano un investimento di mezzi finanziari oppure sono posseduti in ossequio a norme di carattere statutario o previsioni di legge (ad esempio: immobili ad uso abitativo, termale, sportivo, balneare, terapeutico; collegi, colonie, asili nido, scuole materne ed edifici atti allo svolgimento di altre attività accessorie); accoglie inoltre immobili aventi carattere accessorio rispetto agli investimenti strumentali (ad esempio: villaggi residenziali ubicati in prossimità degli stabilimenti per l’abitazione del personale);
- costruzioni leggere;
Impianti e macchinari:
- impianti generici: sono gli impianti non legati alla tipica attività della società (ad esempio: servizi di riscaldamento e condizionamento, impianti di allarme);
- impianti specifici: sono gli impianti legati alle tipiche attività produttive dell’azienda;
- altri impianti (ad esempio: forni e le loro pertinenze);
- macchinari automatici e macchinari non automatici: si tratta di apparati in grado di svolgere da sé (automatico) o con ausilio di persone (semi-automatico) determinate operazioni.
Attrezzature industriali e commerciali:
- attrezzature: sono strumenti necessari per il funzionamento o lo svolgimento di una particolare attività o di un bene più complesso (ad esempio: attrezzi di laboratorio, equipaggiamenti e ricambi, attrezzatura commerciale e di mensa);
- attrezzatura varia, legata al processo produttivo o commerciale dell’impresa, completante la capacità funzionale di impianti e macchinario, distinguendosi anche per un più rapido ciclo d’usura; comprende convenzionalmente gli utensili.
Altri beni:
- mobili (ad esempio: mobili, arredi e dotazioni di ufficio, mobili e dotazioni di laboratorio, di officina, di magazzino e di reparto, mobili e dotazioni per mense, servizi sanitari e assistenziali);
- macchine d’ufficio (ad esempio: macchine ordinarie ed elettroniche);
- automezzi (ad esempio: autovetture, autocarri, altri automezzi, motoveicoli e simili, mezzi di trasporto interni);
- imballaggi da riutilizzare;
- beni gratuitamente devolvibili.
Immobilizzazioni in corso e acconti:
- immobilizzazioni materiali in corso di costruzione;
- acconti a fornitori per l’acquisizione o la costruzione di immobilizzazioni materiali.
Iscrizione al bilancio, quando?
Generalmente un’immobilizzazione materiale entra a far parte del patrimonio aziendale nel momento del passaggio del titolo di proprietà, ovvero quando si trasferiscono rischi e benefici relativi al bene.
Il processo di acquisizione può essere:
- con proprietà
- senza proprietà (contratto di leasing, locazione…)
L’avvio dell'ammortamento, la cui funzione è quella di distribuire il costo iniziale sugli anni di durata del bene, parte dalla disponibilità all’uso.
Piano di ammortamento, un esempio
Quando si parla di immobilizzazioni materiali non si può non affrontare il tema dell’ ammortamento, ovvero la notazione di bilancio che riduce il valore delle attività di un importo programmato nel tempo. Per capire meglio, a fronte di un costo sostenuto dall'azienda in un’unica soluzione, i benefici derivanti dall’uso di un impianto, per esempio, sono pluriennali. Non sarebbe corretto, quindi, sul piano dei conti aziendali addebitare su unico esercizio il costo di acquisizione di questo beni, per cui per ogni esercizio viene calcolata la quota di ammortamento, che determina il costo gravante per il periodo ai fini civilistici e fiscali.
Facciamo l'esempio dell'azienda Rossi Srl che, nel corso dell'anno, ha comprato un furgone del valore di 25 mila euro e ha sostenuto le relative spese per bollo, assicurazione e carburante:
- costo acquisto: 25.000 euro
- bollo: 400 euro
- assicurazione: 1.000 euro
- carburante: 2.000 euro
Dal punto di vista contabile, tutti i costi relativi alla gestione del furgone si inseriscono nel conto economico dell'anno in corso. Ma come si registra la fattura di acquisto del furgone? Sarebbe un errore inserire l'intero costo in un solo bilancio, perché Rossi Srl utilizzerà il furgone anche negli anni successivi. In questo caso, bisogna inserire il valore di acquisto del furgone nello stato patrimoniale, e il relativo ammortamento nel conto economico alla fine di ogni anno.
In pratica, ipotizzando una durata di cinque anni, la quota di ammortamento corrisponde a 5 mila euro l’anno. E per la logica della partita doppia, nello stato patrimoniale si rileva lo stesso importo nella voce denominata “fondo di ammortamento”. Lo scopo del fondo è rettificare il valore del furgone e misurare nel tempo l'accumulo delle quote di ammortamento. Quindi, negli anni successivi, il valore dell'ammortamento nel conto economico rimane costante, mentre il valore del fondo in stato patrimoniale aumenta ogni anno di 5 mila euro fino a coprire l'intero valore. Il sesto anno di utilizzo del furgone, l'azienda Rossi Srl non avrà più nel conto economico il costo dell'ammortamento. Invece le due voci dello stato patrimoniale resteranno fino a quando l’azienda non venderà il mezzo.
Diverso è il caso di “Terreni e fabbricati” che, come abbiamo visto, costituiscono una voce dell’attivo dello stato patrimoniale che appartiene alla categoria delle immobilizzazioni materiali, quindi dei beni tangibili di utilizzo durevole per l’azienda. In questo caso, però, i terreni non sono oggetto di ammortamento, salvo nelle situazioni in cui essi abbiano un’utilità destinata a esaurirsi nel tempo come nel caso delle cave e dei siti utilizzati per le discariche. In altre parole, “terreni e fabbricati” sono iscritti a bilancio al costo d’acquisto, ovvero al costo effettivamente sostenuto per l’acquisizione del bene.
Dismissione: plusvalenza o minusvalenze
Può accadere, però, che per ragioni di obsolescenza o per il venire meno dell’utilità all’interno del processo produttivo, un bene immobilizzato venga dismesso. Dal momento che il bene viene venduto o affittato, non potrà più essere ammortizzato. A quel punto, lo stesso bene produrrà un reddito, in forma di prezzo di compravendita o di canone di locazione.
Si pensi a un immobile venduto o affittato a terzi. A quel punto, dalla differenza tra il prezzo ricavato e il costo sostenuto per la sua acquisizione, diminuito dell’ammortamento, si otterrà una plusvalenza o una minusvalenza. Nel primo caso, l’azienda sarà riuscita a maturare un provento, nel secondo avrà subito un onere straordinario.
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In questo articolo, abbiamo visto che cosa sono le immobilizzazioni materiali e come vengono inserite a bilancio. Abbiamo anche affrontato il tema dell’ammortamento e fatto degli esempi per capire meglio come funziona.
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