Margine di tesoreria, le 5 strategie che ogni CFO dovrebbe conoscere per mantenere il controllo della liquidità

Per le aziende mid-market, il margine di tesoreria rappresenta uno degli indicatori più solidi per tenere sotto controllo il cash flow. Eppure, nella pratica, resta spesso un dato statico, calcolato a consuntivo e sganciato da una visione dinamica della tesoreria.
Quando invece viene inserito in una dinamica previsionale affidabile, il margine di tesoreria si rileva una leva decisionale capace di fare la differenza. Soprattutto nei contesti più complessi. Come in Metallbude, la cui alta stagionalità comprime i margini e la pressione sugli incassi aumenta. Come spiega Tobias Stermer, il CEO dell'azienda: «La sfida principale è nella gestione della liquidità, nella pianificazione della liquidità a breve termine».
Avere controllo sul margine di tesoreria aiuta le aziende a evitare tensioni di liquidità e a decidere con maggiore sicurezza. In questo articolo analizziamo gli errori più comuni che compromettono la lettura del margine, e presentiamo 5 strategie concrete per gestirlo al meglio – anche in presenza di operazioni articolate o strutture societarie complesse.
Tra gli indicatori di liquidità, il margine di tesoreria è il più “conservativo”
Se l’obiettivo è capire quanta liquidità è davvero disponibile, il margine di tesoreria (o MTS) resta l’indicatore più prudente nel toolkit di un CFO. Questo perché, nel suo calcolo, include la cassa e i crediti a breve termine, mentre ignora le scorte di magazzino – che invece ritroviamo nel calcolo del capitale circolante netto. È un dettaglio da non sottovalutare: in un bilancio che appare sano, il margine di tesoreria può essere l’unico indicatore in grado di suggerire che la cassa reale non è sufficiente a garantire gli impegni imminenti.
In tal senso, il suo ruolo – nell'ambito dell'analisi per margini – è fondamentale. Durante gli stress test, per esempio, o nelle simulazioni di scenario negativo, il calcolo del margine è un’àncora di realismo: se l'azienda rischia ritardi nei pagamenti, flessioni del fatturato o tensioni sui fornitori, il Mts restituisce una misura concreta del buffer disponibile. E rappresenta, perciò, un punto fermo per l'intera strategia finanziaria aziendale. Un margine di sicurezza, più che di tesoreria, un cuscinetto di liquidità che può fare la differenza tra una leggera tensione temporanea e una crisi di liquidità vera e propria.
Margine di tesoreria e indici di liquidità (come il quick ratio) lavorano insieme
Nell’analisi della liquidità, nessuna metrica basta da sola. Il margine di tesoreria e gli indici di liquidità — come il quick ratio, o anche l’indice di disponibilità — raccontano la stessa storia ma da angolazioni diverse, e sono entrambi indispensabili per chi deve mantenere il focus sulla solvibilità a breve termine.
Il margine di tesoreria, per esempio, è una misura assoluta. In sintesi, dice esattamente quanta disponibilità liquida resta ancora in azienda dopo aver coperto tutti le passività correnti. E non richiede interpretazioni complesse: mostra una cifra precisa— in euro, non in percentuale — che già risponde immediatamente al dubbio più urgente. Ovvero, abbiamo abbastanza liquidità per affrontare il breve periodo?
Diverso è il caso del quick ratio, un indice di liquidità che – come tale – mette in relazione diverse voci dello stato patrimoniale calcolandone il rapporto. Il riferimento al quick ratio non è casuale: si tratta, infatti, dell’indice che più si avvicina al margine di tesoreria, dato che anch’esso ignora le rimanenze e guarda solo alla liquidità realmente disponibile. La differenza, allora, sta nel contesto d'uso. Perché, se il margine di tesoreria restituisce un’immagine immediata della solvibilità aziendale, il quick ratio si rivela più utile per monitorarne l’andamento nel tempo o per confrontarlo con benchmark di settore.
In linea di massima, margine di tesoreria e quick ratio lavorano insieme e – se utilizzata in maniera integrata – offrono ai team Finance una visione completa, e soprattutto pratica, della tesoreria aziendale. A patto di ricorrere a strumenti di monitoraggio e analisi che rispondano bene alle esigenze delle imprese.
La formula per calcolare (bene) il margine di tesoreria
La formula per calcolare il margine di tesoreria¹ è una soltanto, e conta più di quanto sembra. Servono almeno tre dati: le liquidità immediate, le liquidità differite e le passività correnti. Una volta individuato il valore di ciascuna voce, si può ottenere il Mts in questo modo:
| Liquidità immediate |
---|---|
+ | Liquidità differite |
- | Passività correnti |
= | Margine di tesoreria |
che può essere espressa anche come
| Disponibilità liquide |
---|---|
+ | Attività finanziarie a breve termine |
- | Passività correnti |
= | Margine di tesoreria |
Si tratta di un'equazione semplice, in apparenza. Ma dentro quella somma risiede una parte importante della tenuta finanziaria dell’azienda.
Disponibilità di cassa, conti correnti attivi, titoli rapidamente esigibili e crediti a breve termine sono le voci che fanno da contrappeso ai debiti immediati. Il margine che ne risulta (positivo o negativo che sia) indica quanto spazio di manovra resta prima di ritrovarsi a gestire una tensione finanziaria. E quando lo si osserva con costanza, magari integrandolo a un sistema di monitoraggio dinamico, diventa uno strumento prezioso per anticipare crisi di liquidità o cogliere un'opportunità di investimento nei tempi giusti.
Primario o secondario? Il margine di tesoreria va letto in due tempi
Nel lavoro quotidiano, si tende a parlare del margine di tesoreria al singolare. Ma in realtà esistono due diverse tipologie di Mts²: il primario (o Mt₁), che considera solo le liquidità immediate, cioè cassa e disponibilità bancarie; il secondario (o Mt₂), che include anche le liquidità differite, in particolare i crediti esigibili a breve.
Entrambi sono validi, ma in contesti diversi. Il margine di tesoreria primario è la fotografia più rigida, perché ci dice quanti fondi pronti ci sono a disposizione oggi per far fronte ai debiti immediati. Utile nei momenti di stress, nei check di fine mese, o quando si ragiona sul fabbisogno di capitale circolante minimo. Il margine di tesoreria secondario, invece, è più aperto alla previsione operativa, perché tiene conto di entrate attese ma non ancora incassate. È ideale per i rolling forecast o per valutare la sostenibilità di un ciclo di investimento.
Calcolarli entrambi offre un insight fondamentale. Per esempio, quando il margine primario è negativo ma il secondario positivo, un bravo CFO sa che non è tempo di rilassarsi — pur avendo margine per manovrare. È in quella differenza che spesso si gioca la qualità di una decisione finanziaria.
Margine di tesoreria primario (Mt₁) | Margine di tesoreria secondario (Mt₂) |
---|---|
Considera solo le liquidità immediate, cioè cassa e disponibilità bancarie. | Include anche le liquidità differite, cioè i crediti esigibili a breve. |
È una fotografia più rigida e puntuale della liquidità disponibile oggi. | Offe una proiezione più ampia, che tiene conto degli incassi attesi. |
Utile nei momenti di stress finanziario, o nei check di fine mese. | Utile nei rolling forecast e per valutare cicli di investimento. |
Aiuta a rilevare situazioni di stress immediato sulla liquidità. | Supporta decisioni strategiche e pianificazione operativa. |
Insight: se negativo, indica mancanza di fondi immediati. | Insight: se positivo mentre Mt₁ è negativo, c’è margine per manovrare. |
Analisi del margine di tesoreria, dove iniziano le difficoltà?
Per le imprese, specie se mid-market, un’analisi del margine di tesoreria fatta male può portare a errori di valutazione che compromettono l'equilibrio finanziario nel suo complesso. Si tratta di uno scenario tutt'altro che raro. In Europa, sono ancora molte le imprese che gestiscono la tesoreria con strumenti statici e visioni parziali. In altre parole, le aziende europee non dispongono di sistemi dinamici per monitorare la tesoreria in tempo reale. Di conseguenza, il margine di tesoreria perde il suo valore come leva decisionale, e viene trattato – piuttosto – come dato da calcolare a consuntivo.
Così il rischio aumenta. Perché con dati poco aggiornati, o addirittura obsoleti, i team finanziari sono costretti a prendere decisioni basandosi su supposizioni, quasi sempre influenzati da certi bias personali. Allora slittano i pagamenti, si accumulano esposizioni; i rapporti con le banche si fanno più tesi.
Per questo, parlare di analisi del margine oggi significa parlare anche di metodo, di strumenti, e di tempestività decisionale. Soprattutto in contesti complessi — con più entità legali, più banche, più valute — la capacità di leggere e reagire in tempo reale fa la differenza tra una gestione finanziaria reattiva e una strategica. Le difficoltà che menzioniamo qui sotto, riconosciute da tutti i CFO delle aziende mid-market, sono esattamente il punto da cui partire, se si vuole riportare il margine di tesoreria al centro del processo decisionale.
Problemi nella gestione della liquidità aziendale
Il margine di tesoreria è spesso il primo indicatore a segnalare una tensione di cassa imminente. Il problema però, soprattutto nel mid-market, è che la gestione della liquidità è ancora troppo reattiva. Vale a dire: i reparti finanziari reagiscono di fronte alla tensione di cassa, ma non lavorano attivamente per prevenirla. In assenza di un approccio previsionale e integrato, il Mts ha un valore relativo: diventa un dato da annotare, non più un guida per le decisioni finanziarie dei CFO. Così si perde il vero vantaggio degli indicatori di liquidità, ovvero la loro capacità di segnalare – in largo anticipo – il rischio di una crisi interna.
Dati sulla liquidità obsoleti o frammentati
La qualità del dato è un aspetto fondamentale. In molte imprese, i dati finanziari sono sparsi su più sistemi che non parlano tra loro (es. fogli Excel, sistemi ERP poco integrati). La mancanza di un sistema di monitoraggio in tempo reale, poi, comporta una pianificazione costruita che non sono più attuali, già obsoleti prima ancora di essere utilizzati. Il risultato è un’immagine parziale, a volte persino contraddittoria, della situazione finanziaria aziendale; lì dove le informazioni arrivano tardi, o si presentano frammentate, l’analisi perde significato. In questo scenario, anche un margine di tesoreria positivo può rivelarsi fuorviante.
Processi di gestione manuali e poco scalabili
In molti reparti finanziari, la gestione del margine di tesoreria passa ancora per fogli Excel, email, file condivisi e operazioni ripetitive. Così ogni aggiornamento richiede tempo, ogni variazione può mettere a rischio l'azienda. Il problema non è solo di efficienza, ma di precisione: quando si lavora con processi manuali (e quindi anche lenti e suscettibili di errore), il Mts calcolato oggi smette di essere attendibile già domani. Un team finanziario bloccato in attività ripetitive e a basso valore aggiunto – come può esserlo il monitoraggio del cash flow in Excel – comporta un gap competitivo per l'azienda, e rischia di far perdere il focus sugli aspetti più strategici della gestione finanziaria.
Previsioni di cassa inaffidabili che disorientano
L'analisi attraverso il margine di tesoreria ha senso soltanto se integrata a previsioni attendibili sul flusso di cassa aziendale. D'altro canto avere oggi un Mts positivo vuol dire poco, se entro dieci giorni sono previsti grossi pagamenti in uscita. Allo stesso tempo un Mts negativo è un dato relativamente preoccupante, quando si è in attesa di un incasso importante. Senza una previsione di cassa affidabile, i margine di tesoreria si rivela un dato statico fine a sé stesso. Il problema è che, in molte realtà, le previsioni di cassa sono costruite dati incompleti o stime ipotetiche. E perciò disorientano, rendendo inutile anche un indicatore solido come il margine di tesoreria.
Operazioni complesse tra società sorelle e/o banche
Quando l’impresa cresce, la tesoreria si complica. Gruppi societari, magari anche multi-valuta, con conti correnti disseminati in diverse banche del mondo, hanno maggiori difficoltà nel calcolo del margine di tesoreria – soprattutto se non dispongono di strumenti in grado di aggregare i dati finanziari. In altre parole, il problema è sempre lo stesso: la gestione di dati frammentati, che nei gruppi societari sono ancora più comuni. In questo caso ricostruire una fotografia affidabile della tesoreria aziendale diventa un’impresa a sé. I reparti finanziari che gestiscono il cash flow tramite attività manuale si trovano spesso a rincorrere i numeri, e questo vale soprattutto per le imprese multi-entità.
Le 5 migliori strategie che ogni impresa dovrebbe adottare per sfruttare al meglio il margine di tesoreria
A questo punto è chiaro: per sfruttare al meglio il margine di tesoreria bisogna metterlo al centro di un sistema dinamico, basato su dati aggiornati e – soprattutto – utile per la pianificazione finanziaria aziendale. Di seguito esploriamo cinque strategie operative che aiutano le imprese, e i reparti finanziari, a usare il Mts come leva di controllo quotidiano. Dalla previsione automatica ai flussi multi-azienda, ecco da dove è meglio iniziare.
1. Automatizza il previsionale di cassa
Le previsioni di cassa sono spesso il tallone d’Achille della tesoreria. Ma con sistemi predittivi automatizzati, come quelli che offre Agicap, è possibile passare da una logica di reazione a una logica di previsione. Un software di tesoreria, infatti ti permette di costruire scenari realistici e aggiornati in tempo reale, che simulano l’impatto di scadenze, incassi e spese su base giornaliera, settimanale o mensile.
In questo modo, i team finanziari possono condurre test sulla liquidità e valutare rapidamente come varia il margine di tesoreria in scenari particolari – es. in caso di ritardi negli incassi, aumento dei costi o nuove linee di debito. Inoltre, un software come Agicap produce forecast che si aggiornano in automatico. Il previsionale di cassa diventa così uno strumento vivo, dinamico, mentre il margine di tesoreria torna a essere una vera leva decisionale.

2. Collega conto economico al cash flow
Uno dei problemi più comuni nei reparti finanziari è il divario tra documento P&L (ovvero, il nostro conto economico) e flussi di cassa effettivi. Perché pianificare il margine di tesoreria solo a partire da proiezioni economiche spesso porta a errori: il profitto, da solo, non racconta come e quando arriverà la liquidità.
Un software di tesoreria, come Agicap, consente di collegare direttamente le proiezioni di conto economico alla pianificazione dei flussi di cassa. Così, traduce voci come vendite, margini o spese operative in movimenti effettivi di cassa. In più, Agicap offre la possibilità di confrontare diversi scenari — es. base case vs worst case — e di identificare così in anticipo eventuali tensioni sul margine.
Questo ponte tra P&L e cash planning consente decisioni più informate e tempestive, soprattutto in fase di budgeting o rinegoziazione di linee di credito
3. Monitora la tesoreria giorno per giorno
Nel breve termine, il margine di tesoreria può cambiare rapidamente; per questo la gestione quotidiana è cruciale. Tra le strategie che ogni CFO dovrebbe adottare, troviamo allora la gestione a breve termine della liquidità: un monitoraggio di cassa giornaliero o settimanale, utile per ripianificare le uscite e a evitare un potenziale rischio di insolvenza.
È il caso di Metallbude, azienda tedesca del settore degli arredamenti. Tobias Stermer, fondatore di Metalbude, ci spiega che gran parte del fatturato dell'azienda si concentra nell’ultimo trimestre dell’anno. Per sostenere questa stagionalità, i reparti finanziari deve prefinanziare grandi volumi di merce nei mesi precedenti. Ed è una sfida complessa, soprattutto in assenza di visibilità sul flusso di cassa.
Ecco l'azienda ha scelto Agicap per gestire la liquidità immediata. Ogni mattina Tobias Stermer apre il previsionale: se nota strettoie in arrivo, grazie a Agicap può agire subito – spostando una fattura, rinegoziando con un fornitore o anche spingendo su una campagna promozionale.
Nel quotidiano, il margine di tesoreria diventa così uno strumento di controllo attivo, che guida scelte rapide e informate, prima che i problemi si manifestino davvero.
4. Tieni sotto controllo il debito dell'azienda
La gestione del debito non si esaurisce in una tabella Excel. Per i CFO, soprattutto nei gruppi con esposizioni multi-valuta o strumenti di copertura, serve una visione strutturata, aggiornata e integrata con la pianificazione di cassa. Agicap – per esempio – offre un modulo totalmente dedicato al monitoraggio dell’indebitamento, che consente di valutare l’impatto dei rimborsi sui flussi di cassa e di tenere sotto controllo gli indicatori più rilevanti per la solvibilità.
Il vantaggio non è soltanto nel reporting, che si fa comunque più preciso. Il monitoraggio del debito aiuta i CFO a evitare un ammanco di cassa per colpa dei rimborsi, ma anche salvaguardare i rapporti con le banche, che sono cruciali per l'accesso al credito. Grazie a Agicap, i reparti finanziari possono:
aggregare i dati sui debiti aziendali, anche se in valuta diversa
gestire strumenti di copertura (Cap, Swap, Floor) in modo centralizzato
prevedere in automatico l'impatto dei rimborso sulla tesoreria
monitorare in tempo reale debito lordo, netto, interessi e capitale rimborsato
Agicap offre poi una panoramica completa di tutti i KPI strategici: debito netto, free cash flow, il rapporto tra debito e EBITDA. In questo modo, il margine di tesoreria smette di essere un dato isolato e si inserisce in una visione più ampia dell’equilibrio finanziario. Ogni decisione — dall’accensione di un nuovo finanziamento alla gestione del capitale circolante — sarà basata su indicatori aggiornati e consultabili in tempo reale.
5. Centralizza la tesoreria nei gruppi societari
Un conto in euro a Milano. Uno in dollari a New York. Un terzo in sterline per la sede di Londra. E intanto, tre entità legali diverse, ciascuna con i propri obblighi, flussi, e scadenze. Per i gruppi societari e multi-valuta, tenere sotto controllo il margine di tesoreria è complicato. Soprattutto se ogni filiale lavora su sistemi diversi, e i tassi di cambio aggiornati arrivano con giorni di ritardo.
È in questi contesti che una piattaforma come Agicap fa la differenza. Agicap consente non soltanto di consolidare tutte le posizioni di cassa in pochi clic, ma anche di visualizzare in tempo reale l’impatto dei cambi e centralizzare così le decisioni. I reparti finanziari recuperano una visione strategica che, con strumenti tradizionali, è difficile implementare. Quando un CFO riesce a osservare il flusso di cassa di un intero gruppo come se fosse di un’unica entità, il margine di tesoreria torna a essere uno strumento decisionale — e non un puzzle da ricostruire.
Scopri Agicap, la piattaforma giusta per monitorare la tesoreria aziendale
Se c’è una cosa di cui l’analisi del margine di tesoreria ha bisogno, è la chiarezza. Chiarezza sui flussi di cassa in entrata e in uscita, chiarezza sulla disponibilità reale di cassa. Ed è proprio questa la forza di Agicap: rendere evidente quello che spesso resta opaco. Agicap è una piattaforma pensata per supportare i team Finance nelle loro attività di monitoraggio e analisi, grazie all'automazione dei processi più complicati e ripetitivi.
Scegliendo Agicap, le aziende mid-market potranno contare su:
una previsione accurata del flusso di cassa aziendale
scenari alternativi per per anticipare i momenti di tensione
una gestione del margine di tesoreria integrata e centralizzata
il monitoraggio quotidiano di tutta la liquidità in azienda
un controllo puntuale degli indicatori finanziari
automazioni che fanno risparmiare tempo
Con Agicap, il margine di tesoreria torna ad avere un ruolo centrale. E può finalmente diventare lo strumento decisionale che dovrebbe essere.
Il caso di Metallbude, come un forecast a 30 giorni ha cambiato la gestione del cash flow
Con una crescita del 50% e un fatturato atteso di 9 mln di euro, la tedesca Metallbude, che produce e vende mobili in metallo, si è trovata a gestire una tesoreria sempre più esposta alle sfide tipiche dell’e-commerce: picchi stagionali, cicli lunghi di prefinanziamento, un margine di tesoreria da proteggere. «La sfida principale» spiega Tobias Stermer, CEO dell'azienda, «consiste nel gestire la giusta liquidità in modo da poter prefinanziare la merce con il flusso di cassa».
Metallbude, infatti, concentra la maggior parte delle vendite nell’ultimo trimestre dell’anno – come accade a molte aziende che vendono via e-commerce. È un livello di stagionalità che costringe i reparti finanziari a prefinanziare i prodotti da consegnare nei mesi precedenti, spesso con largo anticipo rispetto agli incassi. È in questo scenario che entra in gioco Agicap. Stermer ce lo spiega bene: «La prima cosa che faccio, al mattino, è osservare le previsioni a 30 giorni. Così posso vedere vedere quando le prospettive si fanno stringenti e dove devo agire rapidamente».
In base a queste previsioni, Stermer prende le decisioni operative necessarie: allora rinegozia con i fornitori per migliorare il DPO, lavora sulla gestione delle spese operative, oppure attiva campagne promozionali lampo per accelerare gli incassi. Il margine di tesoreria rimane sotto controllo, anche se le vendite calano. E permette all’azienda di concentrarsi sulla crescita, senza sacrificare l’equilibrio finanziario.
«Per me è importante avere tutto in un’unica piattaforma» continua Stermer. «Perché mi aiuta a ridurre al minimo gli errori e a evitare spiacevoli sorprese». Anche la gestione delle spese marketing (che nel 2024 per Metallbude ha raggiunto una cifra a sette zeri) è stata integrata nel sistema, grazie alle carte aziendali di Agicap e alla sincronizzazione con il modulo di Spend Management.
L'azinda Metallbude è l’esempio di come una gestione proattiva della tesoreria, cioè fondata su dati affidabili, strumenti integrati e margini aggiornati, possa accompagnare la crescita di un'attività imprenditoriale ambiziosa, supportandola anche nelle sue fasi più critiche.
Vuoi capire davvero dove va la tua liquidità? Prova Agicap gratis e metti il margine di tesoreria al centro delle tue decisioni strategiche.
FAQ, o domande frequenti
Cosa significa margine di tesoreria, e cosa indica?
Il margine di tesoreria è un indicatore che misura la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni finanziari nel breve termine, utilizzando le risorse liquide disponibili. È un parametro utile per valutare la solidità finanziaria e il livello di sicurezza con cui l’impresa può affrontare scadenze, pagamenti e imprevisti legati alla gestione operativa quotidiana.
Come si calcola il margine di tesoreria?
La formula è semplice: (Disponibilità liquide + Attività finanziarie a breve termine) – Passività correnti. In pratica, si mettono a confronto le risorse immediatamente disponibili e i debiti a breve termine. Il risultato mostra se l’azienda ha abbastanza liquidità per coprire i propri obblighi. In scenari complessi, è utile integrare questo dato con un'analisi previsionale della liquidità e con aggiornamenti in tempo reale.
Come si interpreta il margine di tesoreria?
La presenza di un margine di tesoreria suggerisce che l’azienda può sostenere le uscite imminenti senza stress finanziari. Ma per un'interpretazione corretta, il dato va contestualizzato: basta infatti un incasso posticipato o una spesa straordinaria per cambiare il quadro. È per questo che il margine di tesoreria va sempre confrontato con previsioni di cassa aggiornate, nonché analizzato all'interno di una visione d’insieme sulla dinamica della liquidità.
Che cosa indica un margine di tesoreria positivo?
Un margine di tesoreria positivo indica che l’azienda ha risorse sufficienti per far fronte alle proprie obbligazioni a breve termine. Se il risultato della formula è positivo, allora vuol dire che l'azienda ha un margine di tesoreria. È un buon segnale, ma non va letto in modo isolato: potrebbe esserci liquidità oggi, ma mancare nei prossimi giorni.
Che cosa segnala un margine di tesoreria negativo?
Un margine negativo suggerisce che le passività a breve termine superano la liquidità disponibile. Quindi che non c'è un margine di tesoreria. Ma non è sempre un campanello d’allarme immediato: a volte, l’azienda è in attesa di incassi imminenti che riequilibreranno la situazione. Il vero rischio nasce quando il margine resta negativo nel tempo, o quando non viene monitorato in tempo reale
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Bibliografia
¹Fabrizio Masinelli e Davide Giovanelli, Guida alla tesoreria aziendale, Ipsoa, 2013
²Michele A. Rea, L'analisi di bilancio per il controllo della gestione, Giappichelli, 2016