I metodi di pagamento più usati (e più sicuri) nel 2023

I metodi di pagamento utilizzati dalle aziende negli ultimi anni dimostrano una tendenza precisa verso la digitalizzazione dei processi di pagamento. Nuovi modelli innovativi prendono il posto di strumenti di pagamento tradizionali (come l’assegno, la lettera di credito, e così via). In questo articolo esamineremo da vicino le dinamiche che guidano le aziende nella gestione dei loro pagamenti. Capiremo quali fattori incidono sulle loro scelte e quali sono i vantaggi della digitalizzazione dei pagamenti in termini di efficienza gestionale.
Modalità di pagamento nel B2C e nel B2B: quali sono le tendenze dell'ultimo anno?
Il panorama dei pagamenti sta attraversando una trasformazione senza precedenti, sia nel settore business-to-consumer (B2C) che nel business-to-business (B2B).
Secondo una recente ricerca di MasterCard, le PMI e gli esercenti italiani stanno abbracciando in modo significativo i pagamenti digitali. Così, in un sorprendente spostamento di preferenze, le carte di pagamento hanno superato i contanti, con il 27,9% a favore delle carte rispetto al 23,3% dei contanti – il che segnala un cambiamento quasi definitivo nelle scelte di pagamento.
Parliamo di una transizione che non riguarda solo il consumatore finale. Questa virata verso strumenti di pagamento digitali si estende anche al contesto B2B, in cui ormai il 30,4% delle transazioni avviene tramite carte di pagamento.
E se si guarda al futuro prossimo, emerge una chiara preferenza delle PMI per i pagamenti digitali tramite smartphone o dispositivi wearable, per almeno un 48,4% delle realtà imprenditoriali prese in considerazione nella ricerca.
Sono dati, questi, che riflettono in maniera eloquente come si sta evolvendo il mercato degli strumenti di pagamento. L’ascesa dei metodi di pagamento elettronici – non solo nel contesto consumer ma anche nelle operazioni B2B – suggerisce un cambiamento culturale e operativo sempre più integrato. Il futuro dei pagamenti, insomma, è sempre più smart.
I 4 strumenti di pagamento più utilizzati dalle aziende
In questo scenario tanto dinamico, alcuni strumenti di pagamento emergono come punti cardine delle transazioni aziendali (specie in ambito B2B). Il report di MasterCard, infatti, individua almeno quattro tipologie di pagamento che rimangono tra le preferite delle aziende italiane. Quali sono?
Transazioni tramite bonifico bancario
Il bonifico bancario rimane la forma di pagamento prediletta, secondo le imprese intervistate. Il 55,1% dei pagamenti aziendali, infatti, viene eseguita tramite bonifico.
La sua popolarità è legata a una serie di vantaggi distintivi che fanno del bonifico bancario uno strumento affidabile e imprescindibile per le operazioni finanziarie delle imprese.
Tra questi, troviamo sicuramente la comodità di effettuare pagamenti nella zona Euro a basso costo (o, addirittura, a costo zero). I bonifici europei infatti rientrano nei pagamenti SEPA, e cioè i pagamenti che aderiscono al circuito Single Euro Payments Area, pensato per abbattere i costi delle commissioni interbancarie transfrontaliere e velocizzare le transazioni monetarie.
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Inoltre, il bonifico bancario consente di trasferire grosse somme di denaro. Questo significa che lo si può utilizzare per transazioni di grandi dimensioni, il che offre alle aziende la possibilità di gestire pagamenti di vario genere – dalle forniture di merci ai servizi di consulenza. Il bonifico è perciò tra i metodi di pagamento preferiti per pagare le fatture dei fornitori.
Per ultimo, va sottolineato che lo stesso strumento del bonifico si è evoluto negli ultimi anni. Ad oggi è anche possibile scegliere il bonifico istantaneo, che permette di trasferire fondi in tempo reale e a un costo contenuto. Nelle situazioni in cui è necessaria una certa velocità di pagamento, il bonifico istantaneo è una tra le soluzioni più utilizzate.
Bancomat e carte di pagamento
La carta di pagamento si posiziona subito dietro al bonifico bancario, come modalità di pagamento più utilizzata. Con una quota del 30,4%, si fa strada come opzione sempre più popolare tra le aziende.
È una tendenza che riflette la continua ricerca di forme di pagamento digitali, nonché la crescente necessità di unapproccio più agevole alle transazioni, sia a livello B2C che – ormai sempre di più – in quello B2B.
Se parliamo di transazioni commerciali tra aziende, dunque del rapporto buyer/fornitore, possiamo notare una serie di vantaggi significativi.
In primo luogo, le carte offrono un elevato livello di sicurezza, essendo dotate di protocolli avanzati di crittografia e protezione dati (bande magnetiche, codici segreti, ecc.) così come previsto dalla normativa PSD2. Un livello di sicurezza che è cruciale nelle transazioni aziendali, soprattutto quando si gestiscono grosse somme di denaro o transazioni ricorrenti.
In più, le carte di pagamento mostrano una certa flessibilità d’uso. Possono essere utilizzate, infatti, per una vasta gamma di operazioni finanziarie – per esempio il pagamento delle fatture, degli stipendi, ecc. La possibilità di gestire in modo efficiente transazioni di varia natura rende le carte di pagamento un elemento versatile nella gestione delle spese aziendali.
Oltre alle carte di pagamento fisiche, comincia a imporsi l’uso di carte di pagamento virtuali, anche in ambito corporate. Ci troviamo di fronte, qui, al metodo di pagamento digitale per eccellenza: la carta virtuale esiste soltanto nella sua versione smaterializzata, e può essere generata all’occorrenza prima di pagare un fornitore.
Un enorme vantaggio della carta di credito virtuale è la sua capacità di estendere il DPO (o Days Payable Outstanding). In altre parole, utilizzando una carta di credito, è possibile dilatare ulteriormente i tempi di pagamento – pur rispettando la data di scadenza imposta dall’accordo con il fornitore.
Il meccanismo alla base di questa possibilità è molto semplice. Se consideriamo un pagamento da effettuare a 60 giorni dalla data di emissione della fattura, è possibile generare una carta al giorno 60: questo consentirà al fornitore di incassare entro due giorni, mentre l'azienda registrerà l’esborso solo dopo la chiusura dell’estratto conto. In questo modo, l’azienda gode di una estensione della dilazione di pagamento – che può essere utile in termini di equilibri nel flusso di cassa.
In conclusione, le carte di credito e pagamento rappresentano una svolta nel panorama delle transazioni aziendali: offrono flessibilità e sicurezza, e agevolano le aziende nell’ottimizzazione dei flussi finanziari.
Ordini di addebito SEPA / RID
Anche gli addebiti SEPA / RID assumono una posizione di rilievo nel panorama dei pagamenti aziendali. Quello che emerge è che per almeno il 27,7% delle operazioni commerciali si ricorre, in azienda, all’addebito diretto come forma di pagamento standard.
Prima di addentrarci, è bene chiarire che c’è una differenza sostanziale tra addebito SEPA e RID. Nel RID, il cliente autorizza la propria banca ad accettare addebiti da un creditore specifico. Diversamente – nell'addebito SEPA – esiste un accordo diretto tra il beneficiario creditore e il debitore.
Caratteristica principale degli addebiti diretti, comunque, è la loro natura ricorrente e automatizzata. Per capirci meglio, con l’addebito diretto le transazioni avvengono in automatico – e periodicamente, se necessario – senza che sia necessario eseguire, di volta in volta, il pagamento.
Questo permette alle aziende di migliorare la gestione delle spese, automatizzando i movimenti del flusso di cassa: così facendo, ci si risparmia il rischio di fatture scadute e interessi di mora mentre si riduce il carico amministrativo associato ai pagamenti periodici o ricorrenti.
Il campo di applicazione degli addebiti SEPA è molto ampio. Data la loro natura, li si utilizza – in genere – per gestire i costi fissi, dunque: bollette, affitto, rate del mutuo, ecc.
Questi possono includere anche una fornitura di merci periodica da parte di un piccolo fornitore. In un contesto simile, l’addebito SEPA contribuisce anche a mantenere relazioni commerciali robuste, e senza troppi intoppi.
Uso dei contanti per pagare le fatture
Nonostante l'ondata di digitalizzazione che ha caratterizzato il panorama aziendale, il contante conserva la sua rilevanza. Ad oggi, infatti, rappresenta il 29,6% delle transazioni finanziarie.
È un fenomeno, questo, che sottolinea una certa dualità nel modo in cui le imprese gestiscono i movimenti finanziari: se da un lato ci si avvicina sempre di più a uno scenario quasi totalmente digitalizzato, dall’altro persiste una predilezione per il denaro fisico in determinati contesti aziendali.
L’uso dei contanti ha, in effetti, alcuni vantaggi; in primis, la rapidità delle transazioni. Quando sono richiesti pagamenti immediati (o in loco), il contante offre una soluzione immediata – senza i tempi di elaborazione, né tantomeno i costi, associati alle transazioni digitali.
Dunque per transazioni più informali, o in contesti in cui la liquidità è fondamentale, il pagamento in contanti rimane il preferito.
Tuttavia, i contanti mostrano anche svantaggi significativi, nonché difficili da ignorare. Tra questi, soprattutto, l’assenza di tracciabilità. A differenza dei servizi di pagamento digitali, le transazioni in contanti spesso non lasciano una traccia elettronica, il che rende più complessa la contabilità e, di conseguenza, la produzione di scritture contabili accurate.
L’uso del contante rimane opaco, e persino poco sicuro. Da un lato è molto difficile, se non impossibile, monitorare le transazioni in denaro fisico; dall’altro, il contante espone a vulnerabilità come il furto o la frode, compromettendo la sicurezza finanziaria dell'azienda.
Tipologie di pagamento sempre meno usate: assegni, lettere di credito, contrassegno
Nel frattempo, mentre la digitalizzazione avanza, alcune tipologie di pagamento tradizionali stanno gradualmente scomparendo. Gli assegni, per esempio, cominciano a perdere terreno, sebbene fossero ampiamente utilizzati fino a poco tempo fa.
Oggi, appunto, si preferiscono metodi più efficienti e sicuri, e gli assegni cartacei non rientrano certamente tra questi: sono soggetti al rischio di smarrimento, di furto o di frode, e proprio questi fattori hanno spinto le aziende a rivolgersi a soluzioni più moderne.
Le stesse banche – laddove non li abbiano già aboliti – si muovono verso la digitalizzazione degli assegni, attraverso la procedura CIT (Check Image Truncation) che trasforma gli assegni fisici in documenti digitali.
Anche le lettere di credito sono in declino. Un tempo strumenti chiave nelle transazioni commerciali internazionali, oggi vengono sostituite sempre più spesso da varianti elettroniche, che offrono maggiore rapidità e tracciabilità delle transazioni.
La necessità di una documentazione fisica è stata superata dalla comodità delle soluzioni digitali – che, in effetti, consentono un tracciamento ancora più preciso, in tempo reale – e ha spostato la rotta verso approcci più innovativi.
Il contrassegno – seppur ancora utilizzato in alcune situazioni, specie nel B2C – sta diventando sempre più raro. Il pagamento alla consegna comporta rischi sia per il fornitore sia per il cliente, relativi a errori nei pagamenti e ritardi nelle transazioni.
Con l'avvento dell'e-commerce, poi, che funziona anche per l’acquisto di forniture, molte transazioni avvengono direttamente online, con pagamenti anticipati.
Un fattore chiave nel declino di queste tipologie di pagamento è, soprattutto, la forte domanda di maggiore sicurezza e di tracciabilità delle transazioni.
In un sistema che impone il massimo controllo del flusso di cassa, aumenta così la scelta di metodi di pagamento alternativi – come le carte di credito (virtuali) corporate, i trasferimenti elettronici da e verso il conto corrente, e altre modalità di pagamento più moderne che vedremo di seguito.
Servizi di pagamento digitali per definizione: e-payment, moneta elettronica, forme innovative online
Il mondo dei pagamenti, perciò, si rivoluziona. E ci riesce grazie allo sviluppo di tecnologie informatiche che ha permesso di esplorare nuovi servizi di pagamento digitali, capaci di cambiare approcci e abitudini nel contesto delle transazioni finanziarie.
Emergono, insomma, modelli di pagamento innovativi, come il Buy Now Pay Later (BNPL), il Pay by Link o il Request to Pay, che hanno esteso la loro presenza anche nel settore B2B – adattandosi bene alle esigenze di aziende e fornitori. Come funzionano?
Buy Now Pay Later (BNPL)
Il modello BNPL consente ai consumatori (utenti) di fare acquisti online – su piattaforme di eCommerce – e di posticipare il pagamento a una data successiva. In sostanza, offre ai clienti la possibilità di comprare ora e pagare dopo, come da nome.
Parliamo di un approccio particolarmente attraente, perché consente una dilazione di pagamento automatica: se vuoi acquistare beni o servizi immediatamente, senza dover versare una somma di denaro all'istante, il Buy Now Pay Later è la scelta di pagamento migliore.
In ambito B2B, poi, il BNPL permette alle aziende di avere maggiore controllo sui flussi di cassa o, per lo meno, di mantenerne facilmente gli equilibri.
Il Pay by Link
Il Pay by Link è un metodo di pagamento online comodo e sicuro, che permette ai venditori di inviare ai clienti unlink di pagamento personalizzato.
Si tratta di un link che può essere inviato tramite email, messaggio di testo o altre piattaforme, che semplifica le procedure di pagamento accorciandone i tempi, pur mantenendo alti gli standard di sicurezza.
L’utente cliente – cliccando sul link – viene indirizzato a una pagina di pagamento sicura dove può inserire le informazioni utili a completare la transazione. In molti casi non sarà nemmeno necessario aggiungere i dettagli di una carta di credito, il che rende il processo ancora più agevole.
Il Request to Pay
Il modello Request to Pay aggiunge una dimensione interattiva al processo di pagamento. Qui, infatti, è il venditore che avvia la procedura, assumendo così il controllo del suo incasso.
L'invio di unarichiesta di pagamento specifica – che include l'importo e la scadenza – pone l'accento sulla trasparenza e sulla chiarezza nelle transazioni commerciali, che rappresentano oggi un’assoluta necessità.
Un aspetto chiave è la flessibilità offerta agli utenti che – in linea teorica – possono rifiutare o negoziare la richiesta di pagamento. Tuttavia, va detto che tale modello viene soprattutto utilizzato per rendere ancora più sicuri pagamenti già certi e concordati.
È interessante notare che il Request to Pay ha anche un impatto positivo su metriche chiave come il Days Sales Outstanding (DSO). Il suo meccanismo, infatti, contribuisce a ridurre i tempi di incasso, migliorando così il DSO complessivo dell'azienda.
In conclusione, la rivoluzione dei servizi di pagamento digitali è un catalizzatore per una gestione finanziaria più avanzata e precisa. Monitorare attentamente i movimenti finanziari – quindi il cash flow – è oggi cruciale, se consideriamo il mercato volatile e instabile in cui operano le aziende adesso.
La scelta di una modalità di pagamento adeguata può fare, allora, la differenza per il successo di un’impresa.
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