Finanza sostenibile: nuovo pacchetto CE su Tassonomia, ESG e sostegno alle imprese

Tempo di lettura: 12 min.

Il 13 Giugno 2023 la Commissione europea ha presentato un nuovo pacchetto di misure che amplia la lista delle attività ecosostenibili ai sensi della Tassonomia UE, stabilisce nuove regole per le agenzie di rating ESG e fissa nuovi incentivi per le imprese che decidono di puntare sulla sostenibilità ambientale, sociale e di governance. In questa guida scopriremo perché a un’impresa conviene la transizione verso una finanza sostenibile e vedremo come adeguarsi alle nuove procedure per ottenere i possibili finanziamenti.

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Che cosa si intende per finanza sostenibile?

L’espressione “finanza sostenibile” indica un tipo di finanza in cui i processi decisionali, le scelte di investimento e l’allocazione dei capitali sono guidati da un approccio etico e sostenibile, che mette in primo piano gli aspetti ambientali, sociali e di “governance”, ossia di gestione societaria.

La finanza sostenibile, quindi, consiste nell’applicare il concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria di un’impresa.

L’obiettivo è quello di generare valore nel lungo periodo, indirizzando i capitali verso il finanziamento di attività che non solo generino un plusvalore economico, ma siano, al contempo, utili alla società e non impattino negativamente sull’ambiente.

Se, fino a poco tempo fa, solamente poche aziende puntavano su un orientamento sostenibile, oggi sono sempre di più le imprese che hanno compreso quanto la finanza sostenibile possa generare, a lungo termine, dei ritorni importanti in termini economici, di reputazione e fidelizzazione dei clienti nonché di interesse da parte di eventuali investitori.

Finanza sostenibile: significato, definizione, sviluppo ed esempi

Adottare un approccio finanziario sostenibile significa orientare le scelte strategiche e operative della propria azienda sulla base di criteri etici, ambientali e sociali.

Ciò ha molteplici risvolti: dalla scelta e composizione dei vertici aziendali all’uso di sistemi sostenibili per lo smaltimento dei rifiuti, dall’incentivazione dell’empowerment femminile all’utilizzo di fonti rinnovabili nei processi industriali, dalla tutela del suolo e delle risorse naturali alla trasparenza nelle policy aziendali (ad esempio nella rendicontazione delle entrate e uscite).

Come è facile intuire, il concetto di “finanza sostenibile” è più ampio rispetto a quello di “finanza verde” o green economy, proprio perché, oltre agli obiettivi ambientali, incorpora anche aspetti sociali e imprenditoriali.

Cos'è un piano di azione di finanza sostenibile per una PMI?

Per un’impresa, sviluppare un piano d’azione volto alla transizione verso una finanza sostenibile, significa orientare il processo strategico, decisionale e operativo verso attività e progetti sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale e di governo societario.

Il nuovo pacchetto di misure della CE mira proprio a sostenere le imprese in questo processo di transizione verso un'economia e una finanza più etica e rispettosa dell’ambiente e dei diritti umani.

Strategie e strumenti di finanza sostenibile della Commissione Europea

Lo scorso 13 giugno 2023, la CE ha segnato un passo in avanti nella costruzione di un quadro europeo e di una strategia per la finanza sostenibile comune ai Paesi membri.

Le nuove misure proseguono e implementano un percorso iniziato già nel 2015 con l’Accordo di Parigi sul clima, con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite in materia di finanza sostenibile e obiettivi ambientali, e con il Piano d'Azione per la finanza sostenibile del 2018.

In cosa consiste la tesi green ed etica della UE: breve excursus del percorso normativo

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L'interesse per la finanza sostenibile: dalla svolta del 2020/2021 al nuovo pacchetto 2023

L’attenzione della Commissione europea in materia di finanza sostenibile risale già al 2015.

Il biennio 2020/2021 però, con l’introduzione della Tassonomia dell'UE e con la prima definizione di una strategia per la finanza comune ai Paesi membri, rappresenta un vero punto di svolta.

Con le nuove norme sulla finanza verde e sostenibile, la CE ha:

  • rafforzato e reso più armonico il quadro per la finanza sostenibile della UE
  • ampliato l’elenco delle attività economiche ecosostenibili ai sensi della Tassonomia dell’UE
  • stabilito nuove regole per le agenzie di rating ambientale, sociale e di governance (ESG) che, d’ora in poi, dovranno essere autorizzate e supervisionate dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA)

Tassonomia e ESG: cosa cambia nel finanziamento della transizione

La “tassonomia UE” è un sistema nato per creare un quadro comune per classificare imprese, progetti e investimenti “sostenibili”.

Con il nuovo pacchetto di norme, la Commissione Europea ha ampliato l’elenco delle attività sostenibili, includendo anche quelle che contribuiscono alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici (soprattutto nel comparto manifatturiero e dei trasporti).

In più, la CE ha fissato una serie di obblighi per le agenzie di rating ESG.

A cosa si riferisce la “E” di ESG nel rating delle aziende?

ESG è l’acronimo di Environmental, Social e Governance. I criteri ESG vengono usati dalle apposite agenzie di rating per valutare, sinteticamente, il livello di sostenibilità ambientale, sociale e di governo societario di un’impresa.

Rientrano, ad esempio, tra i fattori ambientali, il livello delle emissioni di CO2, il consumo idrico o lo sfruttamento del suolo da parte dell’impresa.

L’obiettivo è quello di puntare alla “neutralità climatica”, ossia verso un’economia a zero emissioni.

I criteri sociali includono, invece, i temi dei diritti umani, l’uguaglianza e l’inclusione.

Infine, gli indici di riferimento legati alla “governance” prendono in considerazione la composizione dei CDA, la remunerazione dei dirigenti, la trasparenza e separazione dei poteri, l’assenza di conflitti di interesse e le informazioni di carattere generale sulla gestione corretta e trasparente dei flussi di cassa aziendali.

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Punteggi ESG: come si assegnano

La valutazione di adeguatezza agli standard ESG viene effettuata dalle apposite agenzie di rating sulla base sia delle scritture contabili e delle documentazioni finanziarie aziendali (ad esempio bilancio civilistico, stato patrimoniale, conto economico) sia di informazioni non finanziarie (DNF) ottenute tramite banche, questionari, notizie ecc.

In particolare, il D.lgs. 254/2016 in materia di rendicontazione delle informazioni non finanziarie ha stabilito l’obbligo per "talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni" di comunicare pubblicamente i dati e le informazioni relative alle loro politiche ambientali, sociali e di gestione del personale. Nel 2021 con il Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), l’obbligo di disclosure è stato esteso a tutte le società quotate.

Oltre al rating ESG complessivo, le agenzie possono fornire anche giudizi e punteggi su singole voci, ad esempio: consumo idrico, emissioni di CO2, test sugli animali, produzione di energia, correttezza e trasparenza nei flussi di cassa e nella rendicontazione delle spese ecc.

Con la nuova proposta di regolamento, la Commissione europea ha stabilito che le agenzie di rating ESG che offrono servizi a investitori e imprese dell’Unione, debbano essere autorizzate e supervisionate dall’ESMA e debbano usare metodologie rigorose, obiettive e soggette a convalida, da aggiornare almeno una volta all’anno.

Investimento finanziario, economia verde e sostenibilità economica: gli obiettivi della CE

Con la recente riforma in materia di finanza sostenibile e obiettivi ambientali, la Commissione europea mira anche a sostenere le imprese, stanziando finanziamenti per investire nella loro transizione verso la sostenibilità.

L’obiettivo è quello di:

  • definire una strategia e un’azione per la finanza sostenibile comune ai Paesi membri
  • sviluppare standard condivisi per la costruzione dei rating ESG
  • aumentare la trasparenza del mercato e la competitività a lungo termine delle imprese
  • incentivare gli investimenti privati in progetti di transizione
  • accrescere la fiducia di investitori e risparmiatori verso prodotti finanziari sostenibili.

Oltre a ciò, la CE mira a indirizzare i risparmiatori verso scelte di investimento più consapevoli e rispettose dei fenomeni ambientali, sociali e societari (ad esempio, tramite gli “European green bond standard” o tramite nuovi fondi pensione gestiti in modo etico).

Settimana della finanza sostenibile: corso, forum e piattaforma sulla sostenibilità

Per chi desidera approfondire le tematiche legate all’attività finanziaria sostenibile, al reporting di sostenibilità e alle scelte di investimento etiche, da non perdere è il “Sustainable Economy Forum” di Confindustria.

Si tratta di un appuntamento con la finanza verde, sostenibile e etica che ogni anno desta l’attenzione di imprese, investitori e risparmiatori.

Da segnalare anche l’importante Forum sulla sostenibilità” di Confartigianato tenutosi lo scorso giugno, focalizzato, principalmente, sulle PMI.

Banca d’Italia e finanza sostenibile

Altro punto di riferimento nel panorama italiano della finanza sostenibile è rappresentato dalla piattaforma “L’economia per tutti” della Banca d’Italia in cui è possibile trovare le informazioni di base, le novità e le principali normative per intermediari finanziari e risparmiatori che desiderano investire in strumenti o aziende sostenibili.

Da agosto 2022, per esempio, nel questionario Mifid sono state integrate domande specifiche sulle “preferenze di sostenibilità”.

Ciò ha rappresentato un punto di svolta importante poiché ha introdotto l’analisi dei criteri ESG nella valutazione degli strumenti finanziari, consentendo ai risparmiatori di esprimere le loro preferenze oltre che sulla durata e rischio di un investimento, anche sul relativo profilo di eco-sostenibilità.

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Perché è importante la finanza sostenibile per imprese, investitori e risparmiatori?

Per le imprese, implementare i criteri ESG nelle loro strategie finanziarie significa puntare su scelte di investimento e policy aziendali volte non solo a generare un equilibrio o, possibilmente, un plusvalore economico ma anche a impattare positivamente sulla società e sull’ambiente.

Ciò, ovviamente, implica un impegno dell’azienda per adeguarsi agli standard europei in materia di finanza sostenibile.

Tuttavia, quella che, a prima vista, potrebbe sembrare una scelta dispendiosa, motivata solo da principi etici, in realtà, può offrire alle imprese numerosi vantaggi a lungo termine.

Sono sempre di più, infatti, gli investitori che puntano su aziende con ottimi rating ESG.

Allo stesso tempo, anche i risparmiatori e i consumatori sono portati a prediligere aziende sostenibili, favorendo quelle che, ad esempio, utilizzano responsabilmente le risorse naturali e rendicontano in maniera trasparente la loro gestione finanziaria.

Di contro, sempre più consumatori tendono a evitare le imprese che hanno unrating di sostenibilità molto basso perché, ad esempio, non sono attente ai diritti dei lavoratori, agli obiettivi ambientali (come il ripristino della biodiversità o la tutela delle risorse naturali) o hanno una gestione poco chiara della loro tesoreria e dei loro flussi di capitale.

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La correttezza e trasparenza nella rendicontazione dei flussi di capitale di un’azienda e nell’allocazione delle sue risorse (ad esempio per stipendi, acquisto di macchinari, gestione del magazzino, eventuali debiti ecc.) è fondamentale non solo sotto il profilo economico, ma anche per ottenere giudizi positivi nel reporting di sostenibilità.

Avere un’idea chiara della tesoreria aziendale, infatti, consente di prevenire eventuali crisi di liquidità e permette di pianificare in modo più consapevole l’attività finanziaria.

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Conclusioni

La “finanza sostenibile” consiste nell’applicare il concetto di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria. L’obiettivo è quello di orientare le strategie finanziarie e l’allocazione di capitali verso attività che, oltre a generare un plusvalore economico, possano, allo stesso tempo, produrre un impatto positivo a livello ambientale, sociale e di governance.

La Commissione europea sta puntando molto sulla transazione e realizzazione di un sistema finanziario sostenibile, proseguendo il percorso iniziato con gli accordi di Parigi e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

In particolare, con il nuovo pacchetto di misure varato a giugno, la CE ha ampliato la Tassonomia UE e ha introdotto nuovi criteri di rating ESG. Per le imprese, le nuove norme rappresentano un’opportunità importante nel percorso di transizione verso una finanza sostenibile.

Ottenere i finanziamenti UE e, al contempo, ricevere un buon punteggio dalle agenzie di rating presuppone un impegno aziendale in termini ambientali, sociali e di governo societario.

È importante, ad esempio, garantire equità e pari opportunità nella composizione dei vertici aziendali, salari giusti e una rendicontazione trasparente e puntuale del cash flow e della liquidità aziendale.

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