Cosa si intende per equilibrio finanziario

Ogni impresa è basata su un delicato sistema di equilibri che riguardano l’aspetto economico, finanziario e patrimoniale dell’attività. La loro misurazione avviene attraverso l’analisi per indici di bilancio ed è fondamentale per conoscere lo stato di salute del business e valutare l’eventuale necessità di effettuare interventi correttivi. In questo articolo ci concentreremo, in particolare, sull’equilibrio finanziario, condizione che si realizza quando l’azienda è in grado di mantenere un corretto rapporto tra entrate e uscite monetarie, senza compromettere l’equilibrio economico.
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Equilibrio finanziario: definizione
L’equilibrio finanziario è uno dei tre equilibri d’impresa, insieme all’equilibrio economico e all’equilibrio patrimoniale, indicatori fondamentali dello stato di salute aziendale. La loro assenza è sintomo di un malfunzionamento del business: maggiore è il disequilibrio riscontrato, maggiore è il rischio di fallimento.
L’equilibrio finanziario, nello specifico, riguarda il rapporto tra entrate e uscite e rappresenta la capacità di un’impresa di far fronte con le proprie entrate agli obblighi di pagamento precedentemente presi. Un’azienda finanziariamente equilibrata è dunque un’azienda in cui le entrate superano le uscite.
Con equilibrio finanziario si fa riferimento, inoltre, alla capacità di un’impresa di disporre del capitale monetario necessario per colmare il suo fabbisogno finanziario, inteso come il complesso delle risorse finanziarie che servono per acquisire i fattori produttivi.
In altre parole, per mantenere l’equilibrio finanziario occorre avere una quantità di liquidità sufficiente per saldare i propri debiti alle scadenze contrattuali e per far fronte agli investimenti necessari.
Per valutare l’equilibrio finanziario aziendale, tuttavia, è importante considerare non solo la quantità di liquidità in entrata e in uscita, ma anche le tempistiche in cui si verificano questi flussi. Infatti, i tempi in cui si generano le entrate possono essere più lunghi rispetto a quelli delle uscite (ad esempio, quando occorre pagare i fornitori, ma non sono ancora stati incassati i pagamenti dei clienti), determinando una carenza di liquidità che necessita di essere colmata tramite il ricorso al finanziamento da terzi.
Come si misura l’equilibrio finanziario?
Come abbiamo appena visto, perché un’azienda sia considerata sana dal punto di vista finanziario deve essere in grado di assicurare il pagamento regolare dei propri debiti entro le scadenze. In altre parole, deve essere un’azienda efficiente e solvibile, capace di far fronte con le proprie entrate alle passività.
Tra gli indici che si possono utilizzare per misurare l’equilibrio finanziario di un’azienda troviamo gli indici di liquidità, utili per verificare se l’impresa possiede le risorse sufficienti (già disponibili o rapidamente liquidabili) per onorare i propri impegni finanziari.
In particolare, per misurare la capacità di un’impresa di rispondere ai propri obblighi si può utilizzare il current ratio, o indice di disponibilità, che considera il rapporto tra attività correnti (comprese eventuali scorte di magazzino e crediti nei confronti dei clienti) e passività correnti:
- un risultato maggiore o uguale a 1, segnala una buona capacità di rimborso dei debiti da parte dell’azienda;
- un risultato inferiore a 1 è sintomo di mancato equilibrio (quantificabile tramite il calcolo del capitale circolante netto).
In alternativa, si può ricorrere al quick ratio, anche chiamato indice di tesoreria o acid test, che calcola il rapporto tra liquidità totale e passività correnti, escludendo il valore delle scorte (utile per quelle aziende che non hanno magazzino). Si tratta di uno degli indici più utilizzati, in quanto consente di ottenere una panoramica della liquidità e della situazione finanziaria nel breve periodo. Anche in questo caso, il valore ottimale è superiore a 1.
Altri indicatori che rilevano l’equilibrio finanziario sono il margine di tesoreria, utile a capire se l’azienda dispone di liquidità sufficiente per fronteggiare le spese a breve e medio termine necessarie per mandare avanti il business, e il margine di struttura, dato dalla differenza tra il capitale che è nelle mani dell’azienda e le immobilizzazioni (materiali, immateriali e finanziarie).
Equilibrio finanziario ed economico
Mentre l’equilibrio finanziario prende in considerazione il rapporto tra entrate e uscite, l’equilibrio economico ha a che fare con costi e ricavi. Nello specifico, un’azienda è in equilibrio economico quando i ricavi sono superiori ai costi ed è quindi in grado di generare un utile. Al contrario, se i costi superano i ricavi, l’impresa risulta in perdita e, di conseguenza, è in una situazione di squilibrio.
Un’azienda in equilibrio economico non è necessariamente in equilibrio finanziario. Infatti, come già detto sopra, nella valutazione dell’equilibrio finanziario di un’impresa conta anche la periodicità di entrate e uscite. Un’azienda sana dal punto di vista economico, che genera profitti anche molto elevati, potrebbe comunque trovarsi in carenza di liquidità e quindi vivere una condizione di squilibrio finanziario, potenzialmente in grado di condurre al fallimento. Questo può succedere ad esempio quando si verifica una crescita molto rapida, che determina un aumento repentino della liquidità necessaria per far fronte a nuovi ordini o investimenti.
In ogni caso, equilibrio finanziario ed equilibrio economico sono strettamente correlati. Infatti, i costi e i ricavi dipendono rispettivamente dalle uscite e dalle entrate finanziarie. Di conseguenza, quando i primi superano i secondi (generando un disequilibrio economico), anche le uscite sono destinate con il tempo a superare le entrate (disequilibrio finanziario).
Come preservare l’equilibrio finanziario
Per preservare l’equilibrio finanziario di un’azienda e prevenire problemi di liquidità è fondamentale operare un attento e accurato monitoraggio del flusso di cassa. Ciò permetterà di agire, all’occorrenza, sulle entrate e/o sulle uscite e compiere le scelte necessarie per ripristinare le condizioni ideali dal punto di vista finanziario (ad esempio, ricorrendo a finanziamenti da terzi), senza pesare sull’equilibrio economico.
In particolare è consigliabile svolgere regolarmente le seguenti attività:
- analizzare attentamente i flussi di cassa attuali, per individuare subito eventuali problematiche e intervenire rapidamente per risolverle;
- impostare una previsione dei flussi futuri e stabilire obiettivi precisi per i successivi 6-12 mesi, così da assicurarsi di avere sempre la liquidità sufficiente per far fronte ai propri impegni;
- tenere costantemente d’occhio i pagamenti e le loro tempistiche, in modo da poter intervenire tempestivamente in caso di fatture insolute e valutare modifiche nelle condizioni di pagamento;
- mantenere la massima attenzione sulle uscite e monitorare la frequenza dei pagamenti ai fornitori, le scadenze fiscali e le rate dei finanziamenti, così da poter negoziare termini di pagamento maggiormente favorevoli, in caso di necessità, ma anche per valutare quali costi possono essere eventualmente tagliati.
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