Scadenze fiscali: l’importanza della pianificazione

Il versamento delle imposte, per quanto indispensabile al finanziamento di servizi essenziali per la collettività, rappresenta una voce di costo considerevole per un’azienda italiana, che vede più della metà dei suoi ricavi sfumare in tasse. Gli elevati oneri fiscali da sostenere costituiscono un aspetto molto delicato per chi manda avanti un’impresa che, se non trattato con la dovuta attenzione, può generare problemi di liquidità. Per evitare difficoltà e problematiche legate al pagamento dei tributi, occorre tenere sempre a mente le scadenze fiscali di ogni imposta ed effettuare un’attenta pianificazione. In questo articolo vediamo insieme quali sono i principali adempimenti fiscali per le imprese, cosa sono le scadenze fiscali, perché è importante conoscerle e come evitare di superarle.
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Cosa sono le scadenze fiscali
Quando si parla di scadenze fiscali si fa riferimento ai termini temporali entro i quali bisogna pagare le imposte dovute, in base al calendario fiscale nazionale.
Ogni imposta ha infatti dei termini di liquidazione, dichiarazione e versamento prestabiliti. Il mancato pagamento delle imposte entro tali termini genera dei debiti tributari, ovvero dei debiti nei confronti dello Stato: il loro accumulo eccessivo è sintomo di cattivo funzionamento dell’impresa e, se mal gestito, può sfociare in una crisi di liquidità.
Quali sono gli adempimenti fiscali per le imprese?
Per evitare di accumulare debiti con il fisco è fondamentale conoscere e ricordare le scadenze fiscali di ciascun tributo.
Prima di occuparci dei termini per il pagamento, vediamo quindi quali sono i principali adempimenti fiscali previsti per le imprese.
Le aziende italiane sono tenute generalmente a versare le seguenti tipologie di imposte:
- l’IRPEF, imposta sui redditi delle persone fisiche: si tratta di una tassa progressiva, il cui importo viene calcolato in misura proporzionale al reddito generato;
- l’IRAP, imposta regionale sulle attività produttive: al momento è richiesta solo alle società di capitali, alle società di persone, agli enti commerciali e agli enti del terzo settore e il suo ammontare dipende dal valore della produzione dell’azienda;
- l’IRES, imposta sul reddito delle società di capitali e sugli enti: è dovuta da enti e società di capitali che svolgono attività commerciale e sono residenti sul territorio nazionale (o anche non residenti, ma con parte dell’attività commerciale svolta in Italia) e corrisponde attualmente al 24% del reddito netto conseguito;
- l’IVA, imposta sul valore aggiunto: riguarda tutti i titolari di partita IVA e prevede quattro diverse aliquote (22%, 10%, 5% e 4%) in base alla natura dei beni o servizi commercializzati.
In che periodo si pagano le tasse?
Il sistema tributario italiano si basa sul meccanismo di acconti e saldi, che vengono versati in seguito alla presentazione della dichiarazione dei redditi (effettuata l’anno successivo rispetto a quello in cui questi redditi sono stati prodotti). In pratica, quando si pagano imposte e contributi, il fisco richiede sia il versamento degli importi relativi all’anno oggetto della dichiarazione (saldo), sia il pagamento, sotto forma di acconto, dei tributi sull’anno in corso, che anticipano le imposte che dovranno essere corrisposte l’anno successivo.
In generale, il versamento di acconti e saldi per le imposte sui redditi (Irpef, Ires e Irap) avviene in base a due scadenze principali:
- 30 giugno (o 30 luglio, con maggiorazione dello 0,40%): saldo relativo all’anno oggetto della dichiarazione e prima rata di acconto per l’anno successivo;
- 30 novembre: seconda rata acconto per l’anno successivo (o unica rata di acconto, quando è previsto un unico versamento).
Per quanto riguarda invece le scadenze fiscali per il saldo dell’IVA, esistono due opzioni:
- liquidazione mensile, riservata ai lavoratori autonomi con volume d’affari superiore a 400mila euro e alle imprese con volume d’affari superiore a 700mila euro: il pagamento deve avvenire entro il giorno 16 del mese successivo a quello di liquidazione;
- liquidazione trimestrale, per gli altri contribuenti: i versamenti relativi ai primi tre trimestri devono avvenire entro il giorno 16 del secondo mese successivo al termine di ogni trimestre (quindi maggio, agosto e novembre), mentre la liquidazione relativa al quarto e ultimo trimestre va effettuata entro il 16 marzo dell’anno successivo.
Inoltre, entro il 27 dicembre di ogni anno i contribuenti mensili devono versare un acconto del versamento dovuto per il mese dicembre, mentre i contribuenti trimestrali versano l’acconto per il versamento dovuto per il quarto trimestre.
Pianificazione delle scadenze fiscali: perché farla
In molti arrivano al momento di dover pagare saldi e acconti senza sapere esattamente a quanto ammonteranno gli importi da versare, per poi rendersi conto in quel contesto di non avere la liquidità necessaria per adempiere ai propri obblighi verso il fisco.
Muoversi a vista, senza avere un’idea chiara e precisa di quando e quanto bisognerà versare all’Erario, rappresenta un forte rischio per le imprese, che può essere evitato tramite un’accurata pianificazione fiscale. Infatti, l’ammontare delle imposte da pagare e le loro tempistiche possono essere determinati con anticipo, anche perché ogni imposta fa riferimento a delle scadenze precise, che si concentrano, come abbiamo visto, in alcuni periodi dell’anno.
Tenendo conto di tali scadenze è quindi possibile organizzarsi per tempo e mettere in piedi tutte le azioni necessarie per non dimenticare gli appuntamenti con il fisco e/o per non arrivare con fondi insufficienti. In particolare, una volta versati il primo acconto e il saldo di giugno, si può determinare con precisione anche la cifra che bisognerà pagare a novembre e fare in modo di arrivare alla scadenza del 30 con la liquidità necessaria per regolarizzare la propria posizione.
Grazie alla pianificazione fiscale, in definitiva, è possibile conoscere anticipatamente l’ammontare delle tasse che dovranno essere versate e prepararsi di conseguenza.
Superamento scadenze fiscali: cosa fare
Il mancato pagamento delle tasse entro i termini stabiliti può far scattare un controllo fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate che, in presenza di anomalie, porterà all’applicazione di sanzioni amministrative per arrivare, nei casi particolarmente gravi, fino alle sanzioni penali.
La cosa migliore è ovviamente evitare di sforare le scadenze fiscali e assicurarsi di versare tutte le imposte dovute per tempo, ma come si può rimediare quando ci si accorge, per errore, di non aver saldato correttamente tutti gli importi dovuti nei tempi previsti o quando, per mancanza di liquidità, si è stati costretti a posticipare il versamento?
In questo caso si può ricorrere al ravvedimento operoso, uno strumento che permette di recuperare i pagamenti arretrati e colmare eventuali versamenti di importo inferiore a quello dovuto, riducendo notevolmente le sanzioni applicate (in una percentuale tanto più ampia quanto più è vicina la scadenza originaria non rispettata).
Pianificazione fiscale strategica
Attraverso un’accurata pianificazione fiscale è possibile non solo assicurarsi di rispettare tutte le scadenze fiscali previste dal calendario nazionale ed evitare così di pagare in ritardo (aggiungendo ai costi già onerosi delle imposte anche quelli delle sanzioni), ma anche alleggerire il peso delle imposte.
Lo scopo della pianificazione fiscale, in questo senso, è ottimizzare in maniera strategica la propria attività economica al fine di ridurre la base imponibile e, conseguentemente, le imposte a essa applicate (rimanendo, ovviamente, sempre nell’ambito della legalità, evitando dunque qualsiasi pratica che possa essere considerata elusiva). Ciò può avvenire ad esempio attraverso il ricorso, quando possibile, a deduzioni di oneri, o tramite la ripartizione dei redditi in diverse annualità per ridurre il reddito complessivo di ogni periodo di imposta.
L’analisi del cash flow come strumento di pianificazione fiscale
Per pianificare al meglio i propri adempimenti fiscali è fondamentale analizzare regolarmente il cash flow aziendale ed effettuare un’accurata previsione dei flussi futuri: ciò permetterà di definire con sufficiente anticipo quanto denaro si potrà dedicare agli investimenti strategici per la crescita del business e quanto invece bisognerà tenere da parte per pagare le imposte.
A questo scopo può essere utile ricorrere a uno strumento come Agicap, il software per la gestione del cash flow che permette di avere sempre sotto controllo le entrate e le uscite della propria azienda e di disporre in ogni momento di dati precisi e aggiornati da poter utilizzare nel processo decisionale.
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