Controlli fiscali, in cosa consistono e quando scattano

Interessano chiunque percepisca un reddito, ma imprenditori e autonomi con partita IVA devono averci a che fare un po’ di più. Parliamo dei controlli fiscali, che preoccupano anche i contribuenti più onesti. Un piccolo errore di contabilità può infatti mettere a rischio la tua azienda: multe e sanzioni sono già subito dietro l’angolo. Eppure, proprio per questo, chi è proprietario di un’impresa non dovrebbe mai tralasciare questo aspetto della gestione aziendale. Imposte e fisco sono infatti parte integrante della vita di ogni imprenditore, a qualsiasi livello si trovi. Conosciamo meglio insieme, allora, in cosa consistono i controlli fiscali e quando scattano i primi accertamenti.
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Cosa si intende con controlli fiscali?
Per controlli fiscali intendiamo l’attività di controllo intrapresa da organi appositi allo scopo di ridurre il rischio di evasione e frode fiscale da parte dei contribuenti e, di conseguenza, regolarizzare il versamento delle imposte.
Parliamo quindi di un’attività di controllo che riguarda chiunque percepisca un reddito – sia esso un pensionato, un lavoratore dipendente o il titolare di una partita IVA.
Ciò nonostante, tra i soggetti che più hanno da temere da un controllo fiscale, ci sono sicuramente i proprietari di un’impresa, a prescindere che sia una PMI o una grossa multinazionale. Le partite IVA, infatti, non solo rientrano perfettamente nelle categorie oggetto di un controllo fiscale, ma hanno anche una responsabilità in più rispetto alle altre. È agli imprenditori, infatti, che spetta tutta la parte contabile.
In altre parole, se hai un’azienda di tua proprietà, la tua gestione fiscale ha bisogno di un controllo maggiore, perché il rischio di errori – involontari o meno – è nel tuo caso di gran lunga più alto.
I controlli fiscali sono affidati a organi specifici che operano nel campo economico-finanziario. In Italia, questi organi sono due:
- l’Agenzia delle Entrate, che dipende direttamente dal Ministero dell'economia e delle finanze e che si occupa proprio di monitoraggio fiscale;
- la Guardia di Finanza, un Corpo di Polizia speciale la cui azione investigativa si concentra proprio su questioni fiscali, quindi illeciti, evasioni e frodi.
Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza possono lavorare entrambe, indifferentemente, ai controlli fiscali, vale a dire che entrambi gli organi hanno – per lo meno in fase di accertamento – la stessa area di azione, le stesse modalità e gli stessi strumenti di controllo. A differire è soltanto la parte legata al ricalcolo delle imposte dopo il riscontro di un’irregolarità.
In altre parole, la rettifica e il pagamento dopo i controlli fiscali è compito esclusivo dell’Agenzia delle Entrate. La Guardia di Finanza ha invece un ruolo legato all’indagine e all’ispezione.
Le diverse tipologie di controllo fiscale
A prescindere dalla categoria di cui fa parte il contribuente oggetto di controlli, va detto che esistono diverse tipologie di controlli fiscali, ognuno dei quali prevede un particolare iter di accertamento.
Inizieremo, però, parlando della differenza tra controlli fiscali e verifiche fiscali. Inizieremo da qui perché ci troviamo di fronte a una differenza sottile, nonché difficile da circoscrivere. Eppure è abitudine distinguere tra controlli e verifiche, seppure sul piano informale.
Controllo fiscale e verifica, le differenze
La differenza tra controllo e verifica fiscale è interessante da analizzare, perché si tratta in realtà di una differenza che non si registra sul piano legislativo. In altre parole, l’ordinamento italiano non fa distinzione fra questi due strumenti di monitoraggio fiscale.
Ciò nonostante, in genere, si intende il controllo fiscale come l’attività di indagine condotta di default sulle dichiarazioni contabili depositate.
Al contrario, le verifiche fiscali rientrano tra le attività di accertamento a campione – o di accertamento mirato se sono state riscontrate irregolarità – utili a verificare che gli adempimenti fiscali siano stati rispettati come da normativa.
È possibile far coincidere controllo e verifiche fiscali a due tipologie di accertamento tributario: automatizzato e formale. Controlli automatizzati e controlli formali rappresentano le due tipologie di controlli fiscali effettivamente riconosciuti dall’ordinamento italiano.
Quali sono i controlli automatizzati?
I controlli automatizzati sono controlli fiscali che vengono eseguiti su tutte le dichiarazioni dei redditi depositate, quindi anche quelle di soggetti privati, pensionati o lavoratori dipendenti.
Li si potrebbe considerare come una prima fase della procedura di accertamento tributario. Attraverso i controlli automatizzati, infatti, l’Agenzia delle Entrate prima di tutto determina il valore delle imposte che è necessario pagare; contemporaneamente, analizza le informazioni presenti nella dichiarazione confrontandole con altri dati.
Ma quali dati?
Per professionisti e imprese, il controllo automatizzato opera un confronto con le informazioni inserite nei documenti contabili obbligatori (lo Stato patrimoniale, il Conto economico e il Rendiconto finanziario).
A seguito dei controlli automatizzati possono così emergere delle irregolarità fiscali, come per esempio:
- un’incongruenza tra i documenti depositati;
- incompletezza della dichiarazione;
- possibili errori o falsità.
In tal caso, è la stessa Agenzia delle Entrate che invia una segnalazione con richiesta di rettifica e, laddove le imposte calcolate secondo i dati corretti risultano più alte, anche una richiesta di pagamento.
In cosa consistono i controlli formali?
I controlli formali sono una tipologia di controllo fiscale più approfondita che viene eseguita a campione, oppure nei casi in cui è alto il rischio di evasione fiscale.
Attraverso il controllo formale, gli organi preposti accertano che i dati relativi a redditi e IVA corrispondano a quelli già depositati in passato, e che ci sia congruenza tra movimenti bancari, spese, risparmi e redditi dichiarati. Parliamo pertanto di un controllo incrociato, che si rende necessario quando viene riscontrata un’anomalia.
Quando scatta un controllo fiscale per aziende e professionisti?
Alla luce di quanto detto finora, possiamo dedurre che i controlli fiscali vengono eseguiti già in automatico a partire dal momento in cui vengono depositate le dichiarazioni, e per i cinque anni successivi.
La verifica fiscale o tributaria, di contro, può invece scattare qualora venga registrato un comportamento anomalo da parte dell’Agenzia delle Entrate o dalla Guardia di Finanza. Tra questi comportamenti a rischio accertamento rientrano:
- una dichiarazione irregolare già appurata dal controllo automatico;
- il mancato rispetto delle scadenze fiscali;
- eventuali spese o atti immobiliari insoliti;
- una serie di movimenti bancari sospetti.
Questo vuol dire che, se hai un’azienda o una partita IVA, difficilmente puoi dirti al riparo da possibili controlli fiscali.
Controlli fiscali, pagamenti e sanzioni
Se il tuo controllo fiscale ha fatto emergere degli errori, sarai tenuto a regolarizzare i conti pagando al fisco l’importo che non hai versato fino a quel momento.
Pertanto ti verrà inviata una rettifica delle imposte tramite avviso bonario, e una richiesta di pagamento dei tributi dovuti (e non ancora versati) a cui rispondere, di norma, entro trenta giorni dalla comunicazione – oppure entro sessanta in caso di dilazioni concesse in via eccezionale.
Il pagamento di rettifica però non è l’unico che dovrai gestire. Infatti, un’irregolarità nei versamenti tributari dovuta a una dichiarazione falsa o sbagliata sfocia inevitabilmente in una sanzione.
Le sanzioni per evasione fiscale sono prevalentemente sanzioni amministrative; nei casi ritenuti però particolarmente gravi – per esempio quando l’evasione supera il 5% dell’attivo della tua impresa – entrano in gioco le sanzioni penali.
Questo vuol dire che un controllo fiscale può anche tradursi in una pena di reclusione fino a sei anni; senza dimenticare che le sanzioni amministrative possono raggiungere addirittura il valore del 240% delle imposte non versate.
Insomma, abbiamo a che fare con una faccenda particolarmente delicata e rischiosa per chi gestisce un’impresa, dato che – in ambito aziendale – gli obblighi e gli adempimenti sono totale responsabilità dei titolari dell’attività.
Uscire indenni da un controllo fiscale richiede, perciò, una cura meticolosa della contabilità aziendale.
Assicurati di essere in pari col fisco con l’aiuto di un software
Come avrai capito, anche un piccolo errore può compromettere il tuo portafoglio e non solo: anche la tua fedina penale. È per questo motivo che, quando si parla di contabilità e fisco serve tutta l’attenzione possibile.
E questo vale sia per la dichiarazione dei redditi che per i documenti contabili obbligatori per legge, che vengono usati come riferimento per accertare ogni eventuale scorrettezza.
Ecco perché un software ti aiuta a scongiurare il rischio di problemi con il fisco. Soprattutto se è un software come Agicap, un valido alleato per gestire al meglio i conti dell’azienda.
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