Scadenze fiscali per le imprese: quali sono le tasse da pagare ogni anno

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L'Italia, è cosa nota, non è un Paese amico delle imprese. Le nostre PMI sono, infatti, tra le più tartassate dal fisco in Europa. Si parla di un carico fiscale complessivo che si attesta al 59,1 per cento dei profitti (dati CGIA 2020). Tra i Paesi dell’area dell’euro solo la Francia (con il 60,7 per cento) registra una pressione fiscale sui profitti delle imprese superiore alla nostra, contro una media dei 19 Paesi che utilizzano la moneta unica pari al 42,8 per cento. Se, dunque, stai pensando di diventare imprenditore, meglio sapere grosso modo quali saranno le principali imposte a cui andrai incontro.

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Scadenze fiscali: quali sono gli adempimenti fiscali

Prima di analizzare le singole imposte, e le relative scadenze fiscali, va fatta una precisazione. In Italia, il tipo di imposizione diretta, ovvero quella che colpisce direttamente il patrimonio o il reddito e che grava sulle attività di impresa dipende dalla natura del soggetto (persone fisiche o persone giuridiche) e dall'organizzazione degli stessi (società di persone o di capitali). In linea generale, le imprese sono assoggettate a tre imposte principali: IRPEF, IRES e IRAP. 

IRPEF: chi deve pagarla, le scadenze

IRPEF, acronimo di Imposta sul reddito delle persone fisiche, è quel tributo che serve a finanziare il sistema di welfare italiano (sanità, previdenza, istruzione, difesa, ordine pubblico e sicurezza).

Si tratta di:

  • un’imposta diretta: ovvero che colpisce il reddito;
  • a carattere personale: dovuta da tutti i soggetti residenti sul territorio italiano su tutti i redditi posseduti, sia che si tratti di un lavoratore dipendente, sia che si tratti di un autonomo;
  • progressiva: l’ammontare è calcolato con aliquote che dipendono dagli scaglioni di reddito. Ognuno ha un valore minimo e un valore massimo. Tra il valore minimo e il valore massimo si paga una determinata aliquota percentuale.

Devono pagarla:

  • i lavoratori dipendenti;
  • i lavoratori autonomi;
  • le imprese;
  • persone fisiche che percepiscono redditi da un capitale o fondiario.

Con la Legge di Bilancio 2022, gli scaglioni IRPEF e le relative aliquote sono stati ridotti da 5 a 4. Un primo passo verso un ulteriore taglio a tre, attualmente allo studio del Governo. Premesso che nulla è dovuto per i redditi fino ad 8.174,00 euro (no tax area), i quattro scaglioni sono i seguenti:

  • 1° scaglione: contribuenti con reddito compreso tra 0 e 15 mila euro. L’aliquota IRPEF è pari al 23 per cento;
  • 2° scaglione: reddito tra 15.001 e 28 mila euro. In questo caso l’aliquota IRPEF prevista per i contribuenti è del 25 per cento;
  • 3° scaglione: riguarda i redditi compresi tra 28.001 e 50 mila euro. L’aliquota IRPEF è pari al 35 per cento;
  • 4° scaglione: oltre 50.000 euro l’aliquota IRPEF è del 43 per cento.

Come si paga l’IRPEF

Il contribuente versa l’Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) con un acconto relativo allanno in corso e un saldo relativo all’anno precedente.

L’acconto per lanno in corso può essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:

  • unico versamento entro il 30 novembre dell'anno di imposta se l’acconto è inferiore a 257,52 euro
  • due rate, se lacconto è pari o superiore a 257,52 euro; la prima è pari al 40% e va versata entro il 30 giugno dell'anno di imposta (insieme al saldo dell’anno precedente), la seconda è pari al restante 60% e va versata entro il 30 novembre dello stesso anno.

Tutti i contribuenti pagano l'imposta tramite il modello F24. 

IRAP: chi deve pagarla, le scadenze fiscali 

Oltre all’IRPEF, le imprese sono assoggettate a l’IRAP e IRES, rispettivamente una imposta regionale sulle attività e aliquota d’imposta sui redditi della società.

Partiamo dall'IRAP (acronimo per Imposta Regionale sulle Attività Produttive). Circa il 90% del suo gettito entra nelle casse regionali, con un unico obiettivo: quello di finanziare il fondo sanitario nazionale. L'obiettivo del Governo è abolirla  in modo graduale. Dall’ultima manovra è stata cancellata per le persone fisiche con partita IVA, ora i decreti attuativi indicheranno gli step successivi: scomparirà prima per società di persone, studi associati e società tra professionisti, poi per le società di capitali. 

Questa imposta al momento riguarda solo i redditi prodotti da:

  • società di capitali, 
  • società di persone, 
  • enti commerciali,
  • enti del terzo settore.

Presupposto per il pagamento è lesercizio abituale, nel territorio delle Regioni, di attività autonomamente organizzate dirette alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi. Come per l’IRPEF, si tratta di un’imposta diretta calcolata sul valore della produzione dell’azienda. La base imponibile è rappresentata dal guadagno di un’azienda nell’arco dell’anno fiscale.

A decorrere dal 1° gennaio 2021 l'aliquota IRAP è fissata al 3,90%, ma le Regioni hanno la facoltà di muoversi all’interno di una forbice dello 0,92%, quindi possono aumentare massimo dello 0,92% e diminuire fino a un massimo dello 0,92%. Le Regioni possono inoltre stabilire aliquote diverse per le diverse tipologie di attività.

Il modello IRAP va presentato in via telematica entro il 30 novembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta. Ai fini dell’adempimento non ha alcuna rilevanza la data di approvazione del bilancio o del rendiconto, ma solo la data di chiusura del periodo di imposta. 

La dichiarazione può essere presentata direttamente dal dichiarante oppure da un suo intermediario abilitato o altri soggetti incaricati.

IRES: chi deve pagarla, le scadenze 

LIRES, infine, l’acronimo di Imposta sul Reddito delle Società, è un tributo che devono pagare tutte le società sul reddito prodotto. Attualmente l’aliquota IRES è pari al 24%. Tutte le società pagano dunque la stessa aliquota, indipendentemente dal fatto che abbiamo prodotto un reddito pari a 10 mila euro o un milione di euro. 

Sono soggetti passivi e quindi tenuti al pagamento dell’IRES:

  • società di capitali, quindi le SRL, le SRLS, le SRL con socio unico, le SPA, le SAPA;
  • società europee;
  • enti pubblici e privati, commerciali e non commerciali;
  • cooperative;
  • enti e società non residenti in Italia (in tal caso pagano l’IRES anche le società di persone, se sono non residenti);
  • trust.

Il pagamento dell’IRES prevede un meccanismo di acconto e di saldo, entrambi da versare tramite modello F24. La dichiarazione va inviata all’Agenzia delle Entrate entro l'ultimo giorno dell’undicesimo mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta, quindi il 30 novembre di ciascun anno.

I versamenti a saldo e l'eventuale primo acconto IRES devono essere eseguiti entro il 30 giugno, oppure entro il trentesimo giorno successivo. L’acconto è pagato in due rate, salvo che il versamento da eseguire alla scadenza della prima non superi i 103 euro.

Altrimenti le scadenze fiscali sono:

  • prima rata acconto: 30 giugno o 30 luglio (nel secondo caso con maggiorazione dello 0,40 per cento);
  • seconda rata acconto: 30 novembre.

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Scadenza fiscali per il saldo IVA

Uno degli appuntamenti da non dimenticare nello scadenzario fiscale è il pagamento dell’IVA, ovvero l’imposta sul valore aggiunto. I titolari di partita IVA devono liquidare e versare l’IVA su base mensile o, in alcuni casi, trimestrale.

Per chi opta per la liquidazione mensile, entro il giorno 16 di ciascun mese, il contribuente deve determinare la differenza tra l’imposta relativa alle operazioni attive effettuate nel mese precedente e l’imposta relativa ai beni e servizi acquistati, relativi allo stesso mese, per i quali intende esercitare il diritto alla detrazione. Una volta calcolato l’importo, deve versare l’IVA tramite il modello F24 online.

La liquidazione trimestrale IVA può essere scelta dai contribuenti che nell’anno solare precedente hanno realizzato un volume d’affari non superiore a:

  • 400.000 euro per i lavoratori autonomi e per le imprese che hanno come oggetto della propria attività la prestazione di servizi;
  • 700.000 euro per le imprese che esercitano altre attività o appartenenti a determinate categorie. Ovvero, distributore  di carburanti, autotrasportatori di merci conto terzi, esercenti attività di servizi al pubblico, esercenti arti e professioni sanitarie.

Le aziende che optano per il pagamento trimestrale:

  • eseguono i versamenti relativi ai primi tre trimestri entro il giorno 16 del secondo mese successivo al trimestre;
  • la liquidazione relativa al quarto trimestre, va effettuata entro il 16 marzo dell’anno successivo. L’imposta dovuta va maggiorata dell’1% a titolo di interessi.

Entro il 27 dicembre di ogni anno, inoltre, tutti i contribuenti titolari di partita IVA devono versare un acconto

  • del versamento relativo al mese di dicembre per i contribuenti mensili;
  • del versamento dovuto per il quarto trimestre per i contribuenti trimestrali.

L’acconto, il cui versamento avviene tramite F24, può essere calcolato con il metodo storico, analitico o previsionale. Ricordiamo che il contribuente può compensare l’importo dovuto a titolo d’acconto con eventuali crediti di imposte nella sua disponibilità.

Canone Rai

Il canone TV è un’imposta il cui pagamento interessa, non solo le famiglie, ma anche le aziende, quindi hotel, studi professionali, bed and breakfast, associazioni, circoli, sedi di partiti politici, negozi e così via.

Si tratta di un canone speciale, il cui valore varia a seconda del tipo di struttura che detiene gli apparecchi radio televisivi, ad esempio un albergo che può ospitare centinaia di persone e un bar che ha una decina di coperti non pagano la stessa tassa.

Il canone speciale deve essere pagato annualmente, semestralmente o trimestralmente nei termini di legge:

  • 31 gennaio per il pagamento annuale;
  • 31 gennaio e 31 luglio per i pagamenti semestrali;
  • 31 gennaio, 30 aprile, 31 luglio e 31 ottobre per le rate trimestrali.

Pagamento diritto camerale

Il pagamento del diritto camerale è un tributo che ciascun soggetto iscritto o annotato al Registro delle Imprese deve versare ogni anno a favore della Camera di Commercio nella cui circoscrizione territoriale è situata la propria sede legale. Sono tenuti al pagamento del diritto annuale tutte le imprese e i soggetti che, al primo gennaio di ogni anno, risultano iscritti o annotati nel Registro delle Imprese, nonché le imprese e i soggetti che si iscrivono nel corso dell’anno di riferimento. Il diritto si calcola sulla base dell'anno solare e non è frazionabile. Generalmente il termine per il versamento dei diritti coincide con il pagamento del primo acconto per le imposte sui redditi (il 30 giugno di ogni anno, circa). Le imprese di nuova costituzione, invece, sono tenute al versamento dei diritti camerali annuali entro 30 giorni dalla loro iscrizione al Registro Imprese.

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Modello Intrastat

Tra gli obblighi fiscali rivolti a quelle società che, nell'esercizio della propria attività, hanno relazione con soggetti all'estero, ma nell'ambito dell'Unione Europea spicca anche la presentazione del Modello Intrastat, una dichiarazione che riporta informazioni inerenti alle operazioni intracomunitarie – e cioè alle vendite e agli acquisti di prodotti e/o alle prestazioni generiche di servizi – avvenute tra soggetti passivi IVA residenti in diversi Paesi UE.

L'obiettivo del Modello Intrastat è proprio quello di consentire il monitoraggio degli scambi commerciali tra operatori intracomunitari da parte dell’Agenzia delle Dogane. Non è infatti un caso che tale l’obbligo sia stato introdotto nel 1993, in seguito all’abolizione delle barriere doganali tra gli Stati membri della Comunità Europea.

Chi deve presentare il Modello Intrastat? 

Secondo la legislazione vigente, sono chiamati a inoltrare il Modello Intrastat i soggetti passivi IVA – e cioè le società, le imprese individuali e i liberi professionisti, che effettuano operazioni intracomunitarie, ossia:

  • cessioni e acquisti di beni intracomunitari;
  • prestazioni generiche di servizi da/verso operatori intracomunitari;

Il Modello Intrastat va presentato entro il 25 del mese successivo al periodo cui si fa riferimento, che può essere un mese o tre mesi. In particolare,

  • la frequenza mensile si applica in caso di superamento della soglia di 50.000 euro;
  • la frequenza trimestrale, invece, si applica se le operazioni non superano la suddetta soglia di 50.000 euro, sia nei tre mesi in oggetto sia nei quattro trimestri precedenti.

Pagamenti INPS

La contribuzione previdenziale dovuta all'INPS assicura il lavoratore contro eventi che possono renderlo non idoneo alla prestazione lavorativa. Si tratta insomma di una sorta di “premio assicurativo” che si paga per assicurare il lavoratore per un determinato evento come la malattia, la maternità, la disoccupazione o la pensione

Le aliquote contributive interessano sia i lavoratori sia il datore di lavoro. È quest'ultimo però a versare sia i contributi a suo carico sia quelli a carico del lavoratore. La scelta di quali assicurazioni attivare per il lavoratore e il contributo da versare è imposta dalla legge e può cambiare  nei diversi settori di attività.

A partire dal 1° gennaio 2011, l'attività di riscossione delle somme dovute all'INPS avviene attraverso la notifica di un avviso di addebito, che sostituisce la cartella di pagamento.

Quando si paga? Il versamento dei contributi, tramite F24, deve essere effettuato entro il giorno 16 del mese successivo a quello in cui è scaduto l'ultimo periodo di paga: il datore di lavoro è infatti sia civilmente sia penalmente responsabile dell'obbligo di tale versamento.

Per i professionisti, i versamenti degli acconti e del saldo devono essere effettuati entro gli stessi termini previsti per il pagamento dell' IRPEF: entro il 30 giugno per il saldo precedente e il primo acconto dell'anno in corso; entro il 30 novembre per il secondo acconto dell'anno in corso.

Conclusioni

Procedere ad un’attenta analisi costi-benefici prima dell’avvio di una nuova attività può davvero fare la differenza. Tradotto, avere chiare in mente quali sono le spese deve considerarsi un passaggio propedeutico all’apertura, soprattutto per valutare l’investimento iniziale e capire se si tratta di un’attività in grado di garantire una rendita (al netto delle tasse da pagare). Tra le valutazioni da fare prima, quella relativa al calcolo delle imposte è sicuramente una delle più importanti. Altrettanto fondamentale, però, è rispettare scadenze fiscali e adempimenti, così da non dover incorrere in multe o sanzioni, che rischierebbero di aggravare la posizione col Fisco, oltre che ad avere un impatto non indifferente sul bilancio. 

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