Cambio valute: che cos'è, come funziona

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Qualunque sia la dimensione della tua azienda, il rischio di cambio è un problema che deve essere aff1rontato e risolto perché tu possa operare con le valute estere senza perdere redditività e tenendo sotto controllo ogni aspetto delle transazioni internazionali. Ecco come il cambio valute può incidere sul bilancio della tua azienda e cosa puoi fare per ridurre i rischi.

Cambio valuta: che cos’è

In un mondo sempre più interconnesso dal punto di vista economico, sono sempre più numerose le piccole e medie imprese che decidono di affacciarsi verso nuovi mercati: un’opportunità enorme che, se sfruttata bene, può portare un aumento di ricavi e utili e un rafforzamento delle fondamenta del proprio business.

Spingersi oltre i confini nazionali, e soprattutto quelli al di fuori della zona euro, solleva allo stesso tempo una serie di pericoli che se non gestiti adeguatamente rischiano di creare problemi a livello di liquidità.

Come quelli legati al cambio valute, ovvero il prezzo a cui una valuta può essere scambiata con un'altra (per esempio, euro contro dollaro statunitense). Questo prezzo è soggetto a continue variazioni sui mercati dei cambi mondiali, dove sono negoziate valute di ogni tipo.

Si noti che il rischio di cambio dipende dalla valuta in cui sono denominate le transazioni, non dalla nazionalità degli operatori.

Cambio valuta, come funziona

Per capire meglio come funziona il cambio valuta e come quest'ultimo può influenzare i bilanci di un'azienda, prendiamo il caso di un’impresa italiana, la Rossi srl, che produce pasta in Italia, che vende sul mercato statunitense. La società in questione avrà tutti i suoi costi in euro e riceverà per la merce venduta negli Stati Uniti un certo ammontare di dollari che sarà poi, attraverso il cambio valute, trasformato in euro.

Immaginiamo che nell’arco di un anno il valore della valuta estera, in questo caso il dollaro statunitense, diminuisca rispetto all’euro (si registri cioè un deprezzamento): ciò porterà inevitabilmente una riduzione del il valore in euro dei flussi di cassa oggetto di trasferimento.

Viceversa, qualora il valore della valuta estera dovesse aumentare rispetto all'euro (ossia vi sia un apprezzamento), il valore in euro dei flussi di cassa oggetto della transazione aumenterà.

Si intuisce quindi come, a parità di valore in euro esportato, il cambio valuta finirà per incidere sul totale degli incassi ottenuti.

Si può senza dubbio affermare che tutte le società che realizzano dei beni in un Paese con una certa valuta domestica e vendono gli stessi beni in un’altra valuta estera, sperano che la valuta di produzione si deprezzi.

In questo modo, le somme di valuta estera (relative alla vendita) che torneranno in patria, varranno molto di più in termini di valuta domestica.

Torniamo al caso della Rossi Srl, che ha venduto pasta negli Stati Uniti con un listino di prezzi in dollari. Al momento dell’emissione della fattura, il prezzo è fissato secondo il tasso di cambio di quel periodo (o del periodo in cui è stato compilato il listino prezzi).

Supponiamo che questo tasso di cambio sia EUR/USD 1,10. Ogni euro corrisponde a 1,10 dollari. Beni del valore di 10mila euro vengono allora venduti al prezzo di 11mila dollari.

10.000 euro * 1,10 = 11.000 dollari

Al momento dell’effettivo incasso del credito commerciale, però, il tasso di cambio è passato EUR/USD 1, ovvero ogni euro corrisponde a un dollaro.

10.000 euro = 10 mila dollari

Gli 11mila dollari preventivati e incassati, a quel punto, corrispondono a 10 mila euro. La perdita per l’azienda in questione sarà di circa 1.000 euro per questo singolo scambio commerciale.

Va da sé che, al contrario, le variazioni di segno opposto possono condurre a un maggiore profitto sulla transazione qui sopra indicata. Le perdite dovute al tasso di cambio vengono chiaramente registrate a livello contabile. E se estese a tutte le operazioni di vendita di un’impresa che esporta all’estero, queste pesano molto sugli equilibri del cash flow aziendale.

Cambio valuta: chi fissa il tasso tra euro e altre monete

Ogni giorno intorno alle ore 16.00 (ora dell’Europa centrale) la Banca centrale europea pubblica i propri cambi di riferimento dell’euro nei confronti di 31 valute.

Va detto che questi cambi sono indicati a puro titolo informativo: corrispondono alla media dei tassi di acquisto e di vendita, ma non riflettono necessariamente i tassi ai quali sono state condotte reali operazioni di mercato. Spesso sono utilizzati dalle imprese per la compilazione di bilanci, dichiarazioni fiscali, rapporti statistici o analisi economiche, per citare alcuni esempi.

Quando si effettua un cambio di valuta, il tasso applicato è ricavato dai tassi di mercato in tempo reale.

Che cosa influenza il cambio valuta?

Il valore di una moneta sul mercato è determinato da tutta una serie di fattori, che riguardano sia le scelte politiche ed economiche interne di un Paese sia i suoi scambi commerciali con l’estero. A partire dalla politica monetaria, ovvero le decisioni strategiche delle banche centrali (nel caso dell’eurozona, la BCE) in relazione ai tassi di interesse, tassi di inflazione e debito pubblico; ma anche la stabilità politica, la crescita economica, il livello di inflazione; gli scambi commerciali internazionali.

Strategie per proteggersi dal rischio di cambio

Il cambio valute è caratterizzato da un’elevata volatilità: questo vuol dire che dalla data in cui viene eseguita la transazione alla data di valuta (il giorno in cui le somme saranno di fatto disponibili) il rischio che il cambio subisca una variazione è molto alto. Per proteggersi da questo pericolo, esistono infatti diverse strategie di copertura.

Se fai parte di quella schiera di imprenditori che comprano prodotti o materie prime all’estero, tra le varie opzioni, quella del pagamento nella valuta locale dei fornitori può senza dubbio offre una serie di vantaggi che decidono di pagare nella valuta locale dei fornitori.

Per concludere

La volatilità dei cambi valute è un elemento di incertezza che impedisce di fare previsioni su costi e ricavi e dunque di elaborare budget affidabili. Per questa ragione, se stai guardando all’estero come prossima tappa per aumentare le dimensioni aziendali, considera di partire ben equipaggiato. Nel contesto attuale, una gestione manageriale basata sui dati della contabilità di fine mese è insufficiente.

Imprenditori e direttori finanziari devono disporre di un piano di gestione della liquidità in tempo reale per rimanere agili e preservare le prestazioni: valutare tutti i possibili scenari per mettersi nelle condizioni di avere delle exit strategy da adottare nei casi di criticità.

L'internazionalizzazione offre opportunità, ma ha conseguenze e rischi operativi che devono essere gestiti bene per avere successo. È importante tenere sotto controllo il flusso di cassa, fare previsioni e prendere decisioni basate su dati (in tempo reale).

Consapevoli di queste criticità, sono sempre più numerose, le PMI che fanno ricorso a software di gestione della tesoreria come Agicap che integra in un unico strumento tutte le informazioni finanziarie necessarie per tenere sotto controllo i movimenti monetari e conoscere in tempo reale il livello di liquidità disponibile in azienda, passando con un clic dalla vista di gruppo consolidata alla vista dettagliata del cash flow di ogni entità.

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