Ratei attivi, cosa sono e come si registrano

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Nelle scritture contabili, i ratei attivi hanno un peso importante. Rientrano tra le voci dello stato patrimoniale, e il loro valore dà misura del patrimonio dell’azienda. Eppure, in relazione alla disponibilità liquida effettiva, si pongono su un piano particolare. Cerchiamo di vederci più chiaro in questo articolo.

Cosa sono i ratei attivi?

I ratei attivi sono quella parte dei ricavi che non è stata riscossa al momento della chiusura dei conti, e che entra nelle casse aziendali solo nell’esercizio successivo. Nello stato patrimoniale, sono indicati alla voce ratei e risconti dell’attivo.

Un esempio di rateo attivo è la dilazione di pagamento a cui viene applicato un tasso di interesse specifico già concordato in fase contrattuale. In tal senso, gli interessi moratori rientrano tra questi.

Supponiamo che, a novembre di un certo anno, tu abbia concesso ai tuoi clienti la possibilità di saldare la fattura entro sei mesi, ma con l’applicazione di interessi di dilazione. A quel punto, è probabile che incasserai la liquidità che ti spetta nell’esercizio seguente, ma al momento della chiusura del bilancio avrai già maturato una porzione di quegli interessi. Questa parte del ricavato è definita rateo attivo.

Possiamo quindi considerare i ratei attivi come una forma di credito, ma con alcune differenze sostanziali. I crediti in senso stretto – anche quando esigibili nell’esercizio successivo – sono già maturati per intero; i ratei attivi sono in corso di maturazione, e per questo il loro valore va calcolato per come si presenta alla chiusura dell’esercizio, e in previsione di un incasso futuro.

In contabilità infatti, e in particolare nello stato patrimoniale, si lavora tenendo conto delle operazioni economiche e finanziarie di un’azienda, ma non dell’effettivo riscontro sul piano materiale.

Per spiegarlo in parole più semplici, lo stato patrimoniale registra i ricavi ma non l’incasso effettivo. Questo è uno dei motivi per cui anche le imprese con ricavi alti si ritrovano comunque a corto di liquidità: il fatturato non sempre corrisponde al denaro disponibile in cassa.

I ratei attivi corrispondono allora a una scrittura di assestamento, da mettere in pratica secondo il principio di competenza che impone alle aziende di indicare le operazioni relative a un esercizio – per esempio l’emissione di una fattura – anche se non hanno avuto effetti concreti sulla cassa aziendale.

Quando un rateo è attivo?

Un rateo è attivo quando comporta un aumento della disponibilità economica dell’azienda. Perciò è relativo ai ricavi, al fatturato che porterà in futuro liquidità in cassa.

Non va confuso con i ratei passivi, che invece riguardano i costi che un’impresa deve affrontare, né tantomeno con i risconti attivi o risconti passivi che registrano operazioni anticipate.

Per semplificare, si parla di rateo attivo quando:

  • viene registrato un ricavo (operativo e non solo)
  • il ricavo è riscosso nell’esercizio successivo

Dove si registrano i ratei attivi?

I ratei attivi, così come i risconti, si registrano soltanto nello stato patrimoniale.

Quindi, pur trattandosi di ricavi, non vengono resi esplicitamente nel conto economico. Il conto economico infatti considera in linea generale i ricavi dell’azienda, sia relativi alla produzione sia alle operazioni finanziarie.

È nello stato patrimoniale però che si sottolinea la differenza tra crediti verso i clienti, attività finanziarie, ratei attivi e così via. Lo stato patrimoniale fornisce infatti un’immagine più dettagliata del patrimonio aziendale.

I ratei attivi possono anche essere inclusi nella sottosezione II (quella, appunto, dei crediti) dell’attivo circolante, in uno stato patrimoniale compilato in forma ridotta. Si tratta però di una prerogativa di poche aziende.

Pur rientrando nell’attivo circolante, i ratei attivi hanno tempi di esigibilità molto lunghi, ed è importante sottolinearlo. Il principio di competenza per cui vale l’obbligo di registrazione dei ratei attivi perde di vista perciò il vero cardine dell’azienda: la liquidità in cassa.

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Sul piano contabile, registrare operazioni come i ratei attivi aiuta a comprendere come si compone un’impresa sul piano patrimoniale. Il valore dei crediti è, in un certo senso, una misura di successo aziendale, perché quei ricavi costituiscono il risultato di un lungo lavoro.

Eppure, sul piano operativo questo approccio si rivela limitante. Anzi, il motivo per cui molte imprese si ritrovano inaspettatamente a corto di liquidità è riconducibile proprio a questo: c’è una discrepanza tra fatturato e incassi che nei documenti contabili non è rilevata.

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