Cosa sono i ratei e i risconti e come calcolarli

Due operazioni piuttosto ostiche per chi si avvicina per la prima volta alla contabilità, ma che è necessario conoscere per gestire entrate ed uscite che si trovano a cavallo tra due anni fiscali. In questo articolo proviamo a fare un po’ di chiarezza in materia di ratei e risconti, cercando di fornire i principali riferimenti tecnici e normativi, con qualche esempio numerico.
Hai bisogno di un esempio di tabella di previsione? Scarica il tuo Excel gratuito!
Che cosa sono i ratei e i risconti
Uno dei principi chiave della contabilità economico patrimoniale è quello della competenza economica, in base al quale in ciascun esercizio devono essere rilevati tutti i costi e tutti i ricavi delle operazioni indipendentemente dal momento in cui si realizza la corrispondente movimentazione finanziaria (pagamento o incasso). Tuttavia a fine anno, quando andiamo a calcolare l’utile di esercizio occorre poi andare a verificare tutte le operazioni effettivamente attribuibili all’esercizio in chiusura.
Questo pone inevitabilmente qualche problema per le operazioni che si manifestano a cavallo tra due anni fiscali, ossia quelle che hanno inizio in un esercizio e terminano in quello successivo, la cui manifestazione finanziaria può dunque essere anticipata oppure posticipata.
In presenza di una situazione del genere, l’impresa dovrà effettuare delle operazioni di integrazione e rettifica proprio per individuare la corretta competenza dei costi e dei ricavi. È in relazione a questa situazione che si parla di ratei e risconti.
Per ratei vengono indicate le quote di entrate o uscite future che misurano ricavi o costi già maturati ma non ancora rilevati, poiché la loro manifestazione finanziaria si verificherà in esercizi futuri. I risconti, invece, sono quote di costo o di ricavo non ancora maturate, ma che hanno già avuto la loro manifestazione finanziaria.
Ratei e risconti: riferimenti normativi
In Italia, il riferimento normativo principale in materia di ratei e risconti è l’art. 2424 bis. comma 5 del Codice Civile, che spiega:
“Nella voce ratei e risconti attivi devono essere iscritti i proventi di competenza dell'esercizio esigibili in esercizi successivi, e i costi sostenuti entro la chiusura dell'esercizio ma di competenza di esercizi successivi. Nella voce ratei e risconti passivi devono essere iscritti i costi di competenza dell'esercizio esigibili in esercizi successivi e i proventi percepiti entro la chiusura dell'esercizio ma di competenza di esercizi successivi. Possono essere iscritte in tali voci soltanto quote di costi e proventi, comuni a due o più esercizi, l'entità dei quali vari in ragione del tempo.”
Secondo quanto previsto dalla norma sopra indicata, la rilevazione di un rateo o di un risconto avviene quando sussistono le seguenti condizioni:
- il contratto inizia in un esercizio e termina in uno successivo;
- il corrispettivo delle prestazioni è contrattualmente dovuto in via anticipata o posticipata rispetto a prestazioni comuni a due o più esercizi consecutivi;
- l’entità dei ratei e risconti varia con il trascorrere del tempo.
Non possono essere inclusi tra i ratei e i risconti, in quanto non vengono rispettate le condizioni sopra indicate, i ricavi e le spese la cui competenza è maturata per intero nell’esercizio cui si riferisce il bilancio o in quelli successivi. Per capirci, non comportano la rilevazione di ratei o risconti:
- le fatture ancora da emettere e ricevere,
- interessi attivi maturati ma non ancora accreditati su conti correnti,
- gli anticipi ricevuti o pagati nel corso dell’anno a fronte di canoni di locazione che maturano solo nell’esercizio successivo.
Ratei e risconti attivi e ratei risconti passivi: le differenze
Vediamo nel dettaglio le differenze tra ratei e risconti attivi e ratei risconti passivi, secondo la defezione dell'Organismo italiano di contabilità (OIC).
- I ratei attivi rappresentano quote di proventi di competenza dell’esercizio cui si riferisce il bilancio, che avranno manifestazione finanziaria in esercizi successivi;
- I ratei passivi rappresentano quote di costi di competenza dell’esercizio cui si riferisce il bilancio, che avranno manifestazione finanziaria in esercizi successivi;
- I risconti attivi rappresentano quote di costi che hanno avuto manifestazione finanziaria nel corso dell’esercizio in chiusura o in precedenti esercizi, ma sono di competenza di uno o più esercizi successivi. Essi rappresentano la quota parte dei costi rinviata a uno o più esercizi successivi;
- I risconti passivi rappresentano quote di proventi che hanno avuto manifestazione finanziaria nel corso dell’esercizio in chiusura o in precedenti esercizi, ma sono di competenza di uno o più esercizi successivi. Essi rappresentano la quota parte dei proventi rinviata a uno o più esercizi successivi.
Ratei e risconti, come si calcolano
In generale, sono due i criteri di calcolo dei ratei e risconti:
- il criterio del tempo fisico: è quello utilizzato nella prassi, ciò comporta che i ricavi e costi cui ratei e risconti si riferiscono siano strettamente proporzionali nel corso del tempo. Questo vuol dire che il costo o ricavo considerato viene diviso per tutto il tempo fisico cui l’elemento si riferisce (due mesi, tre mesi...);
- il criterio del tempo economico: è quello da applicare quando i ricavi e costi cui ratei e risconti si riferiscono sono previsti da contratti a prestazioni non continue nel tempo. Di conseguenza, tale criterio comporta l’esclusione dal calcolo di cui sopra dei periodi in cui tali elementi reddituali non vengono a maturazione. Per esempio, il fitto di uno stabilimento balneare per il solo periodo estivo.
Ratei e risconti: un esempio
Immaginiamo che la Rossi srl:
- rilevi e paghi in data 1/12/21 un fitto passivo per un capannone industriale di 800 euro, in base ad un contratto che prevede un pagamento bimestrale. Con questa operazione, l’azienda paga il periodo dicembre 2021 e gennaio 2022;
- contragga in data 1/10/2021 un debito pari a 20 mila euro che verrà restituito l’1/03/2022 a fronte del pagamento di 600 euro di interessi.
Cosa succede con la partita doppia? L’impresa rileverà i fatti man mano che avvengono:
- nel caso del fitto si tratterà di una rilevazione anticipata rispetto al periodo a cui si riferisce, considerato che nel bimestre sarà incluso il mese di gennaio. Si tratta evidentemente di una spesa che si riferisce a un periodo a cavallo di due anni 2021-2022;
- nel pagamento degli interessi, si tratterà invece di una rilevazione posticipata, dato gli interessi che saranno pagati nel momento di restituzione del previsto, ovvero a marzo 2022, riguardano tutti cinque mesi compresi tra ottobre e marzo;
Torniamo al calcolo degli utili che, come abbiamo detto, va effettuato al 31 dicembre di ciascun anno, tenendo conto dei costi di competenza di un determinato esercizio. In questo caso, la Rossi srl dovrà stornare una parte dei costi che sono stati registrati in via anticipata e portarli nell’anno successivo (fitto), e invece, inserire nel 2021 una parte dei costi che sarà rilevata successivamente ma che è di competenza dello stesso anno (interessi).
Nel caso del fitto, che è stato calcolato in via anticipata, a fine anno dobbiamo calcolare un risconto: ovvero bisognerà rettificare, cioè togliere una parte delle spese, che non sono di competenza del 2021 e riportarle nell’anno successivo.
Fitto passivo= 800 euro : 2 mesi= 400 euro al mese
Quindi 400 euro resta di competenza del 2021, 400 euro invece passa al 2022 (risconto attivo relativo a gennaio).
Al contrario, l’operazione del pagamento degli interessi sul debito sarà posticipata. Quindi per calcolare l’utile sarà necessario calcolare un rateo: bisognerà dunque inserire una parte di costo di competenza del 2021, ma che verrà registrato nel 2022.
Interessi passivi= 600 euro: 5 mesi=120 euro al mese
Rateo passivo: 120*3 mesi (ottobre, novembre, dicembre)= 360 euro
Quindi 360 euro (rateo passivo) verrà inserito nella contabilità del 2021
In questo modo abbiamo integrato la quota di interessi di competenza 2021, andandola a inserire nel giusto periodo di competenza.
Quindi, dopo queste operazioni di rateo e risconti, avremo:
- 2021: 400 euro di fitti e 360 di interessi
- 2022: 400 euro di fitti e 240 di interessi
Come semplificare il tracciamento del cash flow con Agicap
Il calcolo dei ratei e risconti è, come abbiamo anticipato, un argomento talvolta spinoso soprattutto per i neo-imprenditori. Ma è solo uno degli aspetti che va curato con attenzione nell'attività quotidiana di monitoraggio di entrate e uscite della tua azienda. Se è vero che la contabilità aziendale è nelle mani dei commercialisti, è altrettanto vero che un tracciamento costante dei flussi di cassa è un’operazione essenziale per verificare lo stato di salute della tua azienda e mettere a punto le strategie di crescita migliori.
Per queste attività, l'utilizzo un foglio Excel spesso ti richiede troppo tempo, senza contare il rischio di incorrere in errori. Hai mai pensato di un utilizzare un software per la gestione della tesoreria? Agicap è senza dubbio la soluzione ai tuoi problemi. Grazie ad un processo di automatizzazione e sincronizzazione dei dati con gli altri gestionali che già usi in azienda (fatturazione elettronica, app di web banking, ecc), Agicap ti consente un risparmio di almeno due ore di lavoro al giorno sulla gestione contabile. Con il nostro tool avrai la possibilità di creare report scaricabili e scenari di previsione accurati che possono farti da guida nelle tue decisioni future rendendo più efficiente la gestione aziendale.