Cos’è il Supply Chain Finance e come può essere utile alla tua azienda

Di fronte alla necessità di reperire liquidità in modo veloce, le PMI, accanto all’uso dei canali di finanziamento tradizionali possono ora avvalersi di canali “evoluti”, che sfruttano i rapporti commerciali di filiera. Tali strumenti, che fanno parte del cosiddetto “Supply Chain Finance”, oltre a essere funzionali alla riduzione dei tempi di pagamento ai fornitori, si stanno affermando come una risposta concreta alle esigenze delle piccole e medie aziende. La logica retrostante è semplice: il sistema finanziario ottiene maggiori garanzie sullo stato delle imprese da finanziarie ed eroga liquidità più facilmente. In questo articolo, proveremo a individuare le forme "alternative" di finanziamento e come le stesse possono essere utili alle aziende.
Il problema della carenza di liquidità per le piccole e medie imprese italiane (quelle con fatturato sotto i 10 milioni di euro) non è certo una novità. Spesso la causa di questa situazione va ricercata nella presenza di una forchetta temporale più o meno ampia tra fatture da incassare e pagamenti da effettuare. Ma non solo. Crisi economiche come quelle vissute nell'ultimo biennio (quella legata all’emergenza sanitaria prima e quella energetica dopo) non fanno che complicare la situazione.
Cosa fare quando ci si trova in una situazione in cui la liquidità scarseggia? La strada più ovvia è quella di rivolgersi a una banca per l'accensione di un prestito. Tuttavia non sempre questo percorso si rivela adatto a soddisfare le esigenze di circolante. La richiesta di garanzie, soprattutto per le piccole imprese, diventa talvolta un ostacolo insormontabile quando si è alle prese con una crisi di liquidità.
Ecco che negli ultimi anni, complice anche lo sviluppo di nuove tecnologie, accanto agli strumenti di finanza tradizionale, sono nati strumenti alternativi al credito bancario tradizionale, che possono essere annoverati all’interno della definizione di “Supply Chain Finance”. Per usare la definizione dell'Osservatorio del Politecnico di Milano, quando parliamo di "Supply Chain Finance" intendiamo l’insieme di soluzioni che consentono a un’impresa di finanziare il proprio capitale circolante (crediti, debiti, scorte), facendo leva sul ruolo che essa ricopre all’interno della catena di fornitura in cui opera e sulle relazioni con gli altri attori della filiera. Tutto questo, abbassa il livello di rischio il che, a sua volta, facilita l’accesso al credito.
Supply Chain Finance: le soluzioni più gettonate
In che cosa consistono, nella pratica, le soluzioni di Supply Chain Finance?
Per semplificare, tali strumenti si possono suddividere in due gruppi:
- soluzioni tradizionali: presenti sul mercato da diversi anni, quali ad esempio anticipo fattura e factoring;
- soluzioni innovative: soluzioni più recenti, che fanno leva su una maggiore digitalizzazione dei processi come il reverse factoring, l’inventory finance o il dynamic discounting.
Vediamo nel dettaglio le caratteristiche principali:
Factoring: è un contratto atipico con il quale un'impresa cede a una società specializzata i propri crediti esistenti o futuri, al fine di ottenere subito liquidità e una serie di servizi correlati alla gestione del credito ceduto. La contropartita della cessione è un corrispettivo definito “commissione di factoring”, il cui ammontare dipende dalla società a cui ci si affida. La società di factoring, quindi, si assume l’onere di riscuotere l’importo e spesso fornisce anche finanziamenti all’impresa cliente sotto forma di anticipo sui crediti non ancora scaduti.
Reverse factoring: se nel factoring è il creditore a rivolgersi alla banca chiedendo l’anticipo sui crediti, in questo caso è l’azienda debitrice che propone l’operazione di factoring. Il reverse factoring è particolarmente indicato per le aziende di grandi dimensioni dotate di un portafoglio di fornitori significativo e che, trovandosi temporaneamente sotto stress, desiderino pagare i propri fornitori entro le scadenze prefissate senza generare uno squilibrio di cassa.
Inventory finance: è una soluzione di finanziamento la cui garanzia è rappresentata dalle scorte in magazzino. In questo tipo di contratto, è possibile stabilire, per esempio, il deposito dei beni presso speciali magazzini di proprietà della banca finanziatrice, fino alla restituzione del finanziamento.
Dynamic discount: è una soluzione che consente ai fornitori di ottenere, attraverso un accordo con l’impresa cliente, pagamenti anticipati a fronte di uno sconto (proporzionale al tempo di anticipo del pagamento) sul valore della fattura. Questa soluzione - che prevede l’utilizzo di una piattaforma ad hoc - può essere implementata o utilizzando i fondi dell’impresa cliente o con il supporto di un intermediario finanziario.
Invoice trading: è una sorta di piazza virtuale, basata su una piattaforma tecnologica, che permette a soggetti con disponibilità di capitali (istituzioni finanziarie, imprese, ma anche singoli investitori) di investire nelle fatture emesse dalle aziende, in base a un meccanismo di asta tra diversi possibili acquirenti.
Purchase Order Finance: è una soluzione innovativa che consente ai fornitori con difficoltà finanziarie, che potrebbero non essere in grado di far fronte agli ordini ricevuti a causa della scarsa liquidità, di evadere gli stessi ordini grazie al finanziamento di un’istituzione finanziaria che può coprire fino al 50% del valore dell’ordine.
Confirming: è un accordo con il quale si affida a un istituto di credito la gestione dei debiti commerciali verso alcuni fornitori della filiera. Alle scadenze delle fatture, la banca provvederà ad addebitare la fattura sul conto (alla scadenza originaria o alla scadenza dilazionata se richiesta), o a pagare i fornitori.
Anticipo Fattura: è una forma di finanziamento grazie alla quale un’azienda incassa liquidità da parte di un istituto di credito, cedendo i crediti commerciali vantati verso altre aziende. L’impresa viene così in possesso della liquidità di cui ha bisogno mentre la banca otterrà indietro i propri soldi nel momento in cui saranno saldate le fatture da parte dei clienti.
Premesso che nessuna delle soluzioni viste è gratuita, come scegliere la migliore? Prima di decidere di affidarsi al Supply Chain Finance è fondamentale una preliminare valutazione dei costi e dei benefici: tutti gli strumenti di supporto finanziario che abbiamo appena visto hanno dei costi finanziari, principalmente legati al tasso di interesse. Decidere come affrontare il problema di liquidità comporta quindi da parte dell’azienda un'attenta valutazione dei pro e contro.
Supply Chain Finance: perché è importante in Italia
Perché è importante parlare di Supply Chain Finance in Italia? Vi sono due elementi strutturali che rendono questi strumenti di finanziamento fondamentali nel panorama imprenditoriale italiano. Il primo è rappresentato dai tempi di pagamento dei debiti commerciali, che si attestano su un valore medio di oltre 90 giorni. Un periodo troppo lungo, che alcune volte rischia di creare un corto circuito quando l'azienda creditrice si trova a dover far fronte a sua volta a pagamenti dei fornitori.
In secondo luogo, lo abbiamo già accennato, il tessuto imprenditoriale italiano è costituito in larga parte da piccole o piccolissime imprese, che hanno notoriamente una maggiore difficoltà nell'accesso al credito tradizionale.
Non stupisce quindi che dopo il calo del 2020, anno dello scoppio della pandemia da Covid-19, che aveva visto una riduzione del valore dei crediti commerciali del 3,1%, nel 2021 il mercato potenziale del Supply Chain Finance è tornato a crescere, attestandosi tra 457 e i 495 miliardi di euro. In parallelo, è cresciuto in maniera decisa (+5%) il mercato servito con soluzioni di Supply Chain, che raggiunge il valore di circa 121 miliardi di euro nel 2021 [dati Osservatorio Supply Chain Finance, Politecnico di Milano].
Per concludere
Ricapitolando, le soluzioni di Supply Chain Finance costituiscono un’alternativa più veloce e digitale al credito bancario tradizionale. Il ricorso a tali strumenti, in Italia, appare quanto mai strategico in presenza di un tendenziale ritardo nei pagamenti delle fatture da parte dei clienti, che a sua volta rischia di trasformarsi in un ritardo nei pagamenti al fornitore. Il fenomeno potrebbe amplificarsi lungo l’intera catena di fornitura, mettendo a rischio l'esistenza di partner consolidati che possono trovarsi nelle condizioni di non avere la liquidità necessaria per riuscire a lavorare.
Ecco perché, nell’amministrazione di un’azienda, è importante tenere sotto controllo il flusso di cassa in entrata e in uscita, magari creando anche un sistema di previsione in grado di anticipare i periodi più complicati.
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