Cos’è il reverse factoring, e quali sono i suoi (s)vantaggi

Tempo di lettura: 7 min

Con il reverse factoring puoi gestire il tuo portafoglio di debito con il supporto diretto degli istituti di credito. Una forma di finanziamento che offre benefici innegabili alle supply chain, ma che presenta grossi svantaggi da non sottovalutare. Continua a leggere l’articolo per capire meglio come funziona il reverse factoring e perché può rappresentare un problema per la tua impresa.

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Reverse factoring, una definizione

Per definizione, il reverse factoring è una forma di credito di filiera che rappresenta il perfetto contrario del factoring. Sia il factoring che il reverse factoring ruotano attorno alla cessione di un credito, ma in quest’ultimo caso è la stessa azienda debitrice a rivolgersi a una società di factoring per accedere a un finanziamento.

Più che cessione del credito, dunque, il reverse factoring è forse definibile come cessione del debito. Ricordiamo infatti che il contratto di factoring tradizionale viene stipulato tra azienda creditrice e intermediario finanziario (o banca), come forma di anticipo crediti. Gli istituti di credito, insomma, concedono un finanziamento all’azienda creditrice su sua esplicita richiesta.

Il reverse factoring, invece, prevede che sia il debitore a richiedere il finanziamento, sulla base dei debiti commerciali che si ritrova in portafoglio. In altre parole, il debitore cede i suoi debiti all’istituto di credito, che li gestirà in autonomia entro la loro scadenza. È per questo che il reverse factoring è anche definito come factoring indiretto.

In ogni caso, si tratta di un meccanismo che rientra nell’ambito della Supply Chain Finance o credito di filiera, un sistema di finanziamenti innovativo che non si basa sulla concessione di nuova liquidità ma sfrutta piuttosto le transazioni e i crediti commerciali.

Possiamo spiegarlo meglio così: quando si parla di factoring (e del suo reverse) non dobbiamo pensare a un nuovo gettito di liquidità sul conto dell’azienda, ma a una gestione del credito o del debito affidata a terze parti. Sarà infatti l’intermediario finanziario (o la banca) a saldare i pagamenti, in cambio – ovviamente – di un rimborso dell’intera cifra con l’aggiunta di interessi. In altre parole, parliamo di una operazione di smobilizzo richiesta da chi ha contratto il debito.

Differenza tra reverse factoring e confirming

Identificare la differenza tra reverse factoring e confirming è difficile, perché quest’ultimo rientra a pieno titolo nel sistema della Supply Chain Finance e rappresenta, di fatto, un modo innovativo di organizzare la gestione del debito. Il confirming è una forma di credito di filiera con un’organizzazione più centralizzata.

In generale, i buyer di filiera che ricorrono al confirming stipulano un contratto continuativo con un istituto di credito, che gestirà il portafoglio di debito e il rapporto con i fornitori. Così, il reverse factoring in forma di confirming lavora su due fronti:

  • da un lato c’è una banca che riceve le fatture da pagare e mette a disposizione la liquidità che serve per saldarle
  • dall’altro lato, invece, troviamo i fornitori che possono richiedere allo stesso istituto l’anticipo del credito

Il confirming è dunque un sistema di factoring “completo”, che consente sia la gestione del credito da parte dei fornitori sia la gestione del debito per le imprese che acquistano le forniture. Unisce insomma il factoring tradizionale e il factoring indiretto ed è spesso amministrabile direttamente su un’unica piattaforma offerta dalla banca.

Attraverso il confirming – e il reverse factoring, più in generale – si può garantire la stabilità finanziaria e la solvibilità di un’intera filiera.

Come funziona il reverse factoring?

Proviamo a spiegare come funziona il reverse factoring partendo da un esempio.

Supponiamo che la tua azienda abbia diversi debiti nei confronti dei suoi fornitori, e che in cassa non dispone di liquidità a sufficienza per poterli coprire. A quel punto, le soluzioni possibili sono:

Il reverse factoring fa parte di questa seconda categoria. Si tratta quindi di un’operazione autoliquidabile che si concentra direttamente sui debiti sottoscritti con i singoli fornitori.

Se scegli di gestire il debito commerciale tramite reverse factoring, chiederai quindi a una società di factoring di gestire il tuo portafoglio di debito al posto tuo. La società di factoring si occuperà così di saldare le fatture di tutti i fornitori entro la loro data di scadenza. In cambio, ti verrà richiesto di restituire nel tempo l’importo concesso, ovviamente con l’aggiunta degli oneri finanziari, che comunque sono in linea con i costi tipici di un finanziamento.

L’aspetto interessante di questo sistema riguarda il coinvolgimento di tutte le aziende della filiera. Il ricorso al reverse factoring (così come al confirming), infatti, permette alla liquidità di fluire da un’azienda all’altra della filiera senza intoppi, senza ritardi e senza il rischio di crediti insoluti che possono gravare sulla tesoreria aziendale. Questo meccanismo di credito, insomma, è capace di portare benefici all’intera filiera, sostenendola sul piano finanziario.

Vantaggi e svantaggi del reverse factoring

Abbiamo già accennato, in questo articolo, ai benefici del credito di filiera nell’ambito della gestione dei pagamenti.

Il vantaggio principale del reverse factoring è certamente quello di garantire transazioni puntuali e di eliminare il rischio di mancati pagamenti. Ciò accade perché tutta la gestione delle fatture viene affidata a una società esterna capace di sostenere – nell’immediato – le esigenze di liquidità delle aziende.

Un meccanismo del genere, soprattutto quando organizzato come confirming, offre alle imprese della supply chain la possibilità di mantenere in equilibrio il cash flow aziendale, e di contribuire alla crescita e al sostentamento di tutta la filiera produttiva.

Ma il factoring indiretto non è esente da rischi. Consideriamo, per esempio, due grossi svantaggi del reverse factoring che mostrano quanto il credito di filiera possa compromettere lo stato di salute finanziaria della tua azienda.

Svantaggio uno, la concentrazione del debito

Quando ti rivolgi a una società di factoring perché gestisca i tuoi pagamenti, concentri i tuoi debiti in un unico importo dal valore nominale cospicuo.

Per spiegarlo meglio, ipotizziamo che tu abbia due fornitori: con il primo hai un debito di cinquemila euro; con il secondo di seimila euro. Se decidi di gestire i tuoi debiti attraverso il reverse factoring o il confirming, avrai un unico grosso debito del valore di undicimila euro (cinquemila + seimila) da coprire tutto insieme.

Di conseguenza, un ammanco di cassa o una situazione finanziaria instabile potrebbero mettere a rischio non una sola transazione ma tutte insieme. Se non hai i soldi per gestire il finanziamento, tutti i tuoi rapporti commerciali sono a rischio.

Perciò il reverse factoring ti rende più vulnerabile.

Svantaggio due, la dipendenza finanziaria

Gestire i debiti con il reverse factoring significa instaurare una forte dipendenza finanziaria che ti lega – quasi indissolubilmente – agli istituti di credito, per di più nell’ambito della gestione dei costi primari.

Ciò comporta che, se la banca fa un passo indietro per una ragione qualsiasi (incluso un problema finanziario che pesa sulla solvibilità dell’azienda), potresti ritrovarti all’improvviso a corto di risorse per pagare i fornitori. E questo è un problema non solo per te e per la tua azienda, ma per l’intera supply chain.

Come amministrare il portafoglio fornitori senza rischi

Il modo migliore per amministrare il portafoglio fornitori senza rischi – e senza ricorrere a finanziamenti scomodi – è quello di affidarsi a una piattaforma in grado di offrirti una panoramica completa delle fatture da pagare.

Con Agicap Payment per esempio puoi centralizzare la gestione dei fornitori in un’unica dashboard. Il che vuol dire raccogliere in una sola piattaforma:

  • fatture ricevute
  • date di scadenza
  • informazioni sui fornitori
  • pagamenti già inviati
  • cash outflow

Un sistema di organizzazione che, da solo, ti fa già risparmiare tempo e denaro sul pagamento delle fatture.

Aumentare la liquidità in circolazione nell’azienda è infatti – soprattutto! – un gioco di pianificazione e strategia, e con un software di tesoreria innovativo come Agicap hai finalmente a disposizione lo strumento ideale per organizzare le risorse e azzerare qualsiasi rischio finanziario.

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