Come scegliere la leva finanziaria nel trading

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La leva finanziaria, o leverage, è uno strumento che permette di potenziare i profitti dei propri investimenti attraverso l’assunzione di un debito. Tale termine assume un significato lievemente diverso a seconda del contesto in cui si utilizza. In questo articolo prendiamo in esame il concetto di leva nel trading dove, ricorrendo al leverage, è possibile concludere transazioni di valore elevato anche senza possedere grossi capitali. I trader possono optare per diverse tipologie di leva finanziaria, a seconda della loro esperienza, della loro propensione al rischio e dei propri obiettivi. Dopo aver spiegato brevemente in cosa consiste la leva, parleremo quindi di come scegliere il tipo di leva da utilizzare per le proprie operazioni di trading.

Cos’è la leva nel trading

La leva finanziaria, anche nota come leverage, è uno strumento che permette di investire una quantità di fondi superiore a quelli effettivamente posseduti tramite la contrazione di un debito, aumentando così la resa potenziale dell’investimento a fronte di un esborso di denaro minore o elevando il proprio potere d’acquisto. Si tratta, in altre parole, di uno strumento di indebitamento che trova impiego in diversi ambiti.

Il tipo di leva finanziaria più diffuso nella vita quotidiana è rappresentato dai prestiti bancari, che consentono di realizzare investimenti superiori alle proprie capacità in termini di liquidità. Lo strumento della leva è utilizzato anche nell’ambito del leveraged buyout, un’operazione finanziaria che permette di acquisire una società tramite l’indebitamento della stessa.

Nel campo degli investimenti, la leva finanziaria è uno strumento molto comune tra i grandi investitori. Il suo utilizzo si è poi esteso anche all’ambito del trading online per rispondere all’esigenza dei piccoli investitori di accedere a mercati altrimenti inaccessibili con basse disponibilità di capitali. A fornire i fondi aggiuntivi è in questo caso il broker, che anticipa al trader una somma di denaro da investire in un’operazione. Ciò permette così di ottenere guadagni potenziali dall’intera transazione, pur possedendo solo una parte di fondi propri.

Tra i vantaggi offerti dalla leva nel trading c’è anche il fatto che consente di conservare maggiore liquidità e di sfruttare meglio il proprio capitale, investendo in una serie di asset diversi, piuttosto che in uno solo, e diversificando così il proprio portafoglio.

Per capire a fondo il concetto di leva nel trading è necessario introdurre il concetto di margine.

Leva nel trading e margine

La leva nel trading consente, come abbiamo appena visto, di utilizzare il capitale preso in prestito da un broker per aprire una posizione, aumentando l’esposizione sul mercato finanziario a fronte di un esborso di capitale proprio modesto. Tale esborso prende il nome di margine e viene richiesto dal broker per garantire la capacità di coprire eventuali perdite.

In altre parole, ogni volta che si apre una posizione con leva finanziaria occorre depositare un margine iniziale, anche chiamato margine di deposito, che rappresenta solo una percentuale dell’investimento totale. L’ammontare del margine richiesto può variare da broker a broker ed è influenzato da diversi fattori.

Se la posizione va in perdita, il broker può ricorrere alla cosiddetta margin call, in italiano chiamata a margine: si tratta di un campanello d’allarme che indica al trader la necessità di aggiungere maggiori fondi a garanzia della sua posizione (denominati margine di mantenimento). Se il trader non deposita i fondi aggiuntivi, scatta allora la condizione di stop out level e la posizione viene automaticamente liquidata.

Leva nel trading: come sceglierla

Il trading online offre agli investitori un’ampia scelta per quanto riguarda i prodotti a leva, che coprono quasi tutti i mercati. Esistono inoltre differenti modalità di negoziazione (x1, x2, x5, ecc.) e diversi strumenti che sfruttano la leva (ETF, CFD, prodotti forex, ecc.).

Come scegliere la leva con cui operare nel trading? La decisione dipende dagli obiettivi che si vogliono raggiungere e dalle proprie caratteristiche ed esigenze. Di seguito esaminiamo alcuni dei fattori da prendere in considerazione nella scelta della leva.

Livello di esperienza

Il primo aspetto da valutare nella selezione della leva è il livello di esperienza. I trader più esperti possono permettersi di utilizzare la leva in maniera più aggressiva, mentre i trader alle prime armi dovrebbero procedere con la massima cautela, utilizzando leve più basse. La leva finanziaria, infatti, permette sì di potenziare i rendimenti ottenibili, se le cose vanno bene, ma espone parallelamente a rischi maggiori, nel caso in cui le cose si mettano male: con una leva x5, ad esempio, si possono ottenere profitti più ampi rispetto a una leva x2, ma anche perdere grosse quantità di denaro, in caso di insuccesso.

A questo proposito, molte piattaforme offrono ai trader la possibilità di creare dei conti demo grazie ai quali è possibile esercitarsi con soldi virtuali, capire come funzionano i prodotti e i mercati finanziari e provare le differenze tra le diverse leve, senza alcun rischio di perdita.

Propensione al rischio

Come detto prima, più alta è la leva, più aumentano non solo i guadagni, ma anche le perdite a cui ci si espone: nella scelta occorre quindi valutare la propria propensione al rischio e il capitale che si è disposti a perdere.

Va detto, comunque, che la possibilità di utilizzare leve molto alte è riservata oggi solo ai conti professionali, ovvero a utenti esperti e con un portafoglio considerevole, e che i broker regolamentati sono costretti per legge a offrire leve finanziarie molto basse ai propri clienti.

Tempistiche

Nel calcolo della leva bisogna considerare anche la velocità con cui si desidera ottenere risultati: leve più alte garantiscono esiti in tempi più brevi (positivi o negativi).

Mercato

Importante nella scelta della leva è anche il tipo di mercato in cui operare. Per i mercati più volatili, che presentano grosse fluttuazioni di prezzo, è consigliabile negoziare con leve minime: è il caso ad esempio del mercato dell’oro e del bitcoin, in costante movimento. Al contrario, mercati più stabili offrono maggiori certezze e permettono quindi di ricorrere a leve più alte.

Condizioni normative

Infine, la quantità massima di leva utilizzabile è soggetta a specifiche condizioni normative, che variano da Paese a Paese. Nell’Unione Europea, in base a quanto stabilito dall’ESMA (acronimo di European Securities and Markets Authority, ovvero l’organismo europeo preposto a salvaguardare la stabilità del sistema finanziario UE), è possibile aprire posizioni con leve massime di 30:1, con limiti che variano in base alla volatilità del mercato in cui si opera (nel caso delle criptovalute, ad esempio, si scende a un rapporto di leva 2:1): ciò permette di tutelare gli investitori dai rischi derivanti da investimenti eccessivi.

In alcune giurisdizioni estere, invece, è possibile investire anche con leve decisamente più alte (ad esempio con una leva 200:1) correndo, ovviamente, rischi altrettanto elevati.

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Strumenti come la leva finanziaria, tanto nel trading quanto in altri contesti, implicano il ricorso all’indebitamento: una scelta che dovrebbe essere compiuta solo se si ha una perfetta consapevolezza della propria situazione di cassa.

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