Come gestire il debito: una guida per le aziende

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Gestire il debito è un aspetto fondamentale per qualsiasi azienda: grande o piccola, in crescita o in mantenimento, produttiva o di servizi. La gestione del debito comporta in genere anche la comprensione di aspetti complessi dal punto di vista finanziario e averne una visione generale è tutt'altro che semplice: ecco come riuscirci.

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Cos’è il debito: definizione

Il debito è la prestazione che il debitore deve compiere nei confronti del creditore entro una certa scadenza. Può consistere nel fare o dare qualcosa, in questo secondo caso il più frequente oggetto di scambio è il denaro. Ne sentiamo parlare spesso per quanto riguarda il debito pubblico italiano, ad esempio, oppure sentiamo termini come debito estero, livelli di indebitamento accettati dalla Banca d'Italia (o dall'Unione Europea) o linee guida dal Ministero dell'Economia.

Ma uscendo dal campo istituzionale e rimanendo nell'operatività delle aziende, il mezzo di scambio è praticamente sempre il denaro. Avere un debito significa avere l'obbligo di restituire una certa somma al creditore entro una certa data. Al contrario di quanto si può pensare superficialmente, però, il debito non è un male. O meglio, non è necessariamente un male, ma la gestione del debito rimane un fattore critico di successo per l'impresa e va quindi affrontata in maniera seria e sistematica.

Che cosa significa avere un debito? A quanto si deve attestare il capitale di debito a bilancio?

Quando si parla di bilancio il debito è percepito come un elemento non positivo ma, mentre per un privato avere un debito è certamente negativo, per un'azienda potrebbe essere invece un vero e proprio motore. L'obiettivo è rimanere sotto una determinata soglia, la quale dipende però da molti elementi: tipologia di azienda, storia dell'azienda, flussi di cassa previsti e passati, solidità dell'azienda e così via.

Infatti, i debiti in molti casi permettono all'impresa di essere operativa sul mercato, poiché danno accesso a risorse senza le quali non sarebbe possibile avviare l'impresa stessa o mantenerla attiva nel corso del tempo. Si pensi all'acquisto di macchinari: ci si può indebitare attraverso un prestito, oppure si può valutare di rateizzare l'acquisto o, ancora, si può rinunciare a molta liquidità pagandolo sul momento e ammortizzandolo poi nel corso di anni.

Dal punto di vista strettamente finanziario, il debito viene valutato con diversi indici e parametri, come ad esempio il leverage. Il leverage, anche detto leva finanziaria, rapporta il capitale proprio e il capitale di terzi (a numeratore) con il solo capitale proprio (a denominatore). Ciò significa che:

  • una leva pari a 1 corrisponde a un'azienda con zero capitale di terzi, cioè zero debiti;
  • una leva compresa tra 1 e 2 corrisponde a una situazione in cui il capitale proprio è superiore al capitale di terzi;
  • una leva superiore a 2 ci indica una situazione in cui il capitale di terzi è superiore al capitale proprio.

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Come già anticipato la valutazione sul valore perfetto di questo indicatore dipende da molti elementi, ma nella maggior parte dei casi si ritiene ragionevole una leva non superiore a 2. Una leva pari a 1 è invece utopistica, perché seppur in misura relativamente contenuta, una normale realtà ha sempre una componente di debito nel proprio bilancio durante qualsiasi fase di vita dell'impresa e, a prescindere dal valore nominale del debito in sé, ciò può avere un'influenza rilevante sulla valutazione economica dell'azienda stessa.

Gestione del rapporto debito-credito, debiti commerciali e chi è il creditore

Il leverage è un indicatore importante della salute aziendale, ma non è l'unico da considerare in quanto prende in esame il livello di indebitamento rispetto al capitale proprio, senza tener conto di altre variabili. Una di queste, è il livello di crediti: l'ideale è avere un equilibrio debiti-crediti ragionevole, per molteplici ragioni.

Innanzitutto, è da mettere in conto che non tutti i crediti vengono ripagati, qualsiasi sia la loro natura e l'effettivo valore. Tutte le realtà, grandi o piccole che siano, considerano che una parte dei crediti possano non essere ripagati, il cosiddetto "rischio di credito", motivo per cui anche avere troppi crediti potrebbe non essere sempre vantaggioso. Proprio come avere debiti non è necessariamente negativo, anche avere crediti non è necessariamente positivo: l'ideale è perseguire l'equilibrio tra i due aspetti tenendo in considerazione le variabili operative e prendendo decisioni ragionate e razionali. Questo aspetto sarà preso in considerazione nel seguente paragrafo.

Un'altra menzione va fatta per quanto riguarda i debiti commerciali: cosa sono esattamente? Sono anche detti debiti di funzionamento, il che permette di comprenderne l'inevitabile presenza in praticamente qualsiasi azienda. I debiti commerciali non danno accesso diretto alla liquidità, ma a beni e servizi utili all'attività dell'impresa. Per capire meglio di cosa si tratta, un esempio può essere d'aiuto: un'azienda produttrice di sedie avrà certamente necessità di acquistare legno e, se ottiene dal fornitore la possibilità di pagare a 30, 60 o 90 giorni sta contraendo un debito di funzionamento. Nel frattempo, infatti, l'azienda sarà in grado di produrre sedie con il legno acquistato (ma non ancora pagato) e di conseguenza di venderle, generando un'entrata economica prima ancora di aver sostenuto il costo della materia prima. Moltissime imprese utilizzano questa modalità operativa per non doversi esporre economicamente con l'acquisto della materia prima, ma naturalmente molto dipende anche dalla natura dell'attività e, quindi, dai tempi tecnici di produzione o scambio.

Come monitorare il livello di indebitamento? Ecco il Debt Management

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Ciò permette di prendere decisioni di indebitamento in maniera molto più consapevole e con il supporto di dati corretti e puntuali, oltre a valutare anche l'ipotesi di consolidamento dei debiti, il processo con il quale si unificano i debiti in modo da facilitarne la gestione ed il pagamento degli interessi.

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