Gestione del magazzino: cos’è il metodo FIFO e come si applica

Tempo di lettura: 11 min

La gestione e valutazione delle merci in magazzino rappresenta una sfida non indifferente per le aziende, sia sotto l’aspetto logistico – la modalità di immagazzinamento dei prodotti fisici – sia per quanto riguarda la contabilità e, dunque, la valutazione delle rimanenze. Una gestione del magazzino inefficace e poco ponderata può ripercuotersi, oltre che sulla capacità di soddisfare la domanda dei propri clienti e assicurare loro la qualità e integrità dei prodotti, anche sull’andamento del flusso di cassa, generando perdite economiche: per questo occorre prestare la massima attenzione nella scelta del metodo da utilizzare. Tra i diversi criteri di gestione del magazzino e valorizzazione delle scorte troviamo il metodo FIFO che, risulta, generalmente, quello più utilizzato. In che cosa consiste, come si calcola e quando conviene scegliere il metodo FIFO rispetto ad altre soluzioni? Continua a leggere l’articolo per scoprirlo.

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Metodo FIFO (First In First Out): cos'è

Il metodo FIFO (acronimo inglese di First In First Out) rappresenta, dal punto di vista della logistica, una modalità di immagazzinamento della merce in cui il primo elemento introdotto è il primo a uscire. In altre parole, la logica FIFO presuppone che i primi beni acquistati da un’azienda (first in) siano anche i primi a essere rivenduti (first out), facendo sì che rimangano in magazzino solo i pezzi arrivati per ultimi.

Per capire bene il concetto si può immaginare, ad esempio, un tubo a senso unico, con un’entrata da cui si inseriscono gli oggetti e un’uscita da cui fuoriescono, oppure un dispenser in cui i prodotti vengono introdotti dall’alto e prelevati dal basso, in modo che l’ordine di uscita coincida esattamente con quello di entrata. Un altro esempio può essere quello di una fila indiana a uno sportello: i primi arrivati sono anche i primi a essere serviti.

Il metodo FIFO è, in genere, il più utilizzato nella gestione del magazzino in quanto consente un rapido ricambio della merce, evitando che diventi invendibile per via degli effetti del troppo tempo trascorso. Esso risulta quindi particolarmente indicato per i beni deperibili, come alimenti e bevande, che sono vincolati a una data di scadenza. Per questo motivo è anche noto come metodo FEFO (First Expired o Ended First Out) ed è adottato da negozi alimentari e supermercati.

Il metodo FIFO è altresì indicato per cosmetici e medicinali, ma anche, ad esempio, per capi d’abbigliamento, scarpe e accessori, la cui vendita è influenzata dalle mode del momento e, in generale, permette di evitare i problemi derivanti dall’usura e dall’obsolescenza dei prodotti (come confezioni danneggiate, colori sbiaditi, ecc.).

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Metodo FIFO e contabilità

In contabilità e finanza il metodo FIFO rappresenta un modello teorico del flusso di merci reale e consente di calcolare il valore delle rimanenze in magazzino.

Con il metodo FIFO è quindi possibile ottenere una stima della merce in magazzino, prendendo in considerazione i differenti prezzi di acquisto.

Metodo FIFO: come si calcola

Il metodo FIFO presuppone che i prodotti entrati per primi nell’inventario siano anche i primi a essere venduti.

Per calcolare il valore delle rimanenze finali in magazzino in base alla tecnica FIFO occorre conoscere la quantità di merce presente in inventario all’inizio del periodo preso in esame (rimanenze iniziali), i pezzi “entrati” successivamente, il loro costo di acquisto e la quantità di pezzi “usciti”.

Ad esempio, supponiamo di avere in giacenza a inizio anno 500 pezzi, acquistati al valore di 2€ l’uno e di effettuare successivamente:

  • un 1° acquisto di 200 pezzi al prezzo di 2,10€;
  • un 2° acquisto di 100 pezzi al prezzo di 2,30€;
  • un 3° acquisto di 200 pezzi al prezzo di 2,50€.

In totale abbiamo ora uno stock di 1.000 pezzi.

Entro la fine dell’anno vengono venduti 700 pezzi, lasciando in magazzino una rimanenza finale di 300 pezzi.

Qual è, quindi, il valore delle scorte rimaste in inventario?

In base al metodo FIFO, i pezzi venduti sono quelli stoccati in magazzino da più tempo e dunque i 500 pezzi già presenti inizialmente in giacenza + i 200 pezzi entrati con la 1° tranche di acquisti. Il valore delle rimanenze finali deve quindi essere calcolato a partire dal costo di acquisto dei pezzi arrivati per ultimi (i 100 pezzi del 2° acquisto e i 200 del 3°). Dunque:

(100*2,30€) + (200*2,50) = 730€

IT - tabella metodo FIFO

Metodo FIFO e LIFO: confronto

Tra gli altri metodi di gestione del magazzino e di valorizzazione delle rimanenze troviamo il metodo LIFO (Last In First Out) che si contrappone al FIFO in quanto, in questo caso, gli ultimi beni entrati (last in) sono i primi a essere venduti (first out).

La scelta di un metodo rispetto all’altro è influenzata da differenti fattori.

In ambito logistico, ovvero dal punto di vista del flusso reale di merci, la decisione dipende principalmente dal tipo di prodotti. Il metodo FIFO è la modalità di gestione di magazzino più adatta, come già visto, per le merci deperibili ed è, in generale, quella maggiormente utilizzata per la gestione delle rimanenze. Il metodo LIFO è invece meno frequente rispetto al FIFO ed è indicato per i beni non deperibili, che non scadono o non perdono valore in breve tempo, oppure nel caso di una rotazione delle scorte molto ampia. Esso risulta adatto, ad esempio, a prodotti come i mattoni, la sabbia o il carbone: quelli stoccati in cima sono i primi a essere venduti.

Nella maggior parte dei casi, il metodo FIFO risulta essere il più vantaggioso, tranne quando i costi di spostamento della merce diventano particolarmente elevati. Quando le perdite derivanti dai prodotti fermi in magazzino risultano inferiori rispetto al costo di spostamento della merce allora può diventare più conveniente ricorrere al LIFO.

Per quanto riguarda, invece, l’utilizzo di FIFO e LIFO in fase di valutazione delle scorte, occorre tenere presente che il metodo contabile scelto può generare risultati anche molto diversi sul conto economico e sul bilancio patrimoniale dell’impresa ed è quindi opportuno valutarlo con cura.

La decisione è influenzata in particolare dall’andamento dei prezzi. In caso di inflazione, la scelta del FIFO come metodo di contabilizzazione genera un aumento degli utili (benché solo sulla carta), in quanto il costo della merce venduta risulta inferiore rispetto ai prezzi di mercato. Ciò determina, tuttavia, una pressione fiscale maggiore poiché minore è il costo del venduto, maggiori sono le entrate e, di conseguenza, le imposte. Con la tecnica LIFO, invece, il costo della merce venduta aumenta, mentre i profitti e le tasse a essi correlati si abbassano. In presenza, al contrario, di una diminuzione costante e prolungata dei prezzi (deflazione), si verifica esattamente l’opposto.

In definitiva, la scelta del metodo contabile modifica il costo delle merci indicato nei rapporti, riflettendosi, a suo volta, sulle decisioni finanziarie: ecco perché è necessario scegliere attentamente il principio applicato. La maggior parte dei consulenti finanziari predilige, in genere, il metodo FIFO. Tuttavia, in determinate circostanze, potrebbe essere più opportuno ricorrere al metodo LIFO. Ad esempio, l’utilizzo della strategia FIFO è raccomandato per le aziende che stanno sperimentando un rapido aumento dei costi oppure per le attività stagionali, che necessitano di conservare denaro per i periodi di chiusura, in quanto permette di ridurre le imposte da pagare.

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Gestione del magazzino e tesoreria: semplifica il monitoraggio del cash flow con Agicap

La modalità di gestione del magazzino influisce in maniera significativa sulla liquidità aziendale e, se non effettuata in maniera efficiente, può generare problemi di tesoreria. Occorre quindi prestare la massima attenzione a questo aspetto, valutando pro e contro dei diversi metodi di gestione e analizzando accuratamente costi e tempistiche dell’inventario.

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