Cos’è la liquidazione giudiziale

Il rischio di trovarsi in crisi di liquidità, e il conseguente ricorso al debito, incombe su ogni azienda: può essere l’inevitabile conseguenza di lunghi periodi di crisi economica o il risultato della cattiva gestione dei flussi di cassa. In ogni caso, quando si finisce in situazioni del genere le conseguenze sul bilancio aziendale possono essere pesanti. Tanto che, in casi estremi, l’impresa rischia la sua stessa sopravvivenza. Quando coprire i debiti di un’azienda diventa una soluzione impossibile, a chi sta al timone dell’impresa non resta che far ricorso alla liquidazione giudiziale. Una decisione non certo piacevole, ma talvolta necessaria. Ma che cosa si intende per liquidazione giudiziale? Quando si apre questa fase all’interno di un processo di crisi? A fare luce sull’argomento è il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (Decreto Legislativo 12 gennaio 2019, n. 14) che entrerà in vigore il prossimo 15 luglio 2022, destinato a sostituire la legge fallimentare di cui al R.D. 16 marzo 1942 n. 267. Vediamo gli aspetti principali della riforma, che sta per entrare in vigore.
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Che cosa vuol dire liquidazione giudiziale
Quando si parla di liquidazione giudiziale ci si riferisce a quella procedura che, con l’entrata in vigore del nuovo Codice della crisi d’impresa, sostituirà il fallimento e il cui fine è quello liquidare il patrimonio dell’imprenditore insolvente, ripartendo il ricavato in favore dei creditori sulla base della graduazione dei loro crediti. Si tratta in pratica di uno degli strumenti previsti dal legislatore per far fronte, in ultima istanza, a situazioni di crisi e di insolvenza degli imprenditori.
Premesso che la riforma è stata sviluppata nell'ottica di favorire la diagnosi tempestiva della crisi per la salvaguardia della continuità aziendale, in alcune circostanze i sistemi di allerta e di intervento preventivo non sono sufficienti per evitare il peggio.
Ecco dunque che in casi estremi l'imprenditore è costretto a far ricorso alla liquidazione giudiziale. Si tratta comunque di una procedura da considerarsi come "l'ultima spiaggia", da attivarsi qualora tutte le altre strade previste dal Codice di Crisi dell'impresa non abbiano sortito l’effetto desiderato.
Quando si apre una liquidazione giudiziale: presupposti soggettivi e oggettivi
Nonostante la procedura di liquidazione giudiziale contemplata dal nuovo Codice di Crisi dell'impresa sia destinata a sostituire la procedura fallimentare sino ad oggi conosciuta, i presupposti oggettivi e soggettivi richiesti per la sua apertura rimangono invariati rispetto a quelli previsti dalla Legge Fallimentare.
Pertanto l’avvio della procedura di liquidazione giudiziale è richiesto solo quando il debitore, che sia un imprenditore commerciale e che non possa essere definito come “impresa minore”, versi in uno stato di insolvenza.
Escludendo le imprese minori, l’accesso alla liquidazione giudiziale è limitata alle aziende che abbiano superato almeno uno dei requisiti dimensionali previsti dall’art. 2, comma 1 del Codice, ovvero che dispongano di:
- un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo superiore a euro trecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;
- ricavi, in qualunque modo essi risultino, per un ammontare complessivo annuo superiore a euro duecentomila nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;
- un ammontare di debiti anche non scaduti superiore a euro cinquecentomila.
Questi sono i criteri soggettivi. L’apertura della liquidazione giudiziale richiede altresì, da un punto di vista oggettivo, la sussistenza dello stato di insolvenza dell’imprenditore, che si può manifestare quando il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.
Tuttavia, non qualsiasi insolvenza legittima l’apertura della liquidazione giudiziaria. Tale procedura giudiziale è ammessa quando la somma complessiva dei debiti scaduti e non pagati dal debitore risulti superiore a € 30.000,00.
Chi può richiedere la liquidazione giudiziale
Una volta accertata la presenza dei requisiti oggettivi e soggettivi che abbiamo visto nel paragrafo precedente, l’azienda in crisi può dunque accedere alla liquidazione giudiziaria. Ma chi può attivare la procedura?
Ai sensi dell’art. 37 del Codice della Crisi d'impresa e dell'insolvenza, la domanda di liquidazione giudiziaria può essere avanzata, nella forma del ricorso, da:
- il debitore;
- il pubblico ministero quando ha notizia dello stato di insolvenza, anche su segnalazione di altra autorità giudiziaria;
- i creditori;
- gli organi di controllo e di vigilanza.
A chi rivolgersi per richiedere la liquidazione giudiziale
La domanda per poter avere accesso alla procedura di liquidazione giudiziaria deve essere depositata al Tribunale delle Imprese territorialmente competente in base al luogo ove l’imprenditore svolge la sua attività imprenditoriale e cioè:
- la sede legale,
- qualora la sede legale non risulti dal Registro delle Imprese, il luogo ove si trova la sede effettiva dell’attività.
Quali sono gli organi della liquidazione giudiziale
Assieme al debitore e ai creditori, altri soggetti partecipano alla procedura di liquidazione giudiziaria. In particolare:
- il Giudice delegato: il cui ruolo è quello di vigilare su tutto l’iter per evitare che i creditori subiscano eventuali danni;
- il Curatore: viene nominato direttamente dal Tribunale e viene investito della qualifica di pubblico ufficiale. La sua funzione è quella di amministrare il patrimonio del debitore, nonché a eseguire tutte le operazioni necessarie ai fini dell’espletamento della procedura sotto la direzione e il controllo del Giudice delegato e del Comitato dei creditori;
- il Comitato dei creditori: viene nominato dal Giudice delegato entro trenta giorni dall’apertura della liquidazione giudiziaria ed è costituito da tre o cinque creditori, scelti in base a particolari criteri di valutazione dei loro crediti e ha il compito di vigilare sull’attività svolta dal curatore, autorizzandone le attività stesse.
Come avviene la liquidazione dell'attivo
Come funziona concretamente la liquidazione dell'attivo, ovvero la vendita del patrimonio del debitore per ripagare i creditori? Il processo si sviluppa in due fasi.
Nella prima, il curatore predispone il programma di liquidazione al cui interno sono indicate le modalità attraverso le quali verrà operata la liquidazione dei beni, indicando costi e tempi di realizzazione. Il programma di liquidazione verrà approvato dal Comitato dei creditori e autorizzato dal Giudice delegato.
Esaurita questa fase, si passa alla vendita dei beni e, quindi, alla fase di ripartizione tra i creditori. Attenzione, nella liquidazione giudiziaria i creditori non sono tutti uguali: sono divisi in “classi”, di modo che i creditori della classe inferiore vengono soddisfatti solo se residuano somme dalla soddisfazione dei creditori della classe superiore (tra questi ultimi spiccano i dipendenti). Liquidata e ripartita tutta la massa fallimentare, la procedura di liquidazione può dirsi chiusa.
Conclusioni
Quelle evidenziate in questo articolo sono situazioni economiche particolarmente gravi. Nel ciclo di vita della tua azienda, può infatti accadere di dover far fronte a uno o più debiti, magari anche per via di una gestione della liquidità poco attenta. Questo però non basta perché si possa parlare di fallimento. Ad ogni modo, è bene ricordare che lo stato di insolvenza di un’azienda non arriva all’improvviso. Al contrario, è spesso il risultato di scelte sbagliate nell’ambito della gestione del flusso di cassa. E quando si manifesta porta inevitabilmente conseguenze sul conto economico o sullo stato patrimoniale. Tutto ciò impone all’imprenditore e all’organo amministrativo di “giocare d’anticipo” ispirandosi ai principi di buona governance. Come? Tenendo sempre sotto controllo i flussi di cassa, magari aggiungendo un sistema di previsione efficiente in grado di anticipare possibili problemi.
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