Cosa sono i finanziamenti intercompany?

La scelta dei gruppi societari di coordinarsi e lavorare insieme – sul mercato nazionale e su quello internazionale – rimane spesso limitata agli obiettivi comuni da perseguire. Ciò vuol dire che, per quanto riguarda gli aspetti finanziari, le società appartenenti a un gruppo mantengono una loro totale autonomia. Nessun accentramento delle risorse monetarie, dunque. Al suo posto, invece, una strategia di supporto economico reciproco che permette alle aziende con esigenze di liquidità di ricevere denaro dalle imprese che ne hanno di più. Questo meccanismo – definito finanziamento intercompany – è l’argomento di questo articolo.
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Finanziamenti intercompany o infragruppo, di cosa si tratta?
I finanziamenti intercompany o infragruppo sono prestiti di denaro che vengono effettuati all’interno di un gruppo societario. Le somme di denaro in prestito sono messe a disposizione da un’azienda del gruppo con un livello maggiore di liquidità (generalmente l’azienda holding) e ceduta all’impresa che ne ha invece esigenza.
Si tratta di una soluzione che agisce secondo la logica del sostegno finanziario di gruppo, al fine di raggiungere l’obiettivo comune che le società insieme si sono prefissate. Ma – trattandosi comunque di un prestito vero e proprio – è una soluzione ancora lontana dall’idea di una gestione comune della tesoreria, attraverso un’operazione di accentramento.
I finanziamenti intercompany dopotutto sono sottoposti alle regole già imposte dai prestiti tradizionali verso le imprese. In altre parole, abbiamo a che fare con finanziamenti veri e propri che:
- devono essere rimborsati entro una certa scadenza stabilita in accordo tra le aziende;
- richiedono l’applicazione di un tasso di interesse sulla somma di denaro da restituire.
Quest’ultimo punto merita, in realtà, un ulteriore approfondimento.
Finanziamenti infragruppo, gli interessi si applicano a prezzo di mercato
La determinazione dei tassi di interesse nei finanziamenti infragruppo si basa su un principio definito «at arm’s length».
In altre parole, le operazioni di finanziamento tra imprese infragruppo devono rispettare i prezzi della libera concorrenza, ergo i costi già validi per le aziende che non sono legate fra loro da rapporti di alcuna natura.
Dunque, nel caso di finanziamenti intercompany gli interessi applicati sulla somma data in prestito da una società all’altra corrispondono a quelli stabiliti dal mercato, e quindi calcolati anche sulla base del rating dell’azienda che riceverà il prestito.
Il principio «at arm’s length» è di fondamentale importanza, in quanto definisce il prezzo di trasferimento delle risorse all’interno di un gruppo societario.
Finanziamenti intercompany e transfert princing
Nell’ambito dei finanziamenti intercompany è importante tenere in considerazione il transfert pricing – letteralmente il prezzo di trasferimento di beni e servizi tra società dello stesso gruppo che risiedono, però, in nazioni diverse.
Anche un prestito è da considerare un trasferimento di beni, un trasferimento in questo caso di beni finanziari. Il transfert pricing stabilisce il costo di questo passaggio, ed evita che lo spostamento di denaro da una società all’altra – società che operano in nazioni diverse e con regimi fiscali diversi – si trasformi in un escamotage di evasione fiscale.
Va detto, però, che non sempre la società che concede il finanziamento vuole applicare tassi di interesse. Ricordiamo, infatti, che parliamo di operazioni volte a offrire supporto finanziario a imprese interne a un gruppo societario. Alla luce di questo, può accadere che una società decida di concedere un finanziamento a titolo gratuito.
Si parlerà in questo caso di prestito infruttifero.
Il caso dei finanziamenti intercompany infruttiferi
Un finanziamento infragruppo infruttifero è un prestito di denaro che prevede un rimborso ma senza il pagamento di interessi. È letteralmente un prestito a titolo gratuito, che può rivelarsi salvifico per le imprese di un gruppo societario che attraversano una grave crisi finanziaria.
Allo scopo di risanare il bilancio di un’azienda del gruppo, è possibile quindi – e legittimo – che una società scelga di concedere un prestito infruttifero.
Per aziende dello stesso gruppo che risiedono in nazioni diverse, la questione dei finanziamenti intercompany infruttiferi è piuttosto ambigua e ancora ricca di criticità.
E i motivi sono quelli a cui abbiamo già accennato.
Il rischio, infatti, è che quel passaggio di risorse (infruttifero) funzioni da espediente per trasferire denaro in un regime fiscale più favorevole.
Sul piano internazionale, riguardo i finanziamenti infragruppo la normativa lascia spazio al dibattito giurisprudenziale.
Sul piano nazionale, invece, la procedura è certamente più snella e semplice. Un accordo tra le parti può consentire l’erogazione di un prestito a cui non saranno applicati costi aggiuntivi.
Il cash pooling come forma di finanziamento infragruppo
Il cash pooling è un approccio alla gestione delle risorse finanziarie di un gruppo societario che prevede l’accentramento della liquidità delle aziende.
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Nella gestione con cash pooling, la società holding (quindi la società madre del gruppo societario) assume la funzione di tesoreria dell’azienda e gestisce i flussi monetari distribuendoli all’interno del gruppo allo scopo di equilibrare i livelli di liquidità.
Pertanto, le imprese che hanno generato liquidità in eccesso versano parte delle loro entrate su un conto centralizzatore, un conto corrente di corrispondenza tra società. A quel punto la società holding – o la banca stessa in automatico – procede a distribuire la liquidità alle imprese che ne hanno bisogno.
Il cash pooling può essere considerato una forma di prestito intercompany, in quanto consente il finanziamento di imprese in crisi di liquidità sempre all’interno del circuito del gruppo societario.
La differenza risiede nella modalità di gestione delle risorse finanziarie tra i gruppi.
Nei finanziamenti infragruppo assistiamo a un trasferimento diretto di risorse da una società all’altra, risorse che dovranno essere poi rimborsate con o senza interessi in base agli accordi.
Con il cash pooling, invece, tutte le società del gruppo possono versare risorse di denaro sul conto a supporto finanziario delle altre imprese, mentre queste risorse potranno essere restituite solo al momento della chiusura del conto, o alla scadenza degli accordi reciproci tra società.
Come usare Agicap per gestire la tesoreria dei gruppi societari
I gruppi societari che scelgono di gestire la tesoreria aziendale in maniera accentrata – quindi attraverso il cash pooling – hanno bisogno di tenere una traccia costante di entrate e uscite nel flusso di cassa.
Il cash pooling infatti si dimostra efficace soltanto nel momento in cui riesce a compensare gli squilibri finanziari del gruppo societario, che sono a volte inevitabili specie se i gruppi sono composti da aziende molto diverse fra loro.
È chiaro dunque che chi sta a capo della holding – o più semplicemente ha il compito di amministrare la tesoreria delle imprese – necessita di una visione di insieme, un quadro insomma che mostri a colpo d’occhio l’andamento dei flussi finanziari per ogni singola azienda, e per tutto il gruppo nel suo insieme.
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