Crowdfunding: cos’è e come funziona in Italia

Talvolta ci si riferisce a tale forma di finanziamento come 'finanziamento dal basso' o 'finanziamento collettivo'. Una strada sempre più battuta all’estero ma anche in Italia per recuperare la liquidità necessaria per mettere in piedi una nuova azienda. Ma non solo. In questo articolo vedremo da vicino che cosa si intende di preciso per crowdfunding e come funziona.
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Definizione di crowdfunding
Talvolta trovare capitale per un nuovo progetto può presentare numerosi ostacoli. Soprattutto quando prestiti bancari e investitori tradizionali non sono valide opzioni. Come fare? Una strada sempre più battuta all’estero, ma anche in Italia, è il crowdfunding, parola inglese che deriva da crowd, «folla» e funding «finanziamento». Si tratta in pratica di un finanziamento collettivo, che consente a chi ha idee o progetti di raccogliere i fondi necessari da una moltitudine di persone attraverso l’ausilio delle piattaforme online. La differenza tra crowdfunding e finanziamento tradizionale è che, mentre la raccolta fondi classica si basa sulla richiesta di una grande somma di denaro a un’unica fonte, il crowdfunding prevede la richiesta di piccole somme da molti soggetti.
Il crowdfunding, in buona sostanza, sfrutta la Rete (social media, siti web di crowdfunding…) per potenziare il pool di investitori oltre la tradizionale cerchia di amici, familiari, banche e venture capitalist.
Nel processo di crowdfunding, sono tre i soggetti coinvolti:
- il proponente (o “creator”): colui che fa ricorso al crowdfunding poiché non possiede sufficienti risorse per supportare la propria iniziativa. Può essere una persona fisica o una società.
- la piattaforma: l’organizzazione che permette l’interazione diretta tra le parti in gioco, in cambio di una commissione;
- gli investitori: ovvero quei soggetti (persone fisiche e giuridiche) che investono i propri capitali perché si appassionano al progetto e, di conseguenza, decidono di sostenerla al fine di ottenere una remunerazione dal proprio investimento.
Tipi di crowdfunding
Esistono diversi modelli di crowdfunding. Tutti sono raggruppati in due macrocategorie, a seconda della presenza o meno di una remunerazione finanziaria a favore degli investitori. In quest’ultimo caso, si parla di non-financial crowdfunding ed i principali modelli sono il donation crowdfunding e il reward crowdfunding.
Altrimenti si parla di financial crowdfunding (detto anche crowdinvesting) all’interno del quale rientrano il lending crowdfunding e l’equity crowdfunding.
- Equity crowdfunding: è una delle forme di crowdfunding più diffuse e prevede, a fronte dell’investimento in denaro, un ritorno in quote di proprietà dell'impresa e, quindi, la possibilità di compartecipare agli utili e alla creazione di valore nel lungo termine. In sostanza, l'equity è un modello di crowdfunding per le società che vogliono improntare la propria crescita futura ed il proprio sviluppo su una community di investitori, che si senta partecipe dell'idea imprenditoriale e sia disposta a condividere il proprio network relazionale, i propri capitali e le proprie risorse;
- Lending crowdfunding: si tratta di una forma di investimento vista sempre più di buon grado dalle PMI a caccia di liquidità, e da finanziatori desiderosi di ampliare il proprio portafoglio di investimenti. La raccolta fondi, nella modalità lending, offre la possibilità di investire in modo più agile rispetto all’equity: consiste nell’erogazione di un prestito a una società o a un individuo per la realizzazione di un determinato progetto, tipicamente attraverso l’emissione di minibond o per mezzo della sottoscrizione di un contratto di mutuo standardizzato, che definisce in anticipo i termini per la restituzione della cifra investita e dei relativi interessi. Una relazione simile a quella che intercorrerebbe con un istituto di credito tradizionale, ma che presenta il vantaggio di essere più semplice e veloce. Il tasso di rendimento lordo annuale può arrivare anche al 12%.
Come funziona il crowdfunding
Come funziona concretamente il crowdfunding? La situazione standard è la presenza di un’idea, un progetto da realizzare ma l’assenza di fondi per la realizzazione.
L’idea viene dunque inserita all’interno di una piattaforma online ad hoc (in Italia, Gofundme, Mamacrowd, Kickstarter, per citarne alcune). Si definisce quindi, un obiettivo finanziario e un tempo massimo entro cui raggiungere il target. Se l’idea o il progetto riescono ad attirare un numero di investitori sufficiente raggiungere la cifra stabilita sulla piattaforma, i soldi raccolti vengono sbloccati e possono essere utilizzati per la realizzazione del progetto. In caso contrario, vengono restituiti ai finanziatori.
I “finanziatori” possono ricevere una serie di incentivi:
- l’opportunità di essere i primi a testare un prodotto innovativo;
- la possibilità di preordinare il prodotto o dare suggerimenti sul suo sviluppo;
- ricevere quote societarie nella fase iniziale o avanzata di un’azienda con un alto potenziale, come abbiamo visto, succede nel caso dell’equity crowdfunding.
Ogni sito di crowdfunding ha le sue caratteristiche (tariffe diverse, bacini di utenza diversi..) ma l’idea di base è la stessa: si invia il progetto alla piattaforma con un obiettivo di raccolta fondi e una scadenza, quindi parte la campagna di raccolta fondi online.
Il crowdfunding in Italia
Il crowdfunding ha creato negli anni l'opportunità di raccogliere cifre significative da chiunque abbia denaro da investire. Una ricerca di Valuates Reports ha valutato il mercato globale del crowdfunding intorno ai 12,27 miliardi di dollari nel 2019, cifra che dovrebbe raggiungere i 25,8 miliardi di dollari entro il 2026.
Una crescita significativa che coinvolge anche il mercato Italiano, che sta guadagnando rapidamente popolarità. Le cifre evidenziate dal settimo report italiano sul Crowdinvesting realizzato dall’omonimo Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano parlano chiaro: negli ultimi 12 mesi al 30 giugno 2022, attraverso le ben 90 piattaforme attive, sono stati raccolti 430,60 milioni di euro (+27% sullo stesso periodo dell’anno precedente). Un trend che conferma come il crowdinvesting sia considerato sempre di più un’ottima opportunità per le imprese che vogliono finanziarsi (in particolare per startup e PMI, più in difficoltà nel trovare capitali) e per gli investitori a caccia di rendimenti.
Le leggi sul crowfunding in Italia
L’Italia, come spiega la Consob nel suo sito, vanta il primato in Europa, per aver introdotto una disciplina specifica dell'equity-based crowdfunding. Esiste, infatti, una normativa organica ad hoc dall'ottobre 2012: allora si aprì il ricorso al finanziamento tramite crowdfunding solo alle imprese con la qualifica di 'start-up innovative'. Tre anni dopo (“Decreto Investment Impact”) si consentì l'accesso al crowdfunding anche alle aziende qualificate come 'PMI innovative', oltre a dare la possibilità anche a organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) e alle società che investono prevalentemente in start-up/PMI innovative di collocare online - tramite, appunto, l'equity crowdfunding - i propri capitali. Con la Legge di Bilancio 2017 è stato infine concesso tramite portali di crowdfunding a tutte le piccole e medie imprese a prescindere dalla loro caratterizzazione tecnologica (innovative o meno), e dallo stadio di sviluppo (start-up o imprese più mature), ma costituite nella forma di società per azioni (S.p.A.).
Vantaggi e svantaggi del crowdfunding
Come qualsiasi modalità di investimento, anche il crowdfunding presenta vantaggi e rischi.
Per il proponente, il vantaggio più ovvio del crowdfunding è rappresentato dalla capacità di raccogliere ingenti risorse finanziarie in un lasso di tempo relativamente breve. Le piattaforme di crowdfunding, abbattendo ogni barriera comunicativa ed espositiva a livello geografico, si sono rivelati uno strumento incredibile per ricevere i finanziamenti di cui si ha bisogno, ma anche per verificare l’appetibilità da parte del mercato di un progetto e le sue probabilità di successo. Chi investe, invece, oltre a diversificare il proprio portafoglio, ha l’occasione di apportare le proprie conoscenze, competenze e network.
Tutto bene, dunque? Non sempre. Un’attività come il crowdfunding presenta anche potenziali svantaggi. Tra questi spiccano le commissioni associate alla piattaforma o il mancato incasso dei fondi nel caso in cui non venga raggiunto l’obiettivo di finanziamento. Molte piattaforme prevedono infatti la restituzione dei fondi agli investitori in caso di insuccesso nel raggiungimento del target.
Conclusioni
Il ricorso al crowdfunding, abbiamo visto, sta diventando uno strumento sempre più popolare tra start up e piccole e medie imprese per raccogliere liquidità sul mercato. Senza di essa, infatti, le possibilità di avviare un'attività o gestirla con successo sono quasi zero.
Ecco perché, che tu sia al timone di una start up o di un’azienda matura, è sempre una buona idea monitorare il flusso di denaro in entrata e in uscita dalle casse della tua impresa. Il controllo costante del cash flow e la creazione di modelli di previsione futuri sono infatti la base per far crescere in salute la tua attività e allo stesso tempo evitare di finire in crisi.
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