Hai un problema con la tua banca per il mutuo, la carta di credito, il conto corrente? Le relazioni con il proprio intermediario finanziario, purtroppo, non sono sempre idilliache. Premesso che la ricerca di un chiarimento o di un accordo rimangono le soluzioni preferibili, talvolta tali risultati sono difficili da raggiungere. Una strada alternativa a quella giudiziaria è far ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), un organo indipendente di risoluzione delle controversie che decide in tempi certi e con costi irrisori in merito a eventuali controversie sorte tra l’intermediario e il soggetto danneggiato. In questo articolo vedremo nel dettaglio che cos’è, quando e come far ricorso.
Cos’è l’Arbitro Bancario Finanziario (ABF)
La giustizia italiana, si sa, ha tempi biblici. Talvolta troppo lunghi per risolvere controversie che possono sorgere con il proprio intermediario finanziario nella gestione finanziaria di un’azienda. È proprio con l’intento di rendere più snello il processo di soluzione dei conflitti tra privati e istituzioni finanziarie che, nel 2009, è nato l’Arbitro Bancario Finanziario (ABF): un organismo autonomo e imparziale, sostenuto nel suo funzionamento dalla Banca d’Italia, il cui compito è proprio quello di dirimere eventuali conflitti tra i clienti e le banche o altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari.
Si tratta, in altre parole, di un’alternativa più semplice, rapida ed economica rispetto a quella offerta dal giudice ordinario.
Il compito dell’ABF è dunque quello di decidere chi ha ragione e chi ha torto in un dato conflitto. Attenzione però, le sue decisioni, anche se presentano un tasso elevato di adesione da parte degli intermediari, non sono vincolanti per tutti i soggetti coinvolti. Se dunque stai pensando di rivolgersi all'Arbitro Finanziario Bancario, tieni sempre presente che qualora non dovessi essere soddisfatto della decisione, potrai sempre rivolgerti al giudice. La stessa cosa, ovviamente, potrà fare l’intermediario finanziario.
In quali casi si può ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario
Se stai dunque pensando di far ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario, ci sono tutta una serie di informazioni che devi tenere a mente.
Prima di tutto, i soggetti nei confronti dei quali è possibile presentare ricorso sono:
- banche;
- intermediari finanziari (anche Poste Italiane);
- confidi;
- istituti di pagamento (IP);
- istituti di moneta elettronica (IMEL).
Per verificare se il soggetto nei cui confronti vuoi proporre ricorso è sottoposto all’ABF, puoi consultare gli Albi ed Elenchi tenuti dalla Banca d’Italia.
Tieni poi presente che non tutti i conflitti sono risolvibili di fronte all’Arbitro Bancario Finanziario.
Il ricorso è possibile nei casi in cui la controversia, riguardante conti correnti, mutui, prestiti personali, punta ad ottenere:
- una somma di denaro non superiore a 200.000 euro;
- l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà (ad esempio, per la mancata consegna della documentazione di trasparenza o la mancata cancellazione di un’ipoteca dopo l’estinzione di un mutuo), in questo caso senza limiti di importo.
Non si può invece ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario se il conflitto riguarda:
- servizi o attività con finalità di investimento: per questo, c’è l’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF);
- beni o servizi diversi da quelli bancari e finanziari;
- operazioni o comportamenti anteriori al 1° gennaio 2009 (anno di costituzione dell’ABF) o già sottoposti all’esame dell’autorità giudiziaria o di arbitri o conciliatori.
Come presentare il ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario
Prima di far ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario, il primo passo da fare è quello di inviare un reclamo scritto all’intermediario. Se quest’ultimo non risponde entro il termine di 60 giorni o la risposta ricevuta non è soddisfacente, a questo punto potrai rivolgerti all’ABF.
Ricordati che puoi ricorrere all’ABF al massimo entro 12 mesi dalla presentazione del reclamo all’intermediario. Se sono trascorsi 12 mesi devi presentare un nuovo reclamo.
Solo quando ci si rende conto dell’impossibilità di trovare un accordo, a quel punto può intervenire l’ABF.
La presentazione del ricorso avviene via Internet collegandosi al sito dell’Arbitro Bancario Finanziario. La decisione viene presa esclusivamente sulla base della documentazione prodotta dalle parti (ricorrente e intermediario). Inoltre, non è necessaria l'assistenza di un avvocato o l’aiuto di un professionista.
I tempi per un ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario
Tra i vantaggi che caratterizzano un ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario piuttosto che ad un giudice ordinario, ci sono i tempi di soluzione più rapidi. Entro 90 giorni dalla data di completamento del fascicolo, riceverai la comunicazione dell’esito del tuo ricorso. Il termine di 90 giorni può essere prorogato per un periodo complessivamente non superiore a 90 giorni se il tuo ricorso è di particolare complessità.
Quanto costa un ricorso all'Arbitro Bancario Finanziario
Anche i costi per la procedura risultano contenuti: la spesa è di 20 euro. Se il tuo ricorso è accolto, anche solo in parte, l’intermediario è tenuto a rimborsarti l’intera cifra, salvo i casi espressamente disciplinati dalle Disposizioni ABF in cui non è previsto il rimborso del contributo.
Per concludere
La gestione finanziaria della propria azienda è un compito difficile e tutt’altro che esente da rischi. In questo articolo, ci siamo occupati della soluzione di eventuali conflitti con gli istituti bancari. In realtà quello descritto in questo articolo è solo uno dei possibili pericoli che rischiano di minare la stabilità dei conti di un’azienda, e in particolare la liquidità presente nelle casse della tua impresa. Ecco perché, come imprenditore o amministratore di un’azienda, tenere sotto controllo i flussi monetari in entrata ed uscita deve essere una delle attività da collocare in cima all’agenda.
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