Come funziona il fido bancario

Tempo di lettura: 6 min.

La liquidità di un’impresa può essere altalenante e, a volte, imprevedibile. Non è facile sapere con certezza se un cliente pagherà con puntualità o in ritardo. Allo stesso tempo, le scadenze fiscali e i pagamenti ai fornitori vanno sempre rispettate per lavorare in un clima di fiducia. Ecco che dunque la possibilità che il conto corrente di un'azienda mostri un saldo negativo, anche se per un periodo di tempo limitato, va sempre presa in considerazione, e possibilmente evitata. Come? Una soluzione per avere subito liquidità è rappresentata dal fido bancario che, per le sue caratteristiche, rappresenta un’alternativa al tradizionale finanziamento. Come succede per tutti gli strumenti finanziari, prima di richiederlo meglio conoscere bene pro e contro, per capire quando conviene e quando no, così da non farci cogliere impreparati.

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Fido bancario, che cos’è

Il fido bancario è una riserva di denaro messa a disposizione dalla banca dietro corrispettivo. In concreto, attraverso questo strumento l'istituto di credito offre l’opportunità al cliente, privato o azienda che sia, di poter sfruttare un importo di denaro più alto rispetto a quello che si trova depositato sul proprio conto corrente bancario. Come si può facilmente intuire, la maggiore disponibilità di denaro comporta anche l’onere di pagare all’istituto bancario tutta una serie di spese e di costi connessi alla presenza dei fondi e agli interessi debitori che vengono calcolati direttamente sull’ammontare del fido utilizzato e sulle relative tempistiche d’uso.

Fido bancario, un esempio

Il fido è in sostanza un’apertura di credito: la banca non eroga una somma X a favore dell’azienda, ma concede la possibilità all’imprenditore di “andare sotto” per l’importo del fido accordato. Mettiamo che la cifra stabilita sia 10 mila euro. Questo vuol dire che si potrà usufruire di una cifra fino a 10 mila euro, pur avendo un saldo pari a zero.

Come funziona un fido bancario

Premesso che tutti i clienti di una banca possono presentare una richiesta di fido bancario al proprio istituto di credito, la concessione è subordinata a tutta una serie di controlli sull’affidabilità del cliente, sia esso un’azienda o un privato.

Se sei intenzionato a chiedere un fido bancario, il primo passo da compiere è recarti in filiale e compilare un apposito modulo. A quel punto, partirà un'istruttoria simile a quella necessaria per la concessione di un prestito. L'obiettivo è verificare l'effettiva capacità di restituire le somme di denaro utilizzate. Per far questo, l'istituto di credito fa ricorso a banche dati come quelle della Centrale dei rischi, di Cerved, di Eurisc o della Camera di Commercio, ma può integrare le informazioni anche con altri dati, per esempio i flussi di cassa abituali. I risultati di queste indagini spingono la banca a determinare se concederti o meno il fido, il suo ammontare massimo e la sua durata.

In generale, l’istituto di credito concede un fido bancario solo a quei soggetti che abbiano alle spalle una storia creditizia che non desti preoccupazioni. Chi è iscritto nel registro dei cattivi pagatori, ad esempio, difficilmente riceverà fiducia dalla banca, che può anche rigettare la richiesta di fido.

Una volta ottenuta l'autorizzazione, a quel punto potrai sottoscrivere il contratto. Attenzione a capire bene quali sono le condizioni applicate e i costi, perché in alcuni casi lo sconfinamento del fido bancario comporta il pagamento di commissioni molto elevate, e in qualche caso si può arrivare anche alla revoca del fido da parte della banca.

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Quanto tempo ci vuole per avere un fido bancario

Chiedere un fido bancario non comporta tempi lunghi, anzi, si tratta di una procedura veloce con tempi brevi: l’importante è rispettare i requisiti definiti dalla banca. L’istituto, infatti, effettua tutti i controlli del caso, per valutare se la persona potrà, di volta in volta, restituire la somma di denaro che ha chiesto. L’erogazione di un fido bancario cambia in relazione alla banca in cui viene richiesto, ma generalmente i tempi di attesa non vanno oltre i 15-20 giorni.

Come si restituisce un fido bancario

Il fido bancario, come già detto, rende possibile prelevare denaro dal proprio conto, oltre quanto presente su di esso, ovviamente entro i limiti della somma pattuita con la propria banca. Tutte le volte che si attinge al fido, sarà necessario poi ripristinare la somma di denaro utilizzata secondo le tempistiche previste dalla banca.

Ovviamente, oltre alla cifra erogata, l’istituto di credito terrà conto anche degli interessi passivi definendo, eventualmente, un piano di rientro a rate e le tempistiche riferite al saldo del debito. Nel definire il piano di spese, dunque, è bene tenere presente sempre che il tasso d’interesse è variabile.

In linea generale il pagamento avviene in via rateale sino a quando tutto il debito non viene estinto. Lo scopo è di consentire all’Istituto di ottenere i propri soldi con interessi, mentre il cliente potrà pagare poco alla volta con le varie rate.

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Differenza fido bancario e prestito

Abbiamo visto come il fido bancario non sia nient'altro che uno strumento finanziario in grado di fornire un'iniezione di liquidità nelle casse dell'azienda. Che differenza c'è però tra l’affidamento e il prestito? E quando ricorrere a uno piuttosto che all'altro?

Vediamo le principali differenze:

  • utilizzo della somma: un fido bancario non deve essere necessariamente impiegato per intero. Normalmente la somma messa a disposizione del cliente è utilizzata solo in parte (non completamente come per il prestito) e gli interessi richiesti dall’intermediario sono calcolati solo sul credito effettivamente erogato. Per questo motivo, si parla di grado di utilizzo di un fido per indicare la percentuale della linea di credito utilizzata.
  • finalità: un’altra differenza sostanziale tra il fido e il prestito deriva dalle diverse finalità dei due strumenti. Di solito, il fido è utilizzato per la gestione ordinaria: è consigliabile per esempio nel settore del commercio, magari per fare degli ordini di acquisto, sapendo di reintegrare la cifra nel breve periodo. Da evitare, invece, che il fido venga utilizzato per acquistare un bene strumentale. Questo perché si tratterebbe di un esborso elevato, che finirebbe per azzerare il fido con il rischio di non poter ripagare gli interessi.
  • costi: il fido bancario per alcuni aspetti può risultare conveniente. Perché? Prima di tutto, un prestito prevede il pagamento degli interessi anche quando le somme erogate non vengono usate, al contrario del fido bancario i cui interessi richiesti dall’intermediario sono calcolati solo sul credito effettivamente erogato. Un esempio per capire meglio. Se hai ricevuto un fido di 10 mila euro, potresti sfruttarlo solo in parte, ad esempio sforando il tuo saldo attivo di conto di soli 2 mila euro. In questo caso, saresti tenuto a pagare gli interessi solo sulla cifra utilizzata. Viceversa, quando ricevi un prestito di tremila euro, dovrai restituire gli interessi calcolati sull’intera cifra ricevuta. Un fido bancario non conviene e non serve all’impresa quando questa può contare su una certa solidità finanziaria e l’eventualità che il conto aziendale vada in rosso è remota.

Conclusioni

Abbiamo visto come il fido possa rivelarsi uno strumento utile per raccogliere liquidità sul mercato. Attenzione, però. Mai dimenticare che il fido non è un prestito ma uno scoperto di conto corrente. Dunque, uno strumento finanziario da utilizzare temporaneamente che, per via dei costi molto elevati, viene utilizzato per le spese ordinarie. Per somme più elevate o, comunque, per investimenti di medio/lungo periodo, meglio richiedere un prestito da restituire a rate, perché prevede dei tassi di interesse comunque più bassi.

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Come abbiamo detto, per richiedere un fido bancario e ottenerlo, è necessario essere un soggetto affidabile. Se hai un’azienda e stai pensando di richiedere un fido, è importante che la tua liquidità sia in buona salute. É qui che Agicap può darti una mano nella gestione quotidiana dei flussi di cassa.

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