Differenza tra imposte e tasse aziendali, come riconoscerla?

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Riconoscere la differenza tra imposte e tasse aziendali è il primo passo verso una gestione finanziaria consapevole. Le spese fiscali di un’impresa, infatti, non sono tutte uguali, e solo avendone piena consapevolezza è possibile costruire una strategia efficace per ridurre il carico fiscale. Cos’è dunque una tassa? E cosa, invece, un’imposta? In questo articolo, facciamo finalmente chiarezza.

Quali sono le tasse e le imposte?

Nell’ambito della gestione fiscale di un’impresa, si va incontro a due termini il cui significato è spesso sovrapposto. Parliamo di imposte e tasse, due forme di contributi finanziari che le imprese (e in verità, non solo) sono tenute a versare per consentire allo Stato il corretto funzionamento dei suoi servizi pubblici e, in generale, delle sue attività governative.

Trattandosi di tributi di natura fiscale, le imposte e le tasse producono ovviamente un impatto sulla cassa aziendale. Sono insomma motivo di esborso, che va amministrato dai responsabili finanziari con efficacia e intelligenza.

Riconoscere la differenza tra imposte e tasse rientra perciò tra le buone pratiche di gestione fiscale: prima di tutto perché chiarisce qual è la responsabilità di un’azienda di fronte allo Stato; e infine perché permette di pianificare meglio le spese tributarie, e dunque il loro impatto sulla liquidità dell’impresa.

Cosa sono le tasse per definizione?

Per definizione, le tasse sono versamenti di denaro obbligatori ma previste in cambio di un servizio. Questo vuol dire che la liquidità versata per coprirle sarà destinata a un servizio specifico.

Un esempio? Le aziende italiane pagano periodicamente la Tari, ovvero la tassa sui rifiuti. Pagare la Tari significa quindi finanziare il servizio di raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti – un servizio che riguarda anche le aziende, e che pertanto anche dalle aziende deve essere finanziato.

Quest’ultima precisazione è d’obbligo. Le tasse sono infatti obbligatorie sia per i cittadini privati sia per le imprese. È chiaro però che sussiste una differenza di fondo. A un’impresa non spetterà mai il compito di sovvenzionare una tassa scolastica; allo stesso tempo difficilmente vedremo un privato obbligato a pagare una tassa sull’occupazione del suolo pubblico.

In altre parole, privati e imprese gestiscono tasse diverse in base ai servizi di cui usufruiscono. La Tari nel caso specifico è un esempio di tassa che interessa chiunque, a prescindere dalla sua natura giuridica.

Cosa si intende per imposte?

Anche le imposte possono essere definite contributi finanziari. A differenza delle tasse, però, le imposte non sono vincolate a un servizio. Con imposte intendiamo perciò una somma dovuta allo Stato come forma di contributo per il suo funzionamento.

È una tipologia di tributo calcolato – su base progressiva o proporzionale – in base al reddito e al patrimonio ma anche per vie indirette, tramite vendite e transazioni. È per questo che le imposte vengono suddivise in imposte dirette e imposte indirette, e proprio tra queste ultime rientrano quelle che non vengono versate direttamente allo Stato. Un esempio sono le accise sulla benzina, che i contribuenti italiani pagano, seppur non direttamente, ogni volta che acquistano carburante.

Tra le imposte obbligatorie per le imprese, ricordiamo: l’IRES, l’IRAP, l’IMU e l’IVA.

La differenza chiave tra imposte e tasse

È chiaro dunque che la differenza tra imposte e tasse – la differenza chiave – sia da rintracciare nella natura stessa dei tributi finanziari.

Se nel primo caso parliamo di un versamento calcolato a partire dai redditi o dal patrimonio, nel secondo – le tasse – ci riferiamo a tributi da pagare in cambio di servizi precisi, di cui usufruisce l’impresa stessa. Il servizio di raccolta rifiuti ne è un esempio: con il pagamento della Tari, l’impresa contribuisce attivamente al suo mantenimento.

Qualche differenza tra imposte e tasse la ritroviamo anche nelle modalità di pagamento. Le imposte per esempio vengono calcolate ogni anno, ma il loro pagamento via F24 è richiesto in due tranche – una a giugno e una a novembre – secondo il sistema di acconto e saldo.

Le tasse, invece, vengono pagate una tantum ogni anno, o al massimo divise in piccoli versamenti periodici, se il tipo di tributo lo consente. Una tassa come la Tari, per esempio, può essere rateizzata in tre parti; una tassa come il bollo auto aziendale invece no.

E i contributi come si distinguono?

Nella differenza tra imposte e tasse, i contributi meritano un approfondimento a sé. Anche i contributi alle casse previdenziali rientrano infatti tra i versamenti obbligatori, e perciò è facile che siano interpretati erroneamente come una forma di imposta o di tassa.

In realtà, però, i contributi non sono versati in favore dello Stato; con i contributi non si finanzia alcuna attività governativa. Al contrario, questo tipo di versamento ha lo scopo di finanziare le attività di previdenza sociale – ovvero il sistema pensionistico, il supporto economico in caso di malattia e invalidità, l’indennità di disoccupazione e così via.

È vero: i contributi – come già le tasse e le imposte – rappresentano un dovere e un obbligo, sia per i lavoratori sia per le aziende. Tuttavia la loro destinazione d’uso è diversa, e tale differenza è importante che sia riconosciuta.

Un cashflow che distingue in automatico imposte e tasse

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I vantaggi di un monitoraggio della tesoreria aziendale così minuzioso e attento ai dettagli sono molteplici, sia sul piano della pianificazione delle spese sia nell’elaborazione di percorsi strategici.

Non a caso, tra le best practice da attuare per ridurre il carico fiscale, troviamo proprio l’analisi di spese e movimenti. Una volta avuta certezza di come si muovono i soldi della tua azienda destinati alle spese fiscali, puoi infatti studiare la strategia migliore per contenere la pressione fiscale sulla cassa aziendale. E Agicap, con i suoi strumenti di analisi approfondita, sa essere un ottimo alleato.

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